"La Juve è un grattacielo, è dura ridurre il gap in 1-2 anni. Dobbiamo essere visionari". A tre mesi da questa polaroid scattata da Antonio Conte dopo lo scontro diretto perso di misura contro i bianconeri a San Siro, la classifica indica che la distanza dell'Inter dal pinnacolo è minima, appena due punti, e le prospettive del calciomercato invernale sono ambiziose se tarate in chiave scudetto, comunque non pessimistiche come le ha tratteggiate il tecnico pugliese in un tranquillo post-partita di Coppa Italia.

Quel "soldi da spendere non ce ne sono" pronunciate dal capo-progetto nerazzurro stridono con le trattative messe in piedi nelle ultime settimane dalla dirigenza per l'immediato o per il prossimo giugno: detto dello scambio Politano-Spinazzola, in cui effettivamente non c'è movimento di denaro vero, il club milanese sta lavorando su più tavoli per provare a convincere due giocatori di grande calibro a unirsi alla causa dietro lauto compenso. Liberatasi la casella occupata dall'ex Sassuolo in attacco, è stato definito a stretto giro di posta l'arrivo di Olivier Giroud, campione del mondo francese e capocannoniere della scorsa Europa League: al Chelsea andranno 5 milioni più 1,5 di bonus (non facili da raggiungere), mentre il giocatore firmerà un contratto fino al 2022 percependo uno stipendio da 4 milioni più bonus fino a giugno a cui si aggiunge un biennale da 4 milioni netti annui più premi. 'What else?' direbbero a Londra. E dell'altro c'è eccome, visto che nella City ci sono stati degli sviluppi interessanti anche per l'affare che potrebbe cambiare i valori in gioco della Serie A in maniera istantanea, senza dover aspettare il tempo fisiologico per costruire un edificio ad alta quota: l'Inter, con Piero Ausilio ieri in missione nella capitale inglese, ha provato a muovere passi importanti verso l'acquisto di Christian Eriksen, l'architetto danese che in campo ha piani misteriosi che la maggior parte dei colleghi nel mondo non possono neanche sognare. L'ex Ajax, già designato come erede di Wesley Sneijder nel lontano 2012, quando il ds interista lo aveva messo nella lista dei desideri, sarebbe quell'elemento di fantasia che da troppo manca alla Beneamata. Nelle ultime tre stagioni, per tradurre le sensazioni in numeri, Eriksen è il giocatore che ha creato più chance, 239, in Premier League, davanti a gente come Hazard, De Bruyne e Ozil. Un profilo che esalterebbe gli automatismi ormai meccanizzati che si vedono in campo dall'amichevole con il Lugano, semplificando certi passaggi naturali obbligatori per una squadra che sta costruendo la sua credibilità facendo leva sul collettivo. Un campione, in una sola parola, che Suning ha deciso di ricoprire d'oro come un top, esattamente come accade ormai da diverse stagioni in casa Agnelli, i dirimpettai del piano di sopra: in caso di arrivo a giugno, Eriksen si intascherebbe 10 milioni di euro netti a stagione; 4 milioni netti più bonus da qui al 30 giugno e poi 9 milioni annui fino al 2024, invece, se il suo arrivo venisse anticipato in questo mese. Ecco, le tempistiche fanno tutta la differenza del mondo in questa circostanza: la costruzione dell'altissimo edificio necessario per avvicinarsi al fascio di luce tricolore subirebbe sicuramente un'accelerata grazie al classe '92 di Middlefart. La cui popolarità al Tottenham Hotspur Stadium è ai minimi storici, tanto dall'arrivare a convincersi che non può esistere un futuro troppo lungo alla corte di José Mourinho. Già, Mourinho, colui che nel 2009 accolse Wes per eleggerlo a perno della squadra che conquistò il Triplete e che ora potrebbe chiudere il cerchio 'omaggiando' Conte con Eriksen. Il più grande spettacolo dopo il Big Ben, presto o prestissimo nuovo architetto dell'Inter chiamato a progettare un grattacielo altezza scudetto. 

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 16 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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