Il derby è sempre il derby, anche se in tono minore. Anche se in palio non c’è un posto in Champions o addirittura la volata scudetto. In casa delle milanesi si vive aria di rinnovamento, di transizione, ed ecco che arriva il derby per l’Europa League (più per l’Inter che deve consolidare il quinto posto che per i rossoneri e Seedorf, alla ricerca di riscatto). Ben venga una partita così, la sfida è sempre quella, come le emozioni. E le chiavi per leggere l’importanza di questa gara ci sono tutte. 

In casa Inter può essere il derby della svolta, di una stagione opaca, di alti e bassi, che sarebbe bene chiudere al meglio (sulla falsa riga delle ultime uscite). Moratti e Thohir hanno dimostrato di tenerci particolarmente. In palio c’è l’obiettivo Europa, il minimo agli occhi dei tifosi, ma fondamentale per ridare credibilità a un club e soprattutto a un progetto che si appresta a vivere l’anno zero. L’ottimismo è misurato, ma già l’aria di trasferta, anche se tra le mura amiche, fa tirare un sospiro di sollievo a Mazzarri che, complice una settimana mediaticamente incentrata su questioni societarie, ha potuto caricare i suoi senza eccessiva pressione esterna. Vendere il brand Inter, sopratutto in Oriente, è invece la mission del nuovo management e l’immagine da esportare è tutto. La crescita dovrà andare di pari passo coi risultati sportivi (a partire da una partita, una delle poche in Sere A, vista in tutto il mondo). Ranocchia ha inquadrato la duplice importanza di tre punti nella stracittadina: staccare il biglietto per l’Europa, col quinto posto a un passo, e allo stesso momento condannare i cugini all’addio delle proprie velleità europee. 

Finito qui? La svolta non è solo a livello di risultati, che siano di classifica o societari, ma anche prettamente sportivi. L’Inter del Triplete è stata grande, inimitabile, ma questo potrà davvero essere il momento in cui cambia un’epoca in casa nerazzurra. Senatori, “eroi” pronti a salutare, come Zanetti che studia inglese ed è pronto a tuffarsi anima e cuore nel nuovo progetto, Milito, che vuole chiudere la carriera al Racing, dove tutto è iniziato. Poi Samuel, prima sicuro partente e adesso in attesa di scoprire il futuro (un’uscita di Ranocchia potrebbe voler dire rinnovo, anche se la Viola è alla finestra), ma comunque pronto a salutare i suoi tifosi, perché c’è sempre tempo per le belle sorprese. È tempo di “nuova Inter”, con nuovi trascinatori come Hernanes e Palacio, e quelli in arrivo, come Vidic. Una vecchia guida pronta a firmare in bianco per dare l’esperienza che chiede Thohir, quel Cambiasso che quest’anno ha vissuto una nuova giovinezza. Un anello di congiunzione tra ieri e oggi. Ma tutto ripartirà fondamentalmente da quei giovani, Kovacic e Icardi, pronti ad affrontare con la sfrontatezza tipica dell’età un derby comunque chiave. Loro cresceranno con l’Inter, come vuole il tycoon, che li utilizzerà come rampa di lancio di quella che potrà tornare una squadra vincente. 

Dimentico nulla? La svolta, sembra poco, potrebbe arrivare anche per un singolo: Andrea Ranocchia. Lui interista, da anni sempre sul piede di partenza, e corteggiato dalla Juve del mentore Conte. Il rinnovo resta in bilico e giocare guidando la sua Inter da protagonista potrebbe rappresentare l’ennesimo passo verso un nuovo "matrimonio". Lui giovane che studia da capitano, ideale condottiero dell’Inter che verrà, in attesa di una svolta...
 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 maggio 2014 alle 00:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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