Dire ora, dopo una sconfitta, con un undicesimo posto in classifica, dietro al Sassuolo (!) che l'Inter sta migliorando, per qualcuno suona come pura blasfemia. Me ne farà una ragione. E' stato un  Roma-Inter d'altri tempi, in termini di risultato e proposta di gioco. Ha perso sì ma ha giocato. Ci ha provato in trasferta contro un avversario più forte e più completo in ogni reparto. Questo non implica che non debba esserci rabbia, nervosismo e riflessioni nette.

Ma siamo alla tredicesima di campionato e non si può cambiare mezza squadra perché non all'altezza. Perché è parso palese l'imbarazzo della difesa (e quindi dei movimenti di tutta la squadra, non solo dei 4 difensori) che con la Roma ha mostrato tutta la sua fragilità sia per le posizioni che per l'inconsistenza. Ma credo anche che non ci siano in giro dei difensori nettamente superiori. La Roma schiera Astori che non era esattamente una prima scelta fino a questa estate, quando è stato conteso alla Lazio, la Juve schiera Bonucci che è persino migliorato ma resta un difensore discreto. In giro per l'Europa di fenomeni in questo ruolo ce ne sono pochi e costano parecchio. Perciò resta il dovere di mettere i giocatori dell'Inter nelle condizioni di rendere al massimo. 

Passare alla difesa a quattro, dopo un anno e mezzo di concetti profondamente diversi, ha certamente inciso. Non penso ad esempio che Ranocchia e J. Jesus siano dei grandissimi giocatori ma certo sono migliori di quello che l'Inter di questi anni ha permesso loro di essere. Mi preoccupa di più vedere Palacio in queste condizioni. Non può averlo ridotto così solo un Mondiale. Mi rattrista vedere che M'Vila, di cui parleremo dopo, è solo questo. E mi innervosisce confermare che Guarin gioca in una modalità autistica, isolandosi dal contesto e buttando fuori aria dal naso. Mancini ha scelto un'Inter da combattimento, preferendola ad una di qualità, complice la cattiva forma di Icardi e Kovacic, messi prudentemente in panchina, e di Hernanes la cui esplosione definitiva è probabile che arrivi da gennaio o mai più. 

Al di là del risultato è evidente il limite strutturale della rosa, ancor prima dell'undici titolare. La coperta è corta se è vero che l'Inter ha debiti ingenti, un presidente progettuale e senza turbante, che affascina con il dizionario del business man ma che non mette soldi di tasca sua. E non si può fargliene una colpa perché non esisteva e non esiste alcun ricco signore che faccia il filantropo con il marchio dell'Inter, arrivando qui e mettendo soldi per una gloriosa società con un bellissimo stadio in affitto e oltretutto con un coinquilino. C'è appunto il progetto che ha convinto le banche e pare anche l'Uefa che si comporta con l'Inter come l'Europa con Renzi. 

Ma per creare un progetto non puoi fare una spending review perpetua, hai bisogno di investire e confidare nella resa del tuo acquisto. Mancini e il suo ingaggio rientrano esattamente in quest'ottica. L'allenatore è l'ultimo arrivato in questa scialuppa con un equipaggio che confida nell'avvistamento della terra. Ma da oggi le polemiche coinvolgono anche lui. Perchè le vedove di Mazzarri, i tifosi geneticamente incazzati, un'opinione pubblica che si innesca impulsivamente prendono tutto e tutti nella caccia al colpevole eternamente aperta in casa Inter.

A questa sconfitta si aggiunge implacabilmente una classifica da minimi storici che pesa sul morale e su un ambiente che non distingue più veri o presunti colpevoli. Tutti sono uguali a tutti, lo sconforto, la rabbia fa dire che se c'era Mazzarri era la stessa cosa e chi non amava Mancini ne approfitta per dire che lo aveva detto dal principio. In realtà le differenze sono parecchie e mostrano qualcosa che non si vedeva da tempo: l'orgoglio, la combattività, trame di gioco più fluide, una squadra che gioca a viso aperto, pur con tutti i suoi limiti e fa due gol dove nessuno aveva segnato quest'anno. Ha persino un allenatore che viene espulso dopo aver protestato (!). E per quanto questo venga ritenuto biasimabile è invece un segnale preciso alla squadra che ha giocato alta, denunciando il problema dell'assenza di un centrocampista importante capace di fare lanci precisi, cucire il gioco e andare al tiro. Non c'è e la società non sembra avere i mezzi per andare a prenderlo. Già si dovrà pensare a un esterno e ad un attaccante...

Postilla per M'Vila che, del tutto ingiustificatamente, si è preso la scena  uscendo senza passare dalla panchina con l'aria furente. Il francese sta inesorabilmente entrando nella galleria dei giocatori dimenticabili della storia nerazzurra, la rabbia la riservi per le sue prestazioni al di sotto dell'ingaggio a lui offerto. Per il resto le premesse di una piccola rimonta ci sono. La terza in classifica ha 6 punti in più e, mi perdonerete, ma non riesco a vedere tutto nero.
Amala
 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 01 dicembre 2014 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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