Già si inizia a parlare di mercato, di arrivi, di cessioni, di budget, di obiettivi. Ma forse è il caso di fermarsi un attimo ancora per riavvolgere il nastro di una stagione che pareva segnata e che invece è stata piena, soprattutto di gioie nonostante l'amarezza finale. La Champions League è svanita proprio all'ultimo atto, in un modo decisamente poco digeribile, ma non tutto può e deve passare attraverso il risultato finale. E non è assolutamente vero che viene ricordato solo chi vince.

Quest'Inter, quella del 2022/2023, sarà ricordata eccome. Sarà ricordata come la squadra che, in mezzo a mille difficoltà e dopo una stagione tribolata, è riuscita a tirare fuori un grandissimo cuore che le ha permesso di arrivare dove nessuno aveva neppure immaginato. L'Inter è stata in grado di andarsi a giocare la partita più importante della stagione dei club, ossia la finale di Champions League. E davanti si è trovata il Manchester City, il club più ricco e unanimemente riconosciuto come il più forte. 

Una sfida che sarebbe dovuta essere totalmente sbilanciata, con i pronostici che davano gli inglesi nettamente davanti e pronti a una goleada. L'Inter è stata trattata per settimane come una sorta di squadra baciata dalla fortuna, arrivata in finale solo per caso e per un percorso del tabellone reso agevole dal sorteggio. Una narrazione miope, falsa e anche un po' bastarda. Il campione dei campioni Apollo Creed contro il poveraccio Rocky Balboa, invitato sul ring la notte di Natale per fare da sparring partner e recitare il ruolo del perdente designato al quale è stata data comunque una chance. Quasi per pietà.

E appunto, proprio come Rocky, Lautaro e compagni si sono rivelati tutt'altro che una vittima sacrificale, scesa in campo per far fare bella figura al City. L'Inter, con orgoglio, organizzazione, talento e tanto cuore, ha dato tutto: ha reso complicatissima la vita ai rivali ben più quotati, riuscendo anche a mettergli tanta paura e costringendoli all'angolo. L'1-0 finale conferma la forza degli inglesi, ma non scalfisce i meriti dei nerazzurri, andati davvero a un passo dall'impresa titanica. La storia è quella di Apollo che vince quell'incontro soltanto ai punti. E che appena dopo il gong sussurra nell'orecchio di Rocky: "Non ci sarà rivincita". "E chi la vuole?", ribatte Rocky.

Apollo resta Apollo, ma Rocky è diventato Rocky.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 13 giugno 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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