Fine di un ciclo con la necessità di iniziarne al più presto uno nuovo per non cadere in un triste anonimato a cui non si è abituati da anni o normale periodo si assestamento di un gruppo che rimane altamente competitivo, ma alle prese con il cambio di allenatore dopo quattro stagioni fortemente caratterizzate dalla gestione Inzaghi? La contraddittoria Inter delle prime due giornate di campionato dovrà iniziare a dare le prime risposte già oggi, sul campo storicamente più difficile. Già costretta a inseguire, dopo lo sciagurato ko interno contro l'Udinese, la Beneamata è chiamata ad una prova di spessore contro una Juventus che, nonostante le due vittorie conseguite, non ha particolarmente brillato con Parma e Genoa, ma che ha già dimostrato di poter segnare in qualsiasi momento della gara grazie ad un attacco potente e fantasioso e impreziosito dalla voglia di Dusan Vlahovic di smentire i suoi detrattori, presenti anche all'interno del club bianconero.

Il derby d'Italia arriva dopo la sosta per le Nazionali che ha visto protagonisti molti elementi delle due squadre. I nazionali nerazzurri hanno offerto prove altalenanti. Bene Dumfries, ancora una volta a segno con l'Olanda, bene il nuovo arrivato Akanji, in gol con la sua Svizzera nella prima gara contro il Kosovo e ottimo francobollatore dello sloveno Sesko nella seconda sfida. Bene anche Lautaro Martinez, a segno dopo due minuti dal suo ingresso nella prima partita giocata dall'Argentina contro il Venezuela. E con quel gol il Toro ha superato in Nazionale, un certo Maradona. Meno positive le performance dei Nazionali italiani, soprattutto nella pazza gara vinta all'ultimo respiro contro Israele.

Al netto delle prestazioni nella settimana internazionale, bisognerà vedere chi avrà pienamente recuperato fisicamente e mentalmente per poter esprimersi al meglio nella sfida più importante della terza giornata di campionato. Lautaro è tornato solo giovedì, si è regolarmente allenato ieri e, salvo sorprese dell'ultima ora, il Capitano partirà dall'inizio in coppia con Marcus Thuram. Il francese, nell'occasione, tornerà a sfidare il fratello Kephren, pilastro del centrocampo della Juventus.

Allo Stadium andrà in scena oggi anche la sfida fra due allenatori i cui nomi non sono annoverabili tra quelli dei cosiddetti top-coach, ma che conoscono le squadre che guidano e gli ambienti che le circondano come le loro tasche. Cristian Chivu, alla sua prima vera stagione in serie A dopo tredici partite alla guida di un Parma pilotato verso la salvezza, è un eroe del Triplete targato José Mourinho, conquistato con il celebre caschetto in testa, conseguenza di una delicata operazione per frattura al cranio in quel lontano 2010. In totale il romeno, prima da terzino, poi da difensore centrale, ha disputato sette stagioni da protagonista con la maglia della Benamata, vincendo tre scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Champions League e una Coppa del Mondo per club. Da giovane allenatore della Primavera dell'Inter, ha vinto il campionato primavera nel 2022. Per lui la Pinetina non ha segreti, nonostante l'esperienza ora debba farsela partita dopo partita in un ambiente che, come diceva spesso il grande Giovanni Trapattoni, per un allenatore è come una centrifuga.

Ieri, in conferenza stampa, Chivu ha dato il titolo quando ha detto: “Non sono qui per stravolgere tutto. Contro la Juve, dobbiamo partire dalle certezze che questa squadra ha da anni. Più di tattiche e moduli, servirà l'orgoglio e la motivazione dei nostri campioni”. Tradotto: contro la rivale di sempre, in campo i soliti noti con la sola novità Akanji che, insieme ad Acerbi e Bastoni, andrà a formare il pacchetto difensivo. E a centrocampo Mkhitaryan, tra i pochi a lavorare a pieno regime ad Appiano nella settimana dedicata alle Nazionali, sembra favorito per una maglia da titolare al posto di Sucic, ottimo contro il Torino, ma in difficoltà con l'Udinese. Conferma per Barella e per Cahalanoglu, a cui si chiede di risorgere nella gara esame del Allianz Stadium.

Insomma, a Torino con l'usato sicuro. Augurandoci che la squadra scenda in campo convinta dei propri mezzi e senza quel timore reverenziale che nella Torino bianconera ha spesso fatto girare il risultato a favore dell'avversario. Poi ci si tufferà nell'esordio di mercoledì prossimo in Champions ad Amsterdam contro l'Ajax, la squadra che ha battezzato campione Cristian Chivu. Che ora vuole diventarlo anche da allenatore. E allora, il romeno va sostenuto, protetto e supportato dalla società che lo ha scelto.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
vedi letture
Print