"L’Inter ha confermato il suo valore, la Roma sta facendo qualcosa di sorprendente, non mi sarei aspettato di vederla in testa in così poco tempo". Parole di Andrea Stramaccioni, intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport per commentare il duello in vetta alla Serie A.

Proviamo a trovare un punto in comune di questa strana coppia. Dove guardiamo?
"In panchina: in questo primato c’è parecchio di Chivu e Gasperini. Cristian ha riportato entusiasmo, compattezza e ha arricchito uno stile di gioco ereditato integrandolo con le sue idee, ma senza mai stravolgerlo. Nella Roma l’impronta di Gasp è molto forte".

È una lotta a due che può durare fino alla fine?
"L’Inter si giocherà lo scudetto, nessun dubbio. Ha valori innegabili e ha aumentato la qualità del contributo della panchina con Bonny, Pio, Sucic e con Zielinski, che senza infortuni è un nuovo acquisto. A Roma c è un entusiasmo travolgente e questo è bellissimo, ma ora la squadra non deve pensare al titolo, solo ad avere continuità per tornare tra le prime quattro: la differenza fra stare stabilmente in Champions o meno cambia il futuro, i bilanci e soprattutto l’appeal di un club a livello internazionale. E la Roma ne ha bisogno per costruire il progetto di alto livello voluto dai Friedkin".

Tra le inseguitrici chi ha più armi per tenere testa?
"Continuo a pensare che il Napoli abbia qualcosa in più insieme all’Inter ovviamente, ma le altre sono lì, dal Milan a Juventus e Bologna".

Qual è il vero punto di forza dell’Inter?
"La dimensione internazionale. Le sfide europee degli ultimi tre anni portano un’enorme consapevolezza che rende la squadra conscia di poter battere chiunque giocando al massimo: è una forza mentale che in Italia oggi nessuno ha".

All’Inter cosa manca per essere perfetta?
"Deve tornare a vincere gli scontri diretti come faceva fino a due anni fa, troppi punti persi che pesano sulla classifica e a volte anche sul morale".

Intanto comanda in A e in Champions, l’anno scorso inseguiva. Questa Inter è più forte di quella dell’anno scorso?
"Se è più forte lo dirà il tempo, ma che sia più completa sicuramente sì. Grazie ad Akanji, che a me piace più di Pavard, a Sucic che è un titolare aggiunto e soprattutto grazie ai due giovani dell’attacco, Bonny ed Esposito".

Lautaro ha detto: «Abbiamo un allenatore che vuole crescere con noi». Il feeling fa la differenza?
"Chivu è il leader riconosciuto dello spogliatoio ma è anche “uno di loro”, lo vedi dalle esultanze e dagli abbracci. E mi piace tanto la sua comunicazione, sempre positiva, misurata: a Napoli è stato bravissimo a non parlare dell’arbitro ma solo degli errori della sua squadra. Aveva stile già da giocatore, da tecnico mi ricorda Ancelotti".
 

Sezione: Copertina / Data: Mar 11 novembre 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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