"Lo 0-0 rimediato contro l’Atalanta (il cui primo precedente, del 3 aprile 1938, arrise all’allora Ambrosiana Inter di Armando Castellazzi che si impose 1-0 con una rete dell’attaccante di scuola vercellese Pietro Ferraris) è l’esatto specchio di una stagione dove a farla da padrona è stata sempre l’incostanza unità a troppe battute a vuoto, prima fra tutte quella contro il Sassuolo, incomprensibili. Riavvolgiamo il nastro di un’annata ancora molto lontana dagli standard che dovrebbe garantire una gloriosa società come l’Inter. In campionato la sconfitta contro il già citato Sassuolo, alla prima uscita, era già segno di cattivo presagio (mai, tutte le volte che l’Inter ha vinto il tricolore, ha perso all’esordio) e, dopo i tanti alti e bassi (con l’aggravante del caso Icardi che ha destabilizzato un ambiente che vive di equilibri fragilissimi), la Juventus e il Napoli (anche se alla fine i partenopei arriveranno per l’ennesimo anno secondi) hanno salutato l'Inter e il resto della truppa. In Champions League non si è riusciti a battere il P.S.V. Eindhoven, ultimo del girone e senza nessuna pretesa, fallendo l'accesso agli ottavi di finale che, dopo una partenza da far stropicciare gli occhi, sembrava una formalità. In Coppa Italia non è servito a nulla giocare in casa e la Lazio, pur ai rigori ma con pieno merito, anche se va detto che si è messa di mezzo anche un po’ di sfortuna, è andata avanti in una competizione che, con le big fuori, si poteva anche provare a vincere. In Europa League ancor peggio e, dopo aver passeggiato contro i modesti viennesi del Rapid Vienna, la gara di ritorno contro l'Eintracht Francoforte (con tutte le attenuanti del caso viste le numerosissime assenze) è stata letteralmente da film horror. Morale... essere interisti non vuol dire accontentarsi dei piazzamenti Champions (che sembrano ormai pane quotidiano in un calcio che guarda solo al business), sopravanzare i cugini rossoneri o banchettare, con titoloni da urlo, dopo uno 0-4 in casa dei grifoni, ma vuol dire essere ai vertici e, soprattutto, vincere qualche titolo che, alla fine, è ciò che conta veramente. Sono ormai otto anni (tantissimi...) che la sala dei trofei è, infatti, ferma a 39 allori conquistati... È giunta, quindi, l'ora di riprendersi la storia, sperando che il prossimo anno sia quello giusto, anche se, partendo dalla guida tecnica, che difficilmente vedrà Spalletti ancora in sella, con Mourinho e Conte, tra i più gettonati a sedersi su una panchina che scotta terribilmente, si dovrà, e per l'ennesima volta, ripartire da zero o quasi... perché le stagioni da “zeru tituli” (nonostante l’ormai probabile terzo posto in campionato dopo il quarto dello scorso torneo acciuffato in zona cesarini) non si addicono per nulla a una squadra abituata a vincere in ogni epoca. Dopo aver rivisto il film della stagione, riassumendone gli snodi cruciali, una domanda (ed è, purtroppo, la stessa da qualche anno a questa parte) nasce, però, spontanea. Perché l’Inter ogni qual volta ha dato l’impressione di essere rinata, vedi Genoa, si è, quasi, subito assopita? La partita di Marassi dove tutto è girato alla perfezione (con i vari Perisic, Icardi e Nainggolan, e mettiamoci pure Gagliardini, non fosse altro per la doppietta, a dimostrare quanto potrebbero e dovrebbero dare) avrebbe meritato tante e tante altre repliche invece non si è mai riusciti a fare quel salto di qualità necessario per ambire a ben altri traguardi. Se ciò fosse successo probabilmente la stagione dei bauscia, la cui tifoseria ha quasi sempre fatto registrare numeri da primi della classe ogni qualvolta si è scesi in campo nello splendido scenario del Giuseppe Meazza, avrebbe preso una piega vincente proprio come ai vecchi tempi".
Francesco
"Gentile Redazione, come volevasi dimostrare: e fanno 5 (occasioni sprecate a San Siro)! In casa nerazzurra, infatti, mentre in altri lidi si accingono a baloccarsi per l’ “ottavo nano” consecutivo, pardon scudetto - ma pare il classico lapsus satirico-freudiano che ormai fa avvicinare la Serie A italiana ai MINI-tornei di Gibilterra, Lettonia e Bielorussia - ieri, per vincere, non è bastata la (eventuale) buona sorte portata in dote dalla designazione dell’arbitro Irrati, lo stesso che diresse quell’Inter-Atalanta 7-1 di soli 2 anni fa (forse a ricordare - almeno nelle intenzioni iniziali di Nicchi e Rizzoli - che non tutti i fischietti si chiamano Mariani, Manganiello, Abisso o Fabbri per i dirimpettai.....). Non è stato sufficiente nemmeno fruire di un giorno di riposo in più, visto che i bergamaschi avevano disputato il loro turno infrasettimanale giovedì scorso anziché mercoledì come i nerazzurri. Ed infine non ha portato giovamento neppure la squalifica di Duvan Zapata, il bomber colombiano degli atalantini che sembra in odore di vestire il nerazzurro milanese la prossima estate (nonostante gli olfatti di Marotta e Ausilio stiano sicuramente annusando anche altre prede di mercato). Pertanto il pareggio di ieri - checché ne scriva oggi la Gazzetta - come effetto collaterale ha generato la blindatura solo parziale del 3° posto col conseguente fallimento (o rinvio?) dell’opportunità di far derubricare la disputa per il 4° (ed ultimo) posto Champions ad un mero derby lombardo-capitolino tra Milan, Atalanta, Lazio (coi probabili 3 punti del recupero) e Roma. Così che la sagra delle occasioni casalinghe mancate in stagione dalla banda Spalletti non fa, appunto, che aggiungere un’altra data non richiesta. Forse quel bischero di Certaldo ha dimenticato la 1a di queste - senz’altro la più clamorosa - quella in cui si è consumata la mancata qualificazione agli ottavi di CL contro il già eliminato (ed ultimo nel girone) PSV Eindhoven; o la 2a, con l’e liminazione ai rigori nei quarti di Coppa Italia ad opera dei laziali a fronte di un 1° tempo inguardabile dei nerazzurri; o la 3a, col mancato accesso ai quarti di Europa League contro l’Eintracht di Francoforte dopo il rigore sprecato da Brozovic nell’andata degli ottavi; e non ultima la 4a col recente harakiri in campionato contro i laziali. C’era proprio bisogno di una manìta tanto infausta?".
Orlando
"Caro direttore, scrivo sentendomi in diritto di rispondere ai cosidetti tifodi organizzati della Curva Nord che sono la vergogna dell'inter dal 1969, in quanto rappresentano valori lontanissimi da quelli della società nerazzura; non sono un tifoso che guarda le partite dalla tv, in casa ho fatto più volte l'abbonamento come in questa stagione, appartengo a diverse comunity social come interisti esistenzialisti, l'interista medio, il biscione blog, interisti stalinisti, il mancino del chino recoba; da inter napoli in poi assisto ai cori vergognosi contro Napoli, puntuali ogni partita senza un senso, come se l'obiettivo di queste persone fosse farsi notare nel modo più imbecille possibile. Questa Curva si è già espressa su Mauro Icardi ai tempi della biografia: fosse stato per loro Mi9 non avrebbe mai raggiunto i gol di Vieri; per me, chi al derby ricorda un assassino, chi fischia un giocatore di colore, deve essere bandito, non solo dal calcio, ma da ogni tipo di sport, perchè s ono delle persone pronte ad esplodere violenza da un momento all'altro; questa stagione allo stadio sequestrano i power bank,le bottiglie d'acqua, ma mai gli accendini, la marijuana, i fumogeni, le bombe carta di quelli ; noi tifosi non della curva, ci sentiamo di condannare queste persone sperando siano rinchiuse presto nelle patrie galere, perché è quello il loro posto. So che domani sarà una guerra tra noi tifosi e chi come loro, falliti nella vita, non hanno niente altro che fischiare allo stadio o peggio, gesti come in inter napoli o i soliti cori vergognosi. Vorrei che la società prendesse la distanza da questi teppisti e tutelasse mauro icardi, non vorrei a fine anno facesse la stessa fine dei vari ronaldo, roberto carlos, pirlo, baggio ecc per problemi con curva ed allenatore".
Tony
VIDEO - DALLO "SCAVETTO" MANCATO DI ICARDI ALLA PERSA DI GAGLIARDINI, TRAMONTANA S'INFURIA
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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