"Torno da S. Siro dopo una partita arbitrata in una maniera assurda da un incopetente ASSOLUTO. Ci ha ammonito subito Barella per un fallo inesistente e alla fine del primo tempo avevamo tre ammoniti contro zero del Parma. Ha proseguito ancora peggio nel secondo tempo ammonito Candreva Conte e non ha ammonito un giocatore del Parma che ha commesso un brutto fallo su Gagliardini , ma non è FINITA QUI perchè ci ha annullato un gol CHE IO dalla curva in posizione del Guardalinee l'ho visto assolutamente regolare , MENTRE CHIFFI con i suoi gaglioffi lo avrebbe annullato . Dulcis in fundo la cosa che mi ha innervosito da PAZZIIIIII è aver fischiato il fallo ASSOLUTAMENTE INESISTENTE di un ragazzo appena entrato come ESPOSITO e AVERLO ADDIRITTURA AMMONITO . Ma SIGNORI chi fa arbitrare IN SERIE A personaggi di tale fatta che son sicuro non hanno mai giocato a calcio . VERGOGNOSO. AMALA".
Giovanni
"Gentilissimi di fc Inter news, ieri sera sono stato a San Siro per assistere alla gara Inter Parma. A me l'Inter è apparsa subito stanca e svuotata e il goal di Candreva a tal proposito andava messo in cassaforte come successo nella gara contro l'udinese cui avevo assistito gara in cui il goal di Sensi era stato gestito in una serata tutt'altro che brillante. Gli errori di Brozovic secondo me sono stati gratuiti, penso che un professionista che pensa al calcio tutto il giorno debba conoscere i propri limiti i propri punti deboli e quando la condizione è bassa deve sapersi marcare da solo evitando di inciampare in vecchi e noti difetti. Buttare una palla fuori o provare un lancio lungo quando manca lucidità può essere una via per non innescare pericolosi contropiedi. Al di là di tutto segnalo che non è più possibile assistere a gare in cui gli avversari si buttano per terra ad ogni minimo contatto, perdono tempo ad ogni rimessa laterale o dal fondo, impiegano decine di secondi per battere una normale punizione a centrocampo. Un calcio così, con questi concetti di fondo diventa poco vendibile su ogni mercato. Il Parma si era reso protagonista degli stessi comportamenti nella stagione passata, gara a cui avevo assistito, raggiungendo l'apice della farsa con il loro portiere artefice di un paio di simulazioni degne di oggi le comiche. Per me è molto difficile mantenere la calma in queste situazioni anche in relazione al costo del biglietto. Credo che un professionista, anche il meno importante, debba avere rispetto per il pubblico pagante, comportandosi con lealtà verso i principi sportivi che vengono prima di ogni risultato. Chiaro che gravissime responsabilità per questo andazzo presente da sempre nel nostro campionato sia dovuto in buona parte dai direttori di gara, spesso distratti, svogliati, non all'altezza, incapaci di incidere positivamente sullo svolgimento delle gare. Proprio ora poi che sgravati dalla responsabilità su tanti episodi risolti dalla Var potrebbero e dovrebbero concentrarsi prevalentemente di governare le gare affinché siano veloci, spedite prive di perdite di tempo e simulazioni utilizzando i cartellini molto più frequentemente. Non è il primo arbitro in questa epoca del nostro calcio la cui valutazione risulta al termine del match "inclassificabile". La maggior parte che ho visto all'opera ( vado a San Siro in gare spesso di seconda fascia) "non risulta", sono arbitri trascinati dagli eventi, incapaci di andare oltre ciò che appare e quasi sempre al triplice fischio vengono inghiottiti dal vortice dell'oblio lasciando solamente un retrogusto amaro nel debole ricordo che prove evanescenti lasciano nella nostra debole memoria. Un andazzo da cambiare forse perché mal diretti a monte, vuoti di concetti e vedute importanti. Ciao!!!!!".
Andrea
"Gentile Redazione, la conferenza stampa di Conte post Inter-Parma - almeno secondo il mio modesto parere - ha assunto toni davvero grotteschi in quanto mi ha ricordato quella di 5 anni fa in cui un certo predecessore (al secolo “Rain man” Walter Mazzarri), si era appellato anche agli agenti atmosferici pur di (provare a) giustificare l’esito infausto della prestazione di quella sua Inter. Il tecnico salentino non può addurre alibi lacrimando gli effetti deleteri della rosa ridotta o degli impegni multipli ravvicinati: il calendario era già noto da tempo, mentre gli infortuni - tranne quello chirurgico procurato dal “rivale” Cuadrado sulla caviglia già in precedenza lesionata di Sanchez (evidentemente, dalle parti della Continassa, certi sudamericani devono studiare le anamnesi di Transfermarkt meglio degli schemi di Sarri...) - sono, per natura, imprevedibili. E poi non si possono proprio ascoltare altre dichiarazioni del tecnico alla nona di campionato. Tipo questa: “L’anno pross imo servirà fare tesoro di quanto sta succedendo per non rifare gli stessi errori. Dobbiamo fare delle riflessioni su come fare meglio in futuro... Adesso, intanto, dobbiamo sperare che le cose vadano sempre bene e farci un segno della croce”. Come se nel presente non ci fossero più, già ora, tricolori per cui competere, coccarde da provare a vincere e ottavi di CL da tentare di raggiungere (come minimo sindacale). Anche l’invocazione finale del Padreterno - alla stregua del “peggior” Capitano leghista - se la poteva proprio risparmiare. Sarà anche vero che l’infermeria nerazzurra non è mai stata così piena come in questo periodo, ma se si va a guardare bene, l’unico titolare autentico che manca come il pane a questa Inter è solo Sensi. Infatti, tra gli infortunati, D’Ambrosio è soltanto una (discreta) alternativa per i centrali di difesa e/o gli esterni di centrocampo, nulla più; il Vecino di quest’anno - in coppia con Gagliardini - può al massimo ambire al ruolo di riserva di Barella mentre Sanchez - dopo la definitiva esplosione di Lautaro Martinez - appare esclusivamente come il naturale rimpiazzo dell’unico argentino rimasto. Piuttosto Conte dovrebbe spiegarci - quanto alla rosa ridotta e visto che ha ammesso di aver azzardato l’utilizzo di De Vrij nella 2a frazione di gioco - come mai non ha dimostrato lo stesso coraggio inserendo quel giocatore da lui fortissimamente voluto in sede di campagna acquisti che risponde al nome di Valentino Lazaro (a differenza di Sensi che, invece, è arrivato all’Inter per una mera questione di plusvalenze in altri affari col Sassuolo...). Perché, nonostante l’austriaco abbia purtroppo avuto 2 approcci al match tutt’altro che positivi prima contro lo Slavia Praga in CL e poi nella trasferta di campionato a Reggio Emilia contro il Sassuolo, era il giocatore ideale da spendere - vista la sua propensione offensiva e la capacità di saltare l’uomo - per una gara casalinga da vincere a tutti i costi (c’erano quelli di Torino da sorpassare...), facendolo subentrare al posto di uno spremuto Candreva, sul conto del quale dirò dopo. Conte dovrebbe inoltre chiarire come mai non ha ancora dato una chance al “povero” Federico Dimarco (il castigatore parmense dell’anno scorso...) che, infatti, è rimasto l’unico nerazzurro in rosa mai schierato in stagione, se si escludono - dopo la comparsata in Coppa di Borja Valero - il 2° ed il 3° portiere e l’acerbo Agoumè (Conte dixit). Ma non risulta che Dimarco - i cui gravi infortuni tra Sion e Parma non sono più ”ostativi” per la sua completa ripresa agonistica, nel senso che sono stati riassorbiti da tempo - sia meno italiano di Biraghi, che gli viene preferito... Infatti Federico è nativo di Milano, Cristiano di Cernusco sul Naviglio: Lombardia Felix, mica terra da hic sunt leones. Proprio il nostro CB34 (tanto per fare il verso a quell’altro Cristiano ....) mi ricorda, però, sempre più un certo Jonathan: solo epiteti (“divino” quello, “gitano” questo) e retropassaggi... Ed infine l’ultimo appunto personale sul mancato utilizzo di altri panchinari da parte del tecnico riguarda il precitato centrocampista spagnolo che, giusto ieri sera, avrebbe potuto far rifiatare nel secondo tempo un irriconoscibile Brozovic che - prima “da solo” e poi in combutta con Godin - aveva “griffato” entrambe le segnature dei parmensi. Ma almeno il croato è ampiamente giustificabile perché si sta sbattendo anche per l’indisponibile compagno di reparto Sensi. Pertanto Conte tolga la maschera mazzarriana e ce la racconti giusta: in panchina le alternative - per quanto (forse) non eccelse - ce n’erano anche altre da provare (oltre ai subentrati effettivi De Vrij, Esposito e Politano) ed in ogni caso, se facevano parte dei convocati, vuol dire che sono degne di vestire la casacca nerazzurra. Altrimenti la società avrebbe provveduto a cederle anzitempo... A proposito poi del difensore uruguaiano e della (obbligatoria, sic!) difesa a 3 di Conte - per non dire di Skriniar, quest’anno piuttosto al di sotto dei suoi standard di rendimento visto che viene continuamente sballottato dal centro-sinistra al centro-destra della difesa, con l’inserimento “forzato” dell’unico difensore mancino Bastoni - non ci si può non chiedere come mai nessun addetto ai lavori abbia finora avuto il coraggio o, meglio, l’onestà intellettuale di muovere delle critiche alle scelte del tecnico circa l’unico modulo difensivo adottato. Altrimenti non si capisce perché a suo tempo Gasperini fu, invece, messo alla gogna per aver cercato di imporre la stessa difesa a 3 di oggi ai navigati (tipo Godin...) difensori centrali nerazzurri dell’epoca come Lucio e Samuel. L’unico pesce che in questo modulo a 3 ci sguazza alla grande è, per fortuna, l’olandese De Vrij, grazie anche alle sue comprovate doti di regista arretrato. Capitoli Candreva e Lukaku. Smettiamola, per favore, di incensare il (presunto) redivivo esterno romano. Pregevole rete col Borussia a parte, quello di ieri sera non può che essere derubricato letteralmente come un gol “di culo”, visto che la conclusione di Candreva ha fruito di una doppia deviazione, incocciando prima proprio il fondoschiena di Dermaku e poi uno stinco di Kulusevski. Si dirà della bontà del lavoro “oscuro” di Antonio e specialmente delle sue apprezzate (dal tecnico) coperture difensive, ma abbiamo forse smesso di contare quanti cross strampalati riesce ancora a sfornare in partita e quante finte e controfinte debba produrre per cercare di saltare (quasi mai, peraltro) il suo diretto avversario? O ci siamo forse dimenticati che nei 2 anni con Spalletti Candreva era entrato nel tabellino dei marcatori in un’unica occasione in Serie A, finendo spesso in panchina? Pare, infatti, che la mamma del tecnico di Certaldo non abbia mai detto al figlio allenatore: “Stupido è chi lo stupido fa”, in puro stile Forrest Gump ... Non voglio passare, paradossalmente, da detrattore nerazzurro, ma mi arrischio a prevedere che presto anche la luna di miele di Candreva con Conte finirà e l’esterno simil-Giaccherini riassumerà integralmente le mediocri vesti tecniche con le quali ha fino a ieri militato con la maglia dell’Inter. Ed infine può sembrare paradossale che il sottoscritto alimenti dei dubbi pure sul conto di un centravanti come Lukaku che - al suo debutto nel campionato italiano - ha peraltro segnato 6 gol in 9 giornate: ma tant’è. Intanto le reti, depurate dai 2 rigori, sarebbero “soltanto” 4 e poi non si può vedere un centravanti nerazzurro col 9 sulla maglia che agisce esclusivamente da sponda per i compagni per (quasi) tutta la partita come ieri sera. Ci si era abituati a ben altri finalizzatori. Infatti, occasione (viziata?) del gol a parte, Romelu ha centrato lo specchio della porta con la prima conclusione solo alle soglie dell’80°. A proposito di 80 e dei milioni (65+13 di bonus) che sarebbe costato ai nerazzurri: ma se Conte necessitava di un centrattacco che sapesse lavorare anche per la squadra non si sarebbe potuto accontentare (si fa per dire) di un alter ego come lo Zapata “bergamasco”, che sarebbe poi costato giusto la metà del belga? Considerazione finale su Ibrahimovic: sarebbe delittuoso se la società nerazzurra - stante la convalescenza almeno trimestrale di Alexis Sanchez - si lasciasse sfuggire un’occasione più unica che rara di provare ad ingaggiare - fosse anche per soli 6 mesi - un fuoriclasse portatore (a prescindere...) di titoli nazionali. E se anche il saggio Ancelotti - che pur dispone in rosa di 7 giocatori offensivi di cui ben 3 centravanti - si è fatto beffe della carta d’identità di Zlatan (38 primavere) per farsi sedurre dalle statistiche vincenti dello svedese, la società nerazzurra dovrebbe percepire il rischio che non si può lasciare libertà d’azione sul mercato di gennaio ad una diretta concorrente come il Napoli. Trattative per i vari Rakitic e/o Vidal a parte, ovviamente".
Orlando
"Il mezzo passo falso dell'Inter contro il Parma ha dimostrato, come affermato dallo stesso Antonio Conte, un dato di fatto inconfutabile. Affrontare una stagione, cercando di puntare l'asticella verso l'alto, senza una panchina che garantisca un adeguato turn over implica che si perda qualcosa. Se si esclude, infatti, la vittoria contro il Milan, che di questi tempi, con tutto il rispetto per i cugini, sembra un'armata brancaleone, al cospetto della Juventus, che forse avrebbe dato scacco matto lo stesso, e contro i ducali, anche se Brozovic e una difesa stranamente vulnerabile hanno dato il peggio, le fatiche di coppa si sono fatte sentire. Fatta questa doverosa premessa va precisato che l'Inter (seconda in campionato e seconda nel girone di Champions) sta conducendo una prima parte di stagione per come era nelle aspettative e nulla può esserle imputato. Anzi, bisogna ringraziare Antonio Conte per aver fatto si che l'Inter sia ritornata a essere una squadra degna di tal nome. Adesso ci sarà da affrontare, in una sette giorni dove non si può certo abbassare la guardia, Brescia, Bologna e Borussia Dortmund. Tre sfide che diranno molto in prospettiva futura con quella in programma in terra tedesca nella Nobil Europa, dove anche l'Inter (il Tottenham insegna) vorrà dire la sua, che imporrà ad Handanovic e compagni di porre le basi affinché il passaggio agli ottavi di finale non si complichi terribilmente... AMALA...!!!".
Francesco
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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