"La Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?". Il Corriere della Sera comincia con questo messaggio della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, il racconto di quanto avvenuto nei mesi scorsi sul caso dell'esame sostenuto da Luis Suarez all'Università per stranieri di Perugia. L'sms è indirizzato al capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, alle 11.34 del 3 settembre 2020. Fa parte dei documenti in possesso della Procura di Perugia, che indaga sui fatti.

"La ministra - scrive il Corsera - allega gli estremi della pratica avviata in passato dal centravanti uruguayano ancora del Barcellona, e alle 17.14 Frattasi le trasmette la risposta ricevuta dal Dipartimento competente: istanza rigettata nel 2019 per mancanza di conoscenza della lingua italiana; «se, come credo, vogliono riproporre una nuova istanza di concessione possiamo supportarli», in modo da «produrre correttamente quanto richiesto». Quattro minuti dopo De Micheli spiega: «Trattasi di un giocatore che la Juve vuole comprare. Non ha fatto l’esame perché sta da 11 anni in Europa. Ma non lo ha scritto nella domanda. Quindi mi consigli di mettere in contatto la Juve con un tuo dirigente per accelerare????». Risposta di Frattasi: «Sì,indirizzali a me, poi ci penso io»".

Il capo di gabinetto racconta poi ai pm che la sera del 3 settembre lo chiamò l'avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, "al quale trasmise il numero del telefono del prefetto Michele Di Bari, capo del Dipartimento per le libertà civili e Immigrazione". Mentre proprio la De Micheli specifica che la richeista d'aiuto sia arrivata dall'amico d'infanzia e concittadino Paratici. «Mi disse che la Juve stava comprando Suarez e l’accordo era quasi fatto... Si erano accorti che non aveva passaporto comunitario, cosa emersa a trattativa quasi conclusa, e quindi il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione», le parole riportato dal quotidiano. 

Il dirigente bianconero ha confermato nell'interrogatorio dell'11 novembre: «L’interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro all’anno netti, comprensivi di circa 1,5 milioni di bonus facilmente raggiungibili. C’erano poi altri bonus più difficili da raggiungere, fino a un totale di 10 milioni. L’accordo era un anno più 1 o 2 con una clausola di recesso a favore della società, dopo il primo anno». Questo perché, dice Paratici, la convinzione era che Suarez avesse già il passaporto comunitario, fatto che viene smentito dall'agente in un colloquio telefonico con lo stesso Paratici. Che ai pm dice: «Escludo di aver avuto contatti con il ministero dell’Interno o con altri ministeri. La mia partecipazione sulla vicenda si ferma ad aver dato mandato all’avvocato Chiappero, come già riferito». Proprio per questo, visto quanto emerso successivamente (i contatti con la Ministra) è indagato per false dichiarazioni. "L’inchiesta prosegue - scrive ancora il Corsera - per individuare altri eventuali coinvolgimenti e scoprire il motivo per cui — ottenuto il certificato di conoscenza della lingua italiana grazie all’«esame farsa» organizzato dall’Università per stranieri di Perugia, contattata tramite il direttore sportivo Fabio Cherubini — la Juve mollò l’affare Suarez nonostante ci fossero ancora i tempi per ottenere la cittadinanza. Tanto più che, come ricordato dalla vice-prefetta Antonella Dinacci, «l’urgenza della pratica era stata evidenziata dai miei superiori»".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 14 gennaio 2021 alle 10:14
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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