"L’origine di tutti i guai? Il ricorso contro la prima esclusione dalle coppe. Se il Milan avesse accettato quella sentenza relativa al triennio ‘14-17, invece di andare al Tas, ora avrebbe scontato il suo anno d’inferno in Europa League (visto poi com’è andata...) e potrebbe programmare il futuro europeo senza carichi pendenti. Non è più possibile". La Gazzetta dello Sport prova a fare chiarezza sugli scenari possibili per il club rossonero, nel mirino della Uefa per le violazioni del FFP.

Il rischio per il club rossonero è quello dell'esclusione dalle coppe. E la situazione del Manchester City non aiuta. "Il Milan ha una sentenza pendente (contro la quale è ricorso al Tas) per il ‘14-17 e una in arrivo per il ‘15-18 - spiega la rosea -. E ora ? In questi giorni è circolata la voce di una trattativa Uefa-Milan, francamente impossibile da tanti punti di vista. Intanto per il buon senso: perché mai Nyon dovrebbe scendere a patti con un club mentre sta per sanzionarne un altro (il City)? Ma soprattutto da un punto di vista giuridico. C’è infatti un procedimento disciplinare in corso e che si concluderà con una decisione a fine maggio/inizio giugno: come in un processo, non è che l’imputato possa chiedere al giudice una transazione prima della condanna... Quindi la sentenza arriverà. Altra voce: il Milan avrebbe sospeso il ricorso al Tas contro la prima sentenza. In realtà non l’ha fatto, almeno non riguardo al ricorso più importante". E proprio in questo senso, la vicenda legata ai Citizens non aiuta. "Altro scenario eventuale: il ricorso di altri club. Il regolamento prevede che «terzi interessati» possano ricorrere contro sentenze che considerano ingiuste e indirettamente punitive nei loro confronti. In dettaglio: un Milan non sanzionato, e qualificato alle coppe, potrebbe spingere Roma, Inter e Atalanta (per la Champions) o Torino (per l’Europa League) a far ricorso all’Uefa. Nella speranza di prendere il suo posto. Nella storia del fair play, però, non ci sono mai stati casi del genere. Rinunciare alle coppe (l’Europa League, non la Champions) in teoria è possibile. Ma sarebbe come quei giocatori che si fanno ammonire per saltare una partita minore: difficile che non abbia conseguenze. Gli effetti sarebbero negativi per il campionato: in caso di rinuncia non subentrerebbe nessuno, l’Italia resterebbe con soli 2 club".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 21 maggio 2019 alle 09:22 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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