"Molto prima della bellezza, serve la piena maturità e l’Inter a Roma ha dimostrato di non averla ancora conquistata". Questo l'incipit del pezzo d'analisi per la Gazzetta dello Sport di Luigi Garlando, a commento dell'1-1 tra i nerazzurri e la Lazio. "Domina il primo tempo e lo chiude in vantaggio con il terzo gol di fila di Lautaro - scrive il giornalista -. La Lazio, che ha ancora nelle ossa i 4 gol presi dall’Atalanta, va a prendere il tè avvilita da tre infortuni: Radu, Marusic, Bastos. Già a corto di cambi per l’ingeneroso mercato di Lotito, si ripresenta in campo con Parolo difensore centrale. In 7 minuti Lukaku e Lautaro sprecano un match-point a testa e al 10’, con tutta la leggerezza del mondo, Perisic si lascia saltare in testa da Milinkovic e Handanovic trafiggere sul suo palo. Non basta. Con l’uomo in più dal 24’ (espulso Immobile), l’Inter pensa bene di pareggiare il conto al 41’: espulso Sensi. Questa volta Conte non dirà di essersi divertito. Due punti buttati via. Primo posto lasciato all’Atalanta, che la bellezza l’ha trovata da tempo, e al Milan che, dopo la sosta, giocherà il derby in posizione di superiorità, come da un po’ non gli capitava. Alla Lazio e a Simone Inzaghi il merito di essere arrivati a riva con un punto, dopo aver nuotato contro corrente, soffrendo, per tutto il match. (...) In generale, per produrre la bellezza che pretende Conte, forse è opportuno che un lato del triangolo sia occupato da chi sa dettare in verticale (Brozovic, Sensi) o imbeccare da trequartista (Eriksen). Kantè-Barella alla base, con Vidal (Eriksen) vertice alto sarebbe stato l’ideale. In questa Inter non c’è uno dalle caratteristiche di Kanté: sarebbe stato la torta, non la ciliegina. Che poi Eriksen non sia entrato nei 5 cambi, neppure in superiorità numerica, fa riflettere. I gol sbagliati da Lukaku (soprattutto) e da Lautaro e il calo vistoso della mediana, sfiatata dal grande pressing, hanno rimesso in gioco una Lazio dal cuore grande. Conte è intervenuto a pareggio subito, prima con Sensi, poi con Brozovic, quando la Lazio è rimasta in dieci. Un’iniezione di qualità che ha prodotto il palo di Brozo. Forse, contro una sola punta (Correa), avrebbe anche potuto smontare la difesa a tre e raddoppiare la spinta sulle fasce. Sensi comunque ha bruciato in fretta la superiorità. Ingenuo perché si è messo nella condizione di essere punito, ma la sceneggiata di Patric è stata farsesca: prende il colpetto di Sensi, realizza che può scapparci il rosso e va giù in leggera differita. Ma anche Vidal, guerriero tatuato con la cresta, è parso esageratamente vulnerabile alla manatina di Immobile. Arbitri e Var colpevolmente spettatori. I comportamenti leali dovrebbero essere inclusi nella professione dello sportivo, in un periodo così drammatico forse si dovrebbe avvertire ancora di più il senso di responsabilità. Non solo in campo. Ce lo auguriamo". 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 05 ottobre 2020 alle 08:35
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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