La Premier League frena, la Serie A accelera. Se il mercato inglese, chiuso l’8 agosto scorso, fattura un miliardo e mezzo contro i due di qualche stagione fa, quello italiano sfonda, con il passaggio di Lukaku all’Inter, la soglia del miliardo. E il numero può essere ritoccato verso l'alto visto che mancano ancora due settimane al gong del 2 settembre di una sessione in cui potrebbero muoversi Icardi, Higuain e Dzeko.

I due dati statistici di cui sopra - precisa il Corriere dello Sport - vanno contestualizzati: la Premier ha 'risparmiato' in una logica di assestamento dopo i grandi investimenti degli ultimi dieci anni, mentre in Italia si gioca d’azzardo sull'energia economica dell’Inter che è tornata ad aprire il portafoglio come non faceva da molte stagioni. L’effetto è stato quello di trainare non solo il Napoli, ma una buona parte dei club di fascia media, come Fiorentina, Bologna e Cagliari, a spendere di più. Non è detto che questa campagna acquisti possa riequilibrare sportivamente un campionato che da otto stagioni è monopolio di una sola squadra. Sia perché la Juve resta comunque una delle società che hanno speso di più, sia perché altre variabili potrebbero avere maggior peso di quella finanziaria.

"Sta il fatto che la serie A ha fatto ancora una volta il passo più lungo della gamba - la riflessione del quotidiano romano -. Un segnale viene dal monte ingaggi, che cresce molto più velocemente dei fatturati strutturali delle società. Vuol dire che un calcio con introiti da stadio irrisori e da sponsorizzazioni modesti, con poca fiducia nei vivai e con una sostanziale dipendenza dai diritti tv insegue un target qualitativo incompatibile con la sua fragilità finanziaria. E si indebita sempre di più, se pure maschera in parte un buco di ormai 4 miliardi con plusvalenze gonfiate, che quest’anno dovrebbero superare gli 800 milioni di euro".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 14 agosto 2019 alle 10:56
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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