Intervista della Gazzetta dello SportTony D'Amico, diesse dell'Atalanta, tra i protagonisti dell'estate del mercato italiano. Inevitabile un passaggio sulla vicenda Lookman.

Quando e come diventa ds?
"Sono a vedere le finali Primavera e ritrovo Fusco, nel frattempo al Bologna. Mi chiede come ho visto Mattia Vitale, giovanili Juventus. Faccio una relazione verbale, me ne chiede un’altra, un’altra, poi cambia domanda: «Devo rifare l’area scouting: ci sei?». Me lo chiede di nuovo quando va a Verona, poi l’upgrade : “Tu sei tagliato per fare il ds”. Non ci credevo, inizio a farlo quando lui - stagione 2017-2018 - si dimette. Gli dico: “Mi dimetto anche io”. “No, tu resti”. L’estate dopo Maurizio Setti apprezza un paio di cessioni: “Se te la senti, il ds lo fai tu”. Sensazione pazzesca, quando ho telefonato a Federica, mia moglie, mi tremava la voce".

Lei a Verona decideva tutto, anche la marca dell’acqua minerale: com’è stato passare a lavorare in equipe, con Luca Percassi?
"Difficile all’inizio, molto formativo: a Verona ero troppo istintivo a volte, mi è servito a disciplinarmi. Ma i miei principi restano gli stessi: lealtà, rispetto, l’importanza di risolvere problemi quotidiani".

Il colpo più importante da ds?
"Quello che verrà. Potrei dire Amrabat preso in prestito e rivenduto a 20 milioni. Ma anche Zaccagni, trovai la chiave per aiutarlo a maturare caratterialmente. In ordine d’importanza non saprei scegliere".

È più bravo a comprare o a vendere?
"Non devo dirlo io. Diciamo che vendere bene è possibile se hai comprato bene".

Più stressante l’agosto 2024 per affrontare il caso Koopmeiners o il 2025 con Lookman?
"Casi molto simili e non piacevoli da vivere. Devi gestire l’oggi dimenticando che sono ragazzi con cui ieri hai vissuto mille cose. Sei costretto ad andare oltre certe emozioni che hai ancora addosso: è dura".
 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 12 settembre 2025 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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