"Mi godo il momento, è un buon momento, le cose stanno andando molto bene. Ho visto il derby. I ragazzi sono tranquilli". È un Amadeus fiducioso quello che si presenta ai microfoni del Corriere dello Sport a poche ora da Inter-Roma. 

Parla da mister, però oggi a San Siro l’avversario si chiamerà Roma. 
"Arriva Mourinho. L’emozione è tanta, non lo nascondo. Un allenatore che noi interisti abbiamo amato tanto, per il Triplete e non solo, per tutto quello che ha dato nei suoi anni all’Inter. Un allenatore amato e ricambiato da un intero popolo". 

Uno che non si dimentica. 
"No. La stima resta infinita. I miei amici romani e romanisti finalmente mi capiscono... Tutte le volte che ho parlato loro di Mourinho, che ho speso elogi e complimenti. Ora sanno a cosa mi riferivo". 

A cosa, lo dica anche a noi. 
"È un allenatore forte. Uno che sposa il club a cui si lega, che fa il tifo e che diventa il primo tifoso. Un grande comunicatore e un trascinatore unico. Ecco perché si ama". 

Tanto da chiamare un figlio con lo stesso nome? 
"Io in realtà seguivo Mourinho già dai tempi del Porto. Una volta, io e Giovanna, che era in attesa da pochi mesi, lo abbiamo incontrato su un volo per Lisbona. Lì ho deciso che mio figlio si sarebbe chiamato così. Lei mi ha dato del matto...". 

Non è l’unico legame con Mou, suo papà è nato lo stesso giorno dell’allenatore di Setubal. 
"Già, il 26 gennaio. Evidentemente era destino, in qualche modo le nostre vite si incrociano". 

Calcio a parte, Mourinho potrebbe essere un ospite ideale per il suo Festival? 
"In effetti, non ci ho mai pensato. Sarebbe un super ospite, mi piacerebbe. Aggiungo, avere sul palco di Sanremo sia Mourinho sia Inzaghi sarebbe bello. Intrigante e chissà che non accada". 

Metterebbe insieme passato e presente della sua Inter. Un copione perfetto.  
"Mourinho ha scritto pagine di storia dell’Inter, ma diamo a Simone Inzaghi quel che è di Inzaghi. Non aveva e non ha un compito facile, ma ha lavorato e sta lavorando sulla testa dei giocatori e la cosa funziona. Ora è la sua squadra, quella che voleva, gioca come vuole lui ed è in corsa su più fronti. Noi interisti crediamo in quel che sta facendo. L’allenatore è importante, ma anche la squadra lo è. Sempre". 

Allora l’uomo decisivo di Inter-Roma per Amadeus? Ne ha uno? 
"Dico Dzeko che è un ex, per lui sarà di certo una partita speciale contro il suo passato recente, ma potrebbe non essere il solo. Mi viene in mente Calhanoglu, una bella punizione... non sarebbe una cattiva soluzione". 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 23 aprile 2022 alle 12:30
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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