Una buona Inter conferma le indicazioni fornite dalle precedenti amichevoli e lo fa in un test di livello internazionale, contro la Dinamo Kiev di Mircea Lucescu (assente per l'occasione) al Brianteo di Monza. Squadra solida, infastidita più dai moscerini che dagli avversari e trame molto interessanti davanti, a tratti spettacolari come l'azione che porta alla rete del momentaneo 1-0. Nel complesso, dunque, Simone Inzaghi può ritenersi soddisfatto in vista dell'esordio in campionato tra una settimana contro il Genoa, anche se in attacco la coperta è sempre corta nonostante l'esordio soddisfacente di Edin Dzeko. Ecco, a seguire, quali giocatori hanno brillato di più e quali meno, con la consapevolezza che nessuno merita un'insufficienza per quanto visto in campo:
I PIU'
BARELLA - Bene sin dall'inizio, tanto movimento e copertura sapiente degli spazi anche allargandosi quando Darmian taglia. Bushchan gli nega la rete dopo pochi minuti, ma non può nulla quando il campione d'Europa piazza nell'angolino di sinistro un pallone servitogli da due colpi di tacco di Dzeko e Sensi. Non pago, manda in porta il bosniaco con un lancio preciso. Sempre nel vivo del gioco anche nell'area avversaria. Il motore sta riprendendo i soliti giri.
PERISIC - Legittima le parole di Inzaghi che non vedeva l'ora di lavorare con lui: altra prestazione da pendolino sulla corsia mancina, rifornimenti costanti ai compagni in area, uno contro uno efficaci e sacrificio in fase difensiva. In gran spolvero, le vacanze gli hanno davvero fatto bene e un pimpante Dimarco farà fatica a togliergli il posto nell'undici titolare.
DZEKO - Non doveva neanche giocare per questioni burocratiche, regala alla platea televisiva 45 minuti di spessore. La forma ancora non è la migliore, normale sia così però il talento e il senso tattico sono sempre gli stessi. Entra nella giocata da ping pong che porta alla rete di Barella, poi si mette in proprio sul lancio dello stesso, bullizzando il povero Bushchan che commette l'errore di sfidarlo su un pallone vagante. Da apprezzare anche i movimenti su tutto il fronte offensivo e la ricerca della manovra prima che dell'uno contro uno.
SENSI - La rete del 3-0 può essere simbolica per lui: un inno alla caparbietà con cui vuole riprendersi quello che un fisico fragile e tanta sfortuna gli hanno tolto negli ultimi mesi. Da sotto punta è un po' spaesato, gli manca la gamba per andare a pressare alto e qualche riferimento per dar sfogo alla propria qualità tecnica. Quando arretra nel traffico però è un distributore di caramelle per i compagni (confeziona con Dzeko il vantaggio nerazzurro e con un velo geniale mette Calhanoglu nelel condizioni di segnare). Sotto voce, senza proclami, possiamo dire che sta tornando.
I MENO
CALHANOGLU - Primo tempo sotto tono, qualche errore tecnico non da lui e una partecipazione quasi stantia alla manovra. Guizzi pochi, giocate troppo conservative. Nella ripresa potrebbe nobilitare la sua prestazione con la rete del 3-0, ma Zabarny salva sulla linea un tiro a botta sicura. Nessuna bocciatura, ci mancherebbe, solo una pausa sulla strada dell'ambientamento alla nuova realtà.
BASTONI - Strano per uno che è ormai va considerato un conto in banca, però contro la Dinamo Kiev è stato tra i meno precisi del pacchetto arretrato. Nessun errore grave, solo un paio di volte fuori posizione e qualche passaggio impreciso. Bazzecole prevedibili quando si lavora tanto durante la settimana e la lucidità non sempre ti accompagna.
I PIU'
BARELLA - Bene sin dall'inizio, tanto movimento e copertura sapiente degli spazi anche allargandosi quando Darmian taglia. Bushchan gli nega la rete dopo pochi minuti, ma non può nulla quando il campione d'Europa piazza nell'angolino di sinistro un pallone servitogli da due colpi di tacco di Dzeko e Sensi. Non pago, manda in porta il bosniaco con un lancio preciso. Sempre nel vivo del gioco anche nell'area avversaria. Il motore sta riprendendo i soliti giri.
PERISIC - Legittima le parole di Inzaghi che non vedeva l'ora di lavorare con lui: altra prestazione da pendolino sulla corsia mancina, rifornimenti costanti ai compagni in area, uno contro uno efficaci e sacrificio in fase difensiva. In gran spolvero, le vacanze gli hanno davvero fatto bene e un pimpante Dimarco farà fatica a togliergli il posto nell'undici titolare.
DZEKO - Non doveva neanche giocare per questioni burocratiche, regala alla platea televisiva 45 minuti di spessore. La forma ancora non è la migliore, normale sia così però il talento e il senso tattico sono sempre gli stessi. Entra nella giocata da ping pong che porta alla rete di Barella, poi si mette in proprio sul lancio dello stesso, bullizzando il povero Bushchan che commette l'errore di sfidarlo su un pallone vagante. Da apprezzare anche i movimenti su tutto il fronte offensivo e la ricerca della manovra prima che dell'uno contro uno.
SENSI - La rete del 3-0 può essere simbolica per lui: un inno alla caparbietà con cui vuole riprendersi quello che un fisico fragile e tanta sfortuna gli hanno tolto negli ultimi mesi. Da sotto punta è un po' spaesato, gli manca la gamba per andare a pressare alto e qualche riferimento per dar sfogo alla propria qualità tecnica. Quando arretra nel traffico però è un distributore di caramelle per i compagni (confeziona con Dzeko il vantaggio nerazzurro e con un velo geniale mette Calhanoglu nelel condizioni di segnare). Sotto voce, senza proclami, possiamo dire che sta tornando.
I MENO
CALHANOGLU - Primo tempo sotto tono, qualche errore tecnico non da lui e una partecipazione quasi stantia alla manovra. Guizzi pochi, giocate troppo conservative. Nella ripresa potrebbe nobilitare la sua prestazione con la rete del 3-0, ma Zabarny salva sulla linea un tiro a botta sicura. Nessuna bocciatura, ci mancherebbe, solo una pausa sulla strada dell'ambientamento alla nuova realtà.
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