La Serie A è pronta a ripartire, ma con il protocollo attuale è alto il rischio di doversi fermare di nuovo. E stavolta sarebbe probabilmente uno stop definitivo. Al Corriere dello Sport, i professori Fabrizio Pregliasco Massimo Andreoni indicano altre strade possibili da seguire per evitare problemi.

Le parole di Pregliasco.

Come evitare la quarantena per tutti se c’è un contagiato in squadra? 
"Test sierologici per vedere le immunoglobuline G e M e tamponi a tutti prima del ritorno agli allenamenti, e non solo ai calciatori. Vedere se ci sono immunizzati, ossia calciatori che sono risultati positivi in passato e poi negativizzati ma che hanno sviluppato anticorpi. Tamponi e test vanno ripetuti ogni settimana, per tenere sempre sotto controllo il quadro coronavirus. E, se possibile, disegnare il calendario in modo che ogni squadra giochi ogni 14 giorni. Cioè le partite ogni settimana, ma sfalsate in modo tale che ogni squadra giochi ogni 14 giorni. Praticamente il tempo di una quarantena". 

Per avere un’alta sicurezza quando fare i tamponi? 
"Test sierologici a tutti prima per avere il quadro complessivo di chi è immunizzato perché o ha avuto la malattia o perché entrato in contatto con il virus senza avere poi sintomi. Ai positivi si fa il tampone per vedere se sono infettanti e cioè hanno il virus a livello delle vie aeree superiori. E si isola chi è infettivo. In seguito, un tampone il giorno prima della partita, se negativo non può infettare nessuno dopo 24-48 ore dal tampone. Se positivo si mette in quarantena solo lui. Periodicamente va ripetuto il test sierologico, ma già il tampone prima di ogni partita intercetta chi per caso si infetta a casa o uscendo con gli amici, non rispettando le regole del distanziamento. Allo stadio difficile infettarsi se non vi sono spettatori e se tutti quelli che possono accedervi sono già sotto monitoraggio, compresi gli arbitri ovviamente". 

Le parole di Andreoni.

È solo un problema di test, allora? 
"Sì, occorre pianificare una batteria periodica di tamponi a cui sottoporre i giocatori. Una proposta fattibile e scientifica per riaprire il campionato in sicurezza per me è la seguente: test sierologici e tamponi prima di ripartire, tamponi prima di ogni partita e quarantena solo per i casi positivi, tenendo ovviamente tutti gli altri sotto stretto controllo medico per quanto riguarda sintomi di base: temperatura, tosse, raffreddore, cefalea, nausea, disturbi di olfatto e gusto. Lo staff sanitario della squadra dovrà tenere un diario clinico di ognuno, anche degli stessi sanitari e di chi lavora a contatto con la squadra. E quanto propongo non riguarda solo il mondo del calcio ma anche tutte le attività che impiegano più persone e che riaprono nella fase 2. Se c’è un operaio positivo in fabbrica che cosa accade? Si richiude la fabbrica per 14 giorni? O si trova un protocollo di sicurezza che però non porti a una fase 2 a singhiozzo".

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Sezione: News / Data: Gio 28 maggio 2020 alle 18:15 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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