"Un giudizio sulla Var? Estremamente positivo. Nel 2014 partecipai alla prima riunione in cui venne discussa l’opportunità di dotare l’arbitro di un supporto tecnologico. È uno strumento che sarà sempre più utilizzato. Perciò ne semplificheremo l’utilizzo, riducendone i costi e le persone coinvolte".

Pierluigi Collina, ex arbitro italiano, promuove la tecnologia nel calcio a disposizione della classe arbitrale, anche se il suo utilizzo ha qualcosa da rivedere. "In Italia sicuramente il ricorso alla Var va perfezionato: è come un bambino che ha imparato a camminare, non ancora a correre - ha aggiunto -. L’obiettivo è quello di uniformare il suo utilizzo dappertutto. Davanti a una regola che si presta a essere interpretata, l’uniformità è difficile, soprattutto quando chi interpreta viene da esperienze calcistiche diverse. La tecnologia serve anche a ridurre la difformità di giudizio".

"Se noi punissimo solo gli atti volontari, i rigori sarebbero pochissimi. Chi è il giocatore che colpisce volontariamente il pallone nell’area di rigore? Proprio per questo è stata cambiata la regola: prima la volontarietà era la conditio sine qua non, invece è solo una delle condizioni che rendono punibile il contatto tra mano o braccio e pallone - aggiunge Collina sui falli di mano -. La più ovvia e banale. Ma ci sono altre situazioni dove non c’è dolo, ma colpa. E anche quella va sanzionata. La colpa nasce quando le braccia sono in una posizione che non è giustificata dal movimento del calciatore".

Collina chiude ricordando un aneddoto di campo che riguarda anche i nerazzurri. "’Inter-Juve del ’97 con Hodgson, allenatore dei nerazzurri. Mi sembrò una cosa naturale spiegargli il perché di una decisione atipica. Un gol segnato dall’Inter era stato inizialmente convalidato dall’assistente e solo dopo aver sentito la sua spiegazione, colpo di testa di un difensore, avevo capito che non aveva visto quello che per me invece era chiaro, e cioè che era stato Zamorano a colpire il pallone verso Ganz, che quindi era in fuorigioco quando aveva segnato. Ho sempre pensato che il miglior modo per far accettare una decisione sia spiegarla ed è quello che feci. Prima con Bergomi in campo e poi con Hodgson, che dandomi la mano mostrò a tutti di aver capito".


Sezione: News / Data: Sab 13 novembre 2021 alle 13:53
Autore: Raffaele Caruso
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