Oggi sarà avversario, ma Riccardo Meggiorini non può dimenticare l'esordio in nerazzurro nel 2004, lui che era un canterano. "Ero in ritiro a Bologna con la Primavera quando il team manager mi avvisò: “Preparati, Recoba e Vieri non ce la fanno: vai a Cagliari con la prima squadra”. Il giorno dopo giocai, ma successe tutto talmente di corsa che non riuscii nemmeno a capire quello che era successo", racconta l'attaccante del Chievo alla Gazzetta dello Sport.

Come era arrivato all’Inter?
"Con un provino contro la Juve. Feci gol su punizione, non la mia specialità. Era destino".

È ancora legato a qualcuno del mondo nerazzurro?
"Il primo contratto l’ho firmato con Ausilio. Rivedo sempre volentieri il direttore, una figura importante per la mia crescita. Poi, se continuo a vederlo, vuol dire che gioco ancora in A...".

Con Di Carlo si è già vista un’inversione di marcia.
"Ha cambiato la mentalità, dando fiducia a tutti e trattando giovani e veterani allo stesso modo. E ha ricompattato squadra e ambiente".

Non a caso sono arrivati anche pareggi contro le big.
"Quando sei ultimo e riesci a fermare il Napoli e la Lazio non solo chiudendoti in difesa capisci che sei sulla strada giusta".

Cinque gare senza sconfitte.
"Stiamo trovando forza nelle prestazioni e nel lavoro, nelle parole di Di Carlo che sono uno stimolo a dare il massimo. La squadra è viva, ha delle linee guida precise. Dobbiamo solo ottenere la prima vittoria".

Troppo ambizioso pensare di battere l’Inter?
"Sarebbe un grande regalo di Natale. L’Inter è fortissima, ma noi con le big ci esaltiamo (oltre a Napoli e Lazio, pari anche in casa della Roma, ndr). Dobbiamo sapere soffrire e sfruttare le poche occasioni che ci concederanno".

Sezione: L'avversario / Data: Sab 22 dicembre 2018 alle 09:37 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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