Mentre il mercato infiamma questi ultimi giorni di agosto, l'Inter deve concentrarsi soprattutto sul campo. Domani sera all'Olimpico andrà in scena una partita speciale per Luciano Spalletti, che torna da avversario dei giallorossi, ma soprattutto una gara fondamentale per i nerazzurri, al primo scontro diretto stagionale. Di questo e altro l'allenatore di Certaldo ha parlato oggi in conferenza stampa, al Suning Training Centre. Diretta testuale su FcInterNews.it.
Come si immagina il ritorno all'Olimpico?
"Lo immagino per come l'ho vissuto, Roma non mi è indifferente, ho voluto bene a quel gruppo di giocatori, ho avuto un rapporto professionale di altissimo livello e ci torno con tutto l'entusiasmo possibile. Poi loro possono accogliermi come vogliono. Se incontro Francesco saò ben contento di abbracciarlo, tra me e lui nessun conto in sospeso, da parte mia è così. Sarà un piacere".
L'accoglienza potrà condizionare la tua squadra?
"No, la Roma non ha bisogno di stimoli. Noi dobbiamo cercare qualcosa di più per trovare delle soluzioni per essere al loro livello, per competere con squadre forti. Il nostro campionato verrà misurato da queste partite e noi dobbiamo farci trovare pronti. Se non giochiamo in questi campi da squadra forte verremo travolti".
E' deluso per non aver portato a casa nessuno dei nomi che venivano fatti sul mercato?
"Assolutamente no, l'Inter ha già i suoi campioni. Io sono felice di lavorare con questi giocatori che mi hanno fatto vedere di che pasta sono fatti. Sotto l'aspetto della qualità delle persone ho poco margine d'errore. Questa è una squadra forte. Fossimo stati più ordinati all'inizio del mercato si poteva mirare subito a quello che era il percorso che dovevamo fare. Invece all'inizio abbiamo mirato a situazioni diverse che non si sono portate a casa. Nel calcio capita di dover modificare il percorso, io sono orgoglioso di averlo fatto con il club in base alle situazioni che ci chiamavano in causa".
Nel processo di crescita della squadra che impatto avrebbe una vittoria o una sconfitta?
"Dal mio punto di vista conta la prestazione. Ho letto di trasferta difficile, campo difficile, tutto vero. Ma la prima qualità deve essere tua, essere squadra. Noi affrontiamo un avversario forte ma se sei organizzato nel calcio non ci sono trasferte. Dipende da come ti proponi. Non ci sono squadre fortissime, ma quelle che si giocano il risultato con te e noi dobbiamo sapere che ci sono occasioni nel calcio che capitano oggi ma non domani. Questa qualità di essere dentro con la testa e i muscoli ed essere un blocco unico dobbiamo già mostrarla nonostante il poco tempo".
Firmerebbe per ripetere gli stessi risultati a Roma qui all'Inter?
"Non firmo nulla, non metto limiti né pongo paletti che possono essere smentiti dal lavoro dei ragazzi. Ho fiducia in loro, hanno potenzialità importanti e lo sapevo anche prima. Ho a disposizione le mie stelle, qualcuna va un po' rispolverata e di conseguenza si va a giocare come si è fatto anche in estate, quando si è visto che non ci siamo nascosti dietro ai cartelloni pubblicitari. Questa deve essere la nostra storia. Non possiamo modificare quello che è avvenuto ma possiamo mettere dentro un percorso importante. Dipende sempre da come lavoriamo. Quelli che alleno dal mio punto di vista sono i più forti, non penso che il mio avversario abbia qualcosa di più. So di avere a disposizione potenzialità e le voglio mettere in pratica".
Le parole di Totti le hanno fatto dispiacere?
"Penso di conoscerlo abbastanza bene. L'ho visto sorridente, perfettamente nella sua persona ieri durante il sorteggio Champions. Spero faccio ciò che voleva fare, ne sarei contento. Poi io ho il mio amore da distribuire e per lui ce n'è. Ho ricevuto molta qualità da Francesco, mi ha fatto vivere partite splendide, ha segnato gol da falso nueve di grande qualità. Non ho problemi di alcun genere con lui, sono tranquillissimo. Io ormai alleno l'Inter e ho un vero nueve e lo alleno con grande piacere, mi riempie tutti gli spazi di pensiero. A Roma ho avuto tanti grandi calciatori, la Roma ha un motore e una scocca forte, ha Manolas, Strootman, De Rossi, Nainggolan, Dzeko, Perotti, Alisson... Dicono siano in difficoltà col terzino destro, lo sceglierei volentieri e metterei Florenzi per l'affetto che nutro per lui, lo rivedrei in campo come avversario, è bene che giochino quelli forti. C'è Emerson che doveva fare il parcheggiatore a Trigoria e invece giocherà in Nazionale perché è fortissimo. Ventura me lo chiese prima di chiedergli di vestire l'azzurro".
Cosa dell'Inter di domenica scorsa non vuole rivedere?
"Quella mezz'ora quando abbiamo abbassato il livello della nostra qualità. Dobbiamo essere continui, squadra che accende subito e spinge, dobbiamo essere una squadra che ha facilità di palleggio, un blocco unico intorno alla palla, che dà continue letture di alzare la linea difensiva o abbassarla con gli attaccanti. Ci saranno momenti in cui saremo costretti ad abbassarci per la forza dell'avversario".
Quali sono le stelle da rispolverare?
"I nostri calciatori hanno qualità, il discorso è in generale, non creo delle difficoltà psicologiche. Perisic e Icardi hanno fatto vedere di essere due da Gran Premio, sono partiti forte. Qualcuno deve migliorare, dobbiamo migliorare nell'essere squadra, blocco, nell'essere nelle condizioni di dividersi i vantaggi e gli svantaggi durante una partita di calcio. Domenica scorsa Perisic ha fatto vampate per rientrare, ma state tranquilli che quei 100 metri gli verranno restituiti per le sue qualità".
Lei ha sempre detto che si fida dei suoi direttori. C'era bisogno di averne due per unmercato che lei ha definito normale? O cosa è cambiato in questo mese e mezzo?
"Capisco il suo punto di vista, servirebbero approfondimenti. Ma si va a giocare a Roma e non mi metto a fare polemiche. Noi abbiamo una società forte, nell'Inter tutti hanno un ruolo ben definito, tutti fanno il loro lavoro. Ho chiesto tre-quattro giocatori e sono arrivati. Dalbert era già nel mirino della società, Vecino e Borja li conosco bene e li ho chiesti, poi siamo stati costretti a sterzare perché Kondogbia faceva richieste che all'inizio pensavamo di far rientrare, poi ha continuato e i direttori sono stati bravi a portare a casa un giocatore forte come Cancelo. Poi non dipende dai direttori se inizialmente si pensava di arrivare a una certa quota e poi non è stato più possibile a causa di paletti, regole, buon senso e logica che nel calcio va usata. Essere dentro le regole è fondamentale, qualcuno deve iniziare a farlo. Poi abbiamo conosciuto meglio la nostra squadra e siamo riusciti, anche se c'è da fare qualcosina, a creare un gruppo forte che possa soddisfare le nostre ambizioni".
Dabert e Cancelo vengono dall'estero, sono tatticamente da plasmare o li ha trovati a un buon livello?
"Io penso che chiunque di noi sia chiamato a fare un lavoro abbia la convinzione di poter mettere mano allo stesso e dare indicazioni. Si sta ricercando un modo di stare in campo che prevede equilibri. Loro sono molto offensivi, il che va bene perché noi vogliamo essere propositivi. Ma al contempo c'è da alternare questa caratteristica. Ci sono dei tempi di scappata per il reparto difensivo che bisogna conoscere, basta poco perché l'avversario prenda il tempo alla linea difensiva. Questa deve comportarsi come un blocco unico e in questo c'è da fare qualche passettino. Poi se li lasci andare a briglia sciolta sono cavallini che vanno oltre le possibilità. Cancelo è più attratto dal ruolo di terzino, non è uno da spalle girate. Ha bisogno di partire da dietro e questo lo facilità. Poi però c'è una fase difensiva perché troveremo esterni fortissimi. Sono due giocatori da Inter".
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