Per chi ama le scommesse, Massimo Moratti ne ha fatta una rischiosissima, ma che se vincente potrà dare incredibili soddisfazioni al presidente dell’Inter. Via Ibrahimovic, dentro Arnautovic. Un avvicendamento che apparentemente non ha alcun senso, considerando che uno è uno dei migliori attaccanti al mondo, mentre l’altro un giovane ventenne di belle speranze e nulla più. Ma leggendo tra le righe è facile capire perché l’Inter abbia insistito tanto per portarsi a casa Marko Arnautovic, giovane punta di 192 centimetri che promette di diventare un fenomeno del calcio internazionale. Tra il dire e il fare c’è di mezzo la prova del campo, è vero, ma in giro per il mondo poca gente poteva garantire caratteristiche simili a quelle del genio svedese, oggi vestito di blaugrana. E l’identikit di Arnautovic corrisponde, per molti versi, a quello dell’Ibra di inizio carriera: giocate illuminanti, poca propensione al gol ma assist, dribbling e tutto ciò che serva per esaltare il pubblico e aiutare la squadra ad andare a segno.
Di lui si sa ben poco, anche perché a 20 anni la carriera non ha molto da raccontare. Nato nell’aprile del 1989 a Florisdorf, in Austria, Arnautovic ha mosso i primi passi calcistici nella squadra locale, per poi alternarsi tra il ’98 e il 2006 tra Austria Vienna, Rapid Vienna, First Vienna e ancora Florisdorfer. Poi, nel 2006, il Twente lo nota e lo porta nella squadra riserve, ripagato nella stessa stagione da 5 reti in 8 partite. Ma è nel 2006/07 che Arnautovic realizza l’exploit: 22 gol in 24 partite, quanto basta per essere promosso in prima squadra proprio nello stesso campionato, quando esordisce nell’aprile 2007 contro il Psv Eindhoven sostituendo Kennedy Bakircioglu. Che non si trattasse di un fuoco di paglia all’epoca era già noto a tutti, tant’è che nell’estate 2008 (dopo 14 presenze in Eredivisie senza reti) il Feyenoord tentò vanamente di strapparlo al Twente, ottenendo però un rifiuto da parte del ragazzo stesso, stimolato dal rapporto con il tecnico Steve McClaren, che gli dava fiducia schierandolo a destra nel tridente offensivo.
Una fiducia ripagata la scorsa stagione, quella della definitiva consacrazione, da 12 gol in 28 partite, niente male per un 19enne che partita dopo partita attirava gli sguardi dei club principali a livello internazionale. Con una crescita così esponenziale, la chiamata in Nazionale non è tardata e l’11 ottobre 2008 Arnautovic ha esordito con la maglia dell’Austria contro le Fær Øer. Il resto è storia recente, con la sfida tra Inter e Chelsea per acquistarne i servigi, iniziata nel maggio scorso, poi quel misterioso infortunio al pide che ufficialmente ha indotto i Blues a tirarsi fuori, le visite mediche e le difficoltà a trovare un’intesa tra Inter e Twente, una volta stabilito che il ragazzo sarebbe guarito nel giro di qualche mese.
Oggi Arnautovic, dopo un periodo di riabilitazione in Italia, può finalmente considerarsi un giocatore nerazzurro, il desiderio di sempre mai celato. È stato lui stesso a scegliere l’Inter e a dire no al Chelsea, che ha sfruttato il suo infortunio per nascondere il rifiuto ricevuto da parte di un giovane austriaco semisconosciuto, che ambisce a ripercorrere la carriere di Ibrahimovic. Nel 2010 lo vedremo in campo, sperando che sia al 100% e possa dare un saggio del suo talento. Si tratta di una scommessa e l’eredità lasciatagli nelle mani è pesantissima, ma la voglia di far bene non manca e questo è il primo di una lunga serie di passi per entrare nel cuore dei tifosi interisti.
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