La musica non cambia, l'Inter non fa in tempo a godersi la prestazione e la vittoria di mercoledì scorso contro il Torino e piomba nuovamente nei suoi limiti caratteriali ormai palesi, personalizzando l'ora legale e iniziando a giocare contro la Sampdoria solo 60 minuti dopo il fischio d'inizio. La sconfitta è solo l'amara conseguenza di quanto visto in campo, sfortuna compresa (perché a volte te la vai a cercare), con giocatori vittime delle proprie contraddizioni e di una scarsa empatia con il loro tecnico, che evidentemente non viene seguito come auspicherebbe fin troppo ottimisticamente.
TABU' RISPETTOSO - Noto tifoso interista, forse per rispetto nei confronti dei colori nerazzurri Marco Giampaolo non si era mai azzardato a togliere 3 punti all'Inter negli scontri diretti affrontati finora. Una tabù che, ieri sera, il tecnico ha deciso di risolvere per regalare una gioia ai sostenitori blucerchiati e per regalarsi ulteriore fiducia dopo la vittoria nel derby di una settimana fa. Se avesse potuto, avrebbe probabilmente battuto più volentieri il Milan o la Juventus (che invece hanno fatto bottino pieno), ma alla fine i punti non hanno colori e alla Sampdoria fanno sempre comodo. La fede nerazzurra rimane comunque.
IL LUNGO HALLOWEEN - Inevitabile il riferimento ad Halloween, che i tifosi dell'Inter vivono in anticipo di un giorno. Di dolce, al Ferraris c'è ben poco e ad emergere è lo scherzetto che la Sampdoria, con firma creativa di Quagliarella, fa alla truppa di Frank de Boer. Il quale, è il caso di dirlo, continuerà a vedere ancora le streghe. Serata da horror, vuoi per l'approccio alla gara, vuoi per i vani tentativi di agguantare la salvezza, tutti andati a vuoto. La sensazione è che l'Halloween di FdB durerà oltre la mezzanotte di oggi, e che i soliti pensieri negativi sul suo futuro saranno difficili da arginare. In società servirà una buona dose di buon senso per non cedere alla crudeltà dei numeri. Ben venga.
MALEDIZIONE JUVENTUS - Sembra di vedere un film già visto: esaltante vittoria sulla Juventus, in rimonta per giunta, ambiente carico a mille e inizio della discesa senza soluzione di continuità. E' accaduto all'Inter di Andrea Stramaccioni nel 2012, si sta replicando nell'Inter di Frank de Boer. In entrambi i casi, battuta a sorpresa la Juve, per la squadra nerazzurra è stato l'inizio della fine, con risultati sempre più negativi fino al termine del campionato. L'andazzo è purtroppo lo stesso, anche se in un contesto scoraggiante De Boer può sorridere a denti stretti pensando al precedente: Stramaccioni arrivò sì nono (al netto di una serie infinita di infortuni), ma rimase al suo posto fino al termine della stagione. Esito che l'olandese si augura.
ORECCHIE CHE FISCHIANO - Risolta la questione interna, Mauro Icardi si è potuto tuffare nell'antipatia che lo accompagna durante le trasferte. A Genova poi, il termometro segna temperature sempre piuttosto alte. Lui fa spallucce, dopotutto è abituato ad apostrofi sonori non certo di stima e rispetto. Il tifo blucerchiato non ha dimenticato e difficilmente dimenticherà il suo addio e il modo in cui si è messo in auto sulla Genova-Milano. Per l'argentino una sconfitta sotto tutti i punti di vista, perché rispetto al passato non è riuscito a replicare sul campo al 'caloroso' benvenuto ricevuto. Prestazione deludente e un gol clamoroso fallito nell'unica occasione in cui Silvestre gli ha concesso una boccata d'ossigeno.
LA STECCA DEI TENORI - E' durato lo spazio di quattro giorni l'entusiasmo nato dal passaggio (forzato, inutile nasconderlo) a un centrocampo tutto qualità e palleggio. L'idea di poter vedere un'Inter meno muscolare e più tecnica in mediana, con Joao Mario, Banega e Brozovic è a dir poco stuzzicante e contro il Torino si è persoino materializzata in ottimo materiale di cui disquisire e su cui val la pena insistere. Poi arriva Genova, Marassi, la Sampdoria e le sensazioni intriganti lasciano spazio al negativismo: ok il palleggio, ma non c'è filtro. Nessuno dei tre tenori ha collaborato al tamponamento dei blucerchiati, il linguaggio del corpo è preoccupante. E dietro, mentre in mezzo si cercava di cantare, hanno letteralmente ballato. Inevitabile porsi La domanda: esperimento su cui insistere, o Medel è troppo importante e va aspettato con ansia?
DOLCETTO E SCHERZETTO - Peccato che la serata sia finita male, perché prima del fischio d'inizio Piero Ausilio, evidentemente di buon umore e carico di ottimismo, aveva regalato un dolcetto ai tifosi nerazzurri rispondendo a una domanda su Marco Verratti e dicendo che l'Inter lo ha già preso. Wow, meraviglia delle meraviglie. In realtà quel dolcetto altro non era che uno scherzetto, subito chiarito dal direttore sportivo onde evitare titoli da urlo il giorno dopo. Eppure, fosse stato vero, forse la serata del popolo nerazzurro non sarebbe stata poi così amara.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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