Massimo risultato, massimo sforzo: con due gol nei momenti decisivi, l’Inter spezza le reni di una gagliarda SPAL e apparecchia il rotondo 4-0 con cui regola i conti del posticipo della trentatreesima giornata di Serie A. Al termine della quale è seconda in classifica, con la miglior difesa del campionato e il secondo miglior attacco, dietro la corazzata Atalanta. Sono numeri che fanno riflettere, soprattutto al termine di settimane burrascose in cui l’opinione pubblica sembrava aver sentenziato la fine del progetto tecnico di Conte all’Inter. Che rimaneggia la squadra e vince con la forza del gruppo: Ranocchia gioca una partita sontaziosa contro un ottimo Petagna, Biraghi sigla la sua miglior stagione statistica di sempre (2 gol e 4 assist) e Gagliardini continua il percorso di crescita dopo il black out totale contro il Sassuolo. Domenica questo gruppo sarà chiamato a una risposta importante, all’Olimpico contro la Roma di Fonseca: all’andata fu uno scialbo 0-0, nella gara che precedette l’eliminazione in Champions League contro il Barcellona. Ora è cambiato tutto, ma l’Inter è ancora in cerca di risposte. Conte le esige, soprattutto in un match in cui si alza il coefficiente di difficoltà.
RISCATTO - Chi continua a dare i giusti feedback all’allenatore interista è Alexis Sanchez. Mattatore assoluto contro il Torino, replica lo show anche contro la SPAL, fornendo un assist e siglando il suo terzo gol con la maglia dell’Inter. Al di là dei numeri, è impressionante la quantità di palloni che il cileno fa gravitare nella sua zona, smistando sapientemente passaggi ai compagni. Contro il Toro ha creato dieci occasioni da gol, contro la SPAL riesce a essere incisivo in ogni fase del match. Il risveglio della Maravilla sembra essere arrivato alle fasi finali: ora c’è bisogno di un acuto importante, la firma sul miglior periodo di Sanchez all’Inter: le ultime cinque partite saranno una battaglia dietro l’altra e finalmente Conte può disporre di tre centravanti da ruotare. Con l’imminente rientro di Lukaku, i tifosi interisti potrebbero vederne delle belle.
MIRINO - Inutile dirlo, gli occhi di tutti erano concentrati su di lui: Christian Eriksen sembra un personaggio schivo, ma nell’ultimo periodo si è letto e detto talmente tanto sul suo conto che ogni sua azione è vivisezionata. Assurdo pensare che per un giocatore della sua classe si viva nell’eterno limbo “Campione o bidone?”, perché il gioco non funziona in questo modo. Ieri sera Eriksen non ha segnato, ma ha giocato con la squadra.
Guardando i dati, ha fornito due così detti “third pass”, ovvero quei passaggi che portano all’assist per un compagno. È successo con il gol di Sanchez come per il gol di Gagliardini. Il danese è ancora lontano dall’essere perfettamente integrato nel sistema e lo si vede quando accelera troppo il taglio o staziona a centrocampo richiedendo il pallone tra i piedi. Ma è innegabile che si stia tracciando un percorso che, col tempo, potrebbe pagare dividendi enormi. E quelli che dicono che a Conte è inviso per gli screzi societari, basterebbe ascoltare i primi 15’ di gara; come testimoniato anche dai bordocampisti, il tecnico salentino ha parlato molto con Eriksen, rincuorandolo e spronandolo. A fine gara ha detto che “deve sciogliersi”, ma per il resto Conte ha avuto solo buone parole per quello che potrebbe essere una delle chiavi di volta della nuova Inter che verrà.
RIMPIANTI - Inutile negare che con la Juventus in difficoltà, a soli sei punti di distanza vien da pensare il fatidico: “Cosa sarebbe successo se…”. Ma per l’Inter rischia di essere un boomerang, perché questa squadra ha ancora molta strada davanti a sé. È all’inizio di un nuovo ciclo, al contrario di Lazio e Atalanta. E innegabilmente ha a disposizione meno talento della Juventus di Sarri, che alcune partite le vince per inerrzia. Non è ancora il momento dei rimpianti, certo è che alcune situazioni bruceranno, quando il campionato sarà finito. Qualsiasi verdetto uscirà dalle ultime cinque gare.
Perché finora l’Inter ha avuto uno dei migliori calendari a disposizione e i risultati comunque sono stati altalenanti. Adesso inizia un mini tour de force in cui si affronteranno Roma, Fiorentina, Genoa (che sarà verosimilmente ancora invischiato nella lotta per non retrocedere), Napoli e Atalanta. L’obiettivo è sigillare la Champions League quanto prima, e in tal senso vincere domenica potrebbe essere vitale. Tenere dietro una Lazio boccheggiante (che lunedì gioca contro la Juventus) e quel treno in corsa che è l’Atalanta, sarebbe la ciliegina sulla torta. I risultati hanno dimostrato che non è ancora il momento giusto per competere per l’obiettivo grosso. A meno di situazioni imprevedibili, in cui però l’Inter nell’ultimo periodo si è trovata spesso dalla parte sbagliata della storia. In fin dei conti, finché il pallone rotola, non è ancora tempo di bilancio. C’è da conquistarsi il futuro sul campo.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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