1-2 ed Europa appesa a un filo. L'Inter esce dal ' Giuseppe Meazza' con l'ennesima beffa stagionale, resa ancor più pesante dal momento dell'avversario (Juventus euforica 'a mille', in piena corsa per il Triplete) e dall'impossibilità di approfittare del passo falso interno della Sampdoria contro la Lazio di ieri sera. Ora restano due gare, 180' che tra Genoa ed Empoli diranno se la creatura nerazzura formato 2015-2016 parlerà solo italiano o se il biglietto per l'Europa è ancora qui, a portata di mano.
AAA CERCANSI 'FORTI' - Mancini lo ha detto, continua a ripeterlo e anche nel post-match lo ha nuovamente sottolineato: "Dobbiamo costruire una squadra forte, con giocatori di qualità ed esperienza che aiutino quelli che abbiamo. Dovranno aiutarli a migliorare". Insomma, tutte le strade portano a Yaya Touré. Inutile e ormai superfluo nascondere che, nelle intenzioni dell'allenatore, sarà proprio il classe '83 del Manchester City il faro della squadra, l'uomo-guida attorno al quale i giovani dovranno crescere e quelli più esperti migliorare e alzare il proprio status di 'giocatore normale'. Perché quello visto finora non può bastare, e proprio uomini come il possente centrocampista di Sekoura Bouaké sono quelli in grado di alzare, quasi da soli, la concezione che la squadra ha di sé (vedi Pirlo quando arrivò alla Juventus nell'estate del 2011). Da aggiungere però che il solo 42 Citizens non basterebbe a rendere totalmente competitiva la rosa attuale, e quindi saranno necessari ulteriori interventi di primissimo livello, oltre a 'tagli' necessari. Con o senza Europa e con il peso FFP sempre presente, il tecnico jesino non smette comunque di ribadire il concetto che Thohir non si tirerà indietro in sede di mercato, con l'obiettivo di allestire una squadra in grado di competere per lo scudetto, nonostante il difficile momento economico. Forse la sicurezza del Mancio può essere interpretata anche come un messaggio chiaro e netto indirizzato proprio al tycoon, che ora dovrà cercare di accontentarlo in tutti i modi e nel minor tempo possibile. Sì, molto velocemente perché l'estate passa in fretta e il kick-off del nuovo campionato non aspetta. Acquisti importanti e in poco tempo, perché 'luglio è già ora'.
ASSENZE PESANTI - Una più dell'altra. Senza Hernanes e Guarin, contro la Vecchia Signora il centrocampo nerazzurro ha palesato lacune in fase di posseso senza l'imprevidibilità del colombiano e, soprattutto, la verve totale del Profeta, il vero valore aggiunto di questa squadra nell'ultimissimo periodo. Con Medel consueto 'schermo difensivo', il coach ha scelto la baby coppia tutta croata Kovacic-Brozavic nei ruoli di mezzala, anche se la mossa (obbligata, o quasi, viste le assenze di cui sopra e la panchina per Gnoukouri) ha limitato proprio il classe '94 di Linz per la presenza di Shaqiri. In più di un'occasione, infatti, l'ex Bayern Monaco si è ritrovato a pochi passi del numero 10 che ha visto così limitato il proprio raggio d'azione, anche se alla fine la prova non è stata certamente negativa. In questo pesante ko interno, peccato per l'assenza di un Hernanes finalmente 'formato Lazio', che fortunatamente riprenderà per mano l'Inter già a partire da Genova, il penultimo atto di un campionato maledetto. In attesa di viaggiare in direzione Marassi, in questa domenica da spettatori, il Mancio e i suoi uomini non potranno fare altro che tifare ancora nerazzurro. Sì, quello della Dea che cerca il punto salvezza proprio contro il Grifone. Forse solo in questo modo, di fianco alla scritta 'Europa', domani sera non ci sarà 'the end', quella che sarebbe la triste sentenza di un'annata amara.
HAND(R)A... VIA? - Uno dei migliori delle ultime stagioni è certamente lui, riassunto che da solo spiega le difficoltà di una squadra che ultimamente, di schiaffi, ne ha presi decisamente troppi. Il mercato non è ancora aperto, ma i cancelli di Appiano Gentile per lui, forse, lo sono già. Non per volere della società, ma per la sua volontà che lo porterà probabilmente a difendere quei pali da Champions League che a Milano non vedrà nemmeno l'anno prossimo. Professionista esemplare, personalità silenziosa ma pungente quando serve e quanto basta, il suo rinnovo sembra sempre più lontano, e lo stesso Mancini nelle ultime settimane non ha fatto mistero che al gigante di Lubiana quella 'musichetta', quella dolce melodia manca. Manca, eccome se manca. Il prossimo 14 luglio saranno 31 le candeline da spegnere, ed è anche comprensibile che in questo momento della propria carriera, così tanto particolare, un giocatore voglia provare qualcosa di nuovo e più importante. Il club farà i conti del caso, e con un contratto in scadenza tra un anno il 'grazie e arrivederci' sembra essere la scelta migliore. La 'papera' sul gol di Morata? No problem, il ruolo è crudele. Dopo anni di parate tutti faranno finta di non aver visto quel tuffo un po' troppo goffo. Un tuffo che non può comunque essere la cartolina di un probabile addio di un portiere così importante. Genoa ed Empoli serviranno per sceglierne una certamente migliore.
Francesco Fontana
Autore: Redazione FcInterNews.it
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