Marco Branca a tutto campo ai microfoni di Inter Channel. Un'intervista della quale il sito ufficiale dell'Inter propone alcuni stralci. Il direttore tecnico nerazzurro debutta esprimendo un auspicio per l'anno nuovo: "Continuare il 2010 con grandi soddisfazioni come nel 2011: stiamo lavorando per questo, è nella nostra mente da tanti anni cercare di fare sempre meglio perché questa squadra non si accontenta. Ripartiamo con l'intensità giusta sperando che la conseguenza di tutto questo lavoro poi venga da sola". Immancabile, poi, un flash-back sul 2010: "Un anno che lascia una soddisfazione enorme, anche personale, che credo possa essere anche un obiettivo di vita da un punto di vista sportivo e professionale, e nello stesso tempo anche grande stimolo, perché è bellissima questa cosa di vincere e di veder provate delle emozioni così grandi da chi vive con te da tanti anni".
Il pensiero corre, inevitabile, a un giocatore: "Penso a Zanetti, che ha giocato con me il primo anno nel 1995 e che per qualche anno con altri come Stankovic e Materazzi si è sentito dire qualsiasi cosa negli stadi, d'Italia e d'Europa, ma che poi ho potuto vedere con le braccia alte con varie coppe da alzare e tanti titoli consecutivi. Il segno che mi piace di più, perché è il segno della continuità, del lavoro, della costanza mentale e fisica, e quindi di molti sacrifici nella vita mentale e privata. Vedere tutta questa soddisfazione nei volti dei giocatori, del presidente e della sua famiglia mi fa felice". L'obiettivo è quello di non fermarsi qui, anche perché "se uno si ferma a fare due conti di quello che ha già vinto fa la cosa sbagliata. Io sono soddisfatto di tutti questi anni di lavoro, durante i quali io ho contribuito nella piccola parte che è di mia competenza a far felici i nostri tifosi e tutta la famiglia Moratti".
Domani Marco Branca compirà 46 anni e, secondo il dt nerazzurro, il regalo più bello sarà quello di "poter trascorrere il compleanno con la mia squadra, la squadra che amo".
"Credo che come club abbiamo dimostrato di saper vincere con molti tecnici. Questa stagione è partita e si è sviluppata con qualche difficoltà, ma abbiamo dimostrato di essere uniti tutti, tra mille infortuni fisici e un incastro mentale non perfetto, che stentava nel migliorare. Non voglio essere troppo ottimista ora, perché poi c'è il lavoro giorno dopo giorno e le partite vanno giocate e sofferte, con il nostro spirito che ci ha contraddistinto, però c'entusiasmo", ha dichiarato Branca, con riferimento al cambio da Benitez a Leonardo. E intanto è arrivato Andrea Ranocchia, "uno sforzo temporale di una decisione già presa. Lui sarebbe sicuramente arrivato per giugno perché faceva già parte delle nostre mire tecniche da tanti anni, ma poi lui ha lavorato molto dopo l'infortunio, ha dimostrato carattere, e con l'infortunio di Samuel si era reso necessario. L'unico modo per non perdere competitività era prendere il più bravo che c'era, ovvero lui. Da parte dell'Inter mi sembra che sia stata sempre privilegiata la qualità, non la nazionalità. Se poi la qualità è italiana va bene, siamo ben felici. Noi abbiamo inoltre piacere che dalle nostre giovanili escano molti bravi giovani, se poi dopo hanno anche la capacità di dimostrare che possono stare dentro San Siro, meglio. Giocare nell'Inter a San Siro non è facile, giochi in 11, giochi con la squadra, ma poi nel momento di difficoltà giochi da solo, e quindi devi avere la personalità e le doti tecniche per farlo".
Nelle parole di Branca torna ancora il capitano. "Io non lo so quando smetterà e non ci voglio neanche pensare, non ci vuole pensare nessuno e neanche lui ci vuole pensare. Quando sarà il momento lo capirà lui, quello che so è che si è tolto tutte le soddisfazioni del mondo con noi, oltre a tutte le insoddisfazioni (sorride, ndr)".
Nuovo anno e vecchi obiettivi: "Voglio che il 2011 sia un anno pieno di spirito Inter come lo sono stati gli ultimi anni e che si sviluppi ancora di più la passione dei nostri tifosi, che possano cominciare ad avere la cultura del bicchiere mezzo pieno".
Infine, inevitabile il riferimento al mercato e, in particolare, a Sanchez: "Se arriva a gennaio? Di quale anno?", svincola con una battuta il dt. "Noi abbiamo sempre lavorato per tempo, ma quando parlavo del bicchiere mezzo pieno pensavo anche al fatto che negli ultimi anni sono stati fatti degli sforzi considerevoli per raggiungere la vetta del mondo. Ora, contemporaneamente a un'esigenza economica mondiale e a delle direttive che riguardano tutti, credo che sia giusto e onesto non pretendere chissà quali sforzi se poi vanno a danno della salute del club. In questo momento a maggior ragione non possiamo permetterci di sbagliare niente".
Autore: Christian Liotta
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