Esordio in campionato per l'Inter, attesa questa sera dalla sfida di San Siro contro il Torino. Il presidente nerazzurro Beppe Marotta presenta l'appuntamento ai microfoni di Sky Sport.

Come parte l'Inter? 
"Parte come tutti gli anni, rispettando la storia e i colori di questo glorioso club, sapendo che dobbiamo lottare contro avversari di valore. L'obiettivo è dare il massimo di sé per raggiungere magari qualche traguardo che significa qualche trofeo".

Come mai il cambio di strategia sul mercato? Prima si parlava di Lookman...
"Intanto partiamo da questo: secondo noi è un atto di forza da parte della società il fatto di aver trattenuto i giocatori più importanti, rinunciando a delle richieste. In subordine abbiamo tentato di cogliere quelle che erano le opportunità. In questo mercato italiano, che ormai dobbiamo considerare di secondo piano, non si possono più fare pazzie e bisogna essere molto creativi e quindi abbiamo così colto quelle che potevano essere delle opportunità. Si è parlato di Lookman, non lo nego, ma si è trovata una società come l'Atalanta che giustamente aveva pieno diritto di non metterlo sul mercato. Per cui quella è stata un'opportunità. Dopodiché abbiamo continuato e ci siamo focalizzati su quello che un nuovo modello che era quello di investire nei giovani. Abbiamo aggregato a questa rosa cinque giovani, uno è Pio Esposito che arriva del settore giovanile, e la loro età media è di 21 rispetto ai 29 all'età media generale. Significa che stiamo appunto modellando una rosa in sintonia con quelli che sono i programmi della proprietà e anche del club".

Un difensore arriverà solo in caso di uscita? Pavard sembra destinato a restare.
"Esattamente così. Noi in questo momento possiamo dire che non siamo alla ricerca di un difensore perché non ne abbiamo un'esigenza ma chiaramente mancano ancora circa 10 giorni, quindi vedremo se ci saranno opportunità in generale. E ora non intravedo delle opportunità. La squadra comunque è forte, competitiva. Il reparto difensivo è costituito da elementi di garanzia. Poi vedremo, può succedere che il giocatore voglia andar via e chiaramente lo sostituiremo ma in questo momento però non prevedo cambiamenti radicali". 

Cosa vi ha convinto a puntare su Chivu?
"Noi prima abbiamo identificato il profilo dell'allenatore adatto a questo nostro modello di cui ho parlato poco fa, poi abbiamo ritrovato in in Chivu tutte quelle componenti che cercavamo, come il senso di appartenenza. È stato un giocatore dell'Inter che ha vinto Triplete ed stato tanti anni con noi. Il fatto di aver allenato con successo per tanti anni settore giovanile dell'Inter, avendo vinto i titoli, il fatto di avere una mentalità che si sposava in pieno con quello che cercavamo noi, con la nostra filosofia. Ne è venuto fuori ripeto il profilo che cercavamo per cui abbiamo fatto una scelta che non è di ripiego. Si parlava di Fabregas, ma non è così: Fabregas era uno dei candidati come è giusto che in un'azienda quando tu cerchi un direttore generale, vai alla ricerca di diversi candidati, non di uno. Poi la scelta è caduta su Chivu perché giustamente aveva tutti i requisiti che noi cercavamo". 

Questa Inter è più forte di quella dello scorso anno?
"Non lo so, il cambiamento del tecnico porta delle variabili. Mi manca la competizione dei nostri competitor, il Napoli è la più forte e deve difendere lo scudetto. Siamo obbligati a recitare un ruolo da protagonista, credo che la squadra sia forte".

Come giudica Thuram? Nel 2025 ha avuto un calo.
"Vero, ma ha avuto anche fastidi muscolari e non era mai al 100% ma ha dovuto giocare perché doveva farlo e quindi ha fatto delle performance di livello più basso rispetto a quelle dell'anno prima. Ora la rosa penso che diaa Chivu la possibilità di gestire meglio i cambi. Credo non ci siano così tante partite come l'anno scorso, il fatto che si possa ricorrere al turnover può essere più frequente rispetto al 2024/25".

Sezione: Focus / Data: Lun 25 agosto 2025 alle 20:37
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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