Servirà probabilmente un faccia a faccia a cavallo di Ferragosto per ricomporre le crepe degli ultimi giorni: in casa Inter albergano, infatti due anime che in realtà vogliono la medesima cosa. Vincere. Da un lato Antonio Conte, che puntualmente ad ogni intervista, fa capire senza troppi giri di parole di volere 5-6 rinforzi di assoluto livello per portare l'Inter in alto. Quel "mi sono dovuto adattare a una situazione predefinita" dei giorni scorsi miscelato alla frase: "A fine stagione farò le mie valutazioni" non è passato inosservato e suona come un monito alla società. In questa stagione il tecnico salentino ha provato a rilanciare elementi reduci da annate in chiaroscuro. In alcuni casi è riuscito nell'opera taumaturgica (Candreva), in altri c'è stato ben poco da fare (Gagliardini, Vecino). Anche sul mercato in alcuni casi Conte ha accettato soluzioni low-cost in ruoli cardine (Moses, Biraghi e il mancato arrivo di una punta a gennaio) per andare incontro alle esigenze societarie del club più che per reale convincimento tecnico. In estate però serve una campagna acquisti di alto livello stile quella dell'estate 2009, in cui Mourinho rivoluzionò la squadra reduce da 4 scudetti di fila per vincere tutto.

Stavolta l'obiettivo sarebbe quello di vincere lo Scudetto, che manca dalle parti di Appiano Gentile ormai da un decennio. Parafrasando il Conte furioso post Verona: "Bisogna capire quanto si è vicini al poter vincere". Ovviamente la proprietà ritiene di aver fatto sforzi e investimenti importanti in questa stagione (Lukaku, Barella, Eriksen e Godin) per allestire una rosa superiore a quella delle stagioni passate. Una squadra in grado di arrivare almeno seconda e che nelle ultime giornate ha dilapidato e lasciato per strada tanti punti contro squadre di seconda fascia. Bastava fare un filotto contro Sassuolo, Bologna e Verona per essere in scia alla Juve. Basti pensare alle tante rimonte subite nel girone di ritorno (Lecce, Cagliari, Lazio, Sassuolo, Bologna e Verona) che sono costati i punti di distacco dalla vetta, al netto dei due scontri diretti persi. Insomma, questa Inter può e deve fare di più rispetto all'attuale quarto posto. Lo impongono gli investimenti, decisamente più ingenti rispetto a quelli della gestione Spalletti (ricordate il mercato a costo zero di Sabatini?).

Ecco perché la proprietà si aspetta dallo stesso Conte un salto di qualità. Nel mezzo l'ad Beppe Marotta che sta mediando tra le parti per trovare la sintesi giusta. D'altronde, seppur con punti di vista diversi a oggi, l'imperativo di tutti è uno solo: riportare l'Inter alla conquista di un trofeo. Per farlo serve chiarezza e una visione comune convinta da parte di tutti. Ecco perché servirà guardarsi negli occhi e capire se tutti condividono gli stessi obiettivi e progetti.

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Sezione: Esclusive / Data: Ven 10 luglio 2020 alle 23:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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