Un ottimo lavoro, anche se in tanti (troppi) non l'hanno ancora capito. Mi riferisco all'operato di Erick Thohir, presidente nerazzurro che ieri nel pomeriggio di Nanchino ha festeggiato uno storico passaggio di proprietà dopo aver ceduto il 68,55% del club (mantenendone il 31%) a Zhang Jindong, presidente di Suning Commerce Group e proprietario dello Jiangsu Suning ma, soprattutto, nuovo proprietario di FC Internazionale Milano.

Nel corso dell'intervista che il tycoon indonesiano ha rilasciato ai microfoni di InterChannel ho notato un passaggio che ho apprezzato particolarmente, ovvero quello in cui, oltre a confermare di voler mantenere le proprie quote, esprime l'augurio per veder rispettato da parte di tutti quello fatto nel corso di questi tre anni nel corso del proprio mandato. Una pretesa convinta e assolutamente legittima, ma a quanto pare non per tutti i tifosi interisti, che ancora oggi - a trattativa felicemente conclusa - fanno fatica a sottolinearlo e ad ammetterlo.

Invece ET è stato bravo, molto bravo nel portare avanti un'operazione che, tra valorizzazione delle quote e parte di debito che SCG dovrà onorare, si aggira sui 600 milioni di euro. Il presidente dell'Inter ne riceverà infatti 270, per una valutazione di circa 380 milioni, senza dimenticare i debiti (220 milioni di Goldman Sachs e 110 corrisposti dallo stesso tycoon), per una cifra complessiva, nel caso in cui il gruppo cinese acquisisse anche il restante 31%, superiore ai 700 milioni.

Insomma, rispetto al passaggio di proprietà di tre anni or sono il valore della società appare oggi raddoppiato: Mister T acquisì l'Inter sborsando 250 milioni per il 70%, con un valore pari a 350 milioni. Si dice che la matematica non sia un'opinione, e se nel corso delle ultimissime settimane tale detto non è cambiato, beh... scontato dire che il pres abbia svolto un ottimo lavoro.

Dispiace tanto, tantissimo per l'uscita di scena di Massimo Moratti (a tal proposito mi auguro di vederlo protagonista in veste di advisory board, nonostante le smentite dello stesso), ma è giusto andare oltre qualsivoglia tipo di sentimento, non soffermandosi solamente sulla storia e su ciò che è stato. Ora è tempo di futuro. L'ex patron avrà per sempre un posto speciale nella storia di questa società e di tutto il calcio italiano, ma è anche onesto ammettere che la situazione che l'indonesiano trovò nel novembre del 2013 non era certamente rosea.

L'attuale presidente ha cercato di fare il massimo a livello tecnico, grazie soprattutto all'aiuto dell'ottimo Piero Ausilio (tanti applausi per lui, una sorta di riconoscimento che però ho notato poche volte) e di Roberto Mancini (grande nome che sta contribuendo in maniera decisiva in questa ri-crescita dell'Inter), cercando al contempo di 'salvare' un club che nelle ultime stagioni ha navigato in cattive acque dal punto di vista economico (le decisioni prese dalla UEFA e il Financial Fair Play lo testimoniano).

A tutto ciò, ecco questa grande trattativa condotta nel silenzio e in tempi brevissimi, con prospettive differenti e una serenità ritrovata dopo i tanti dubbi del recente passato. Ovviamente il giudice supremo resterà per sempre il risultato, ma in attesa di conoscere e (questa la speranza) applaudire l'operato dei nuovi proprietari, onesto riservare un 'ben fatto' a colui il quale è riuscito a comprare e rivendere al meglio questo club leggendario. Well done, Erick. Anche se in tanti (troppi) non l'hanno ancora capito.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 07 giugno 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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