"Chi entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare" scrive Paulo Coelho ne "L'Alchimista". Il percorso dell'Inter, attuale e degli ultimi anni, somiglia, per certi aspetti, a una traversata del deserto. Per la fatica, gli ostacoli, un'oasi che a tratti si avvicina e a tratti si allontana. Ed è difficile restare immuni dal rischio allucinazioni.

Esistono però possibili appigli, possibili e anzi auspicabili punti di riferimento da mantenere durante la traversata. L'Inter che sta portando avanti un progetto ambizioso e al tempo stesso credibile, porta anche avanti un progetto a lungo termine e al tempo stesso complicato. Far quadrare i conti presenta le medesime difficoltà del tornare ai vertici, o anche solo del lottare per provare a starci. Prima di riuscirci servono due cose che in Italia, forse nel calcio in generale, non esistono: tempo e fallimenti (non si sa se più costosi o più dolorosi). Chiedere a Manchester City e Psg che qualcosa in materia dovrebbero sapere.

Ma torniamo agli appigli e ai punti di riferimento. Senza giri di parole: Icardi e Skriniar. Il primo viene puntualmente e volutamente messo al centro delle discussioni dalla moglie-agente ogni volta che c'è da intavolare una trattativa con il club per il rinnovo del contratto. E allora ecco che per tirare l'acqua al suo mulino la signora Wanda Nara nella stessa trasmissione, ma a distanza di poche settimane, passa da "gli unici contatti che Mauro ha avuto con la Juve sono i gol che gli ha segnato" a "la Juve voleva Icardi con CR7 ma siamo stati noi a dire no". Passando per punzecchiature social e, alla fine, una sorta di messa in ridicolo di un club che dimostra di voler tenere in ostaggio a colpi di tweet e di gossip.

Prendere o lasciare viene da dire perché la famiglia Icardi fa discutere fuori dal campo tanto quanto poi il numero 9 sa mettere tutti a tacere con prestazioni, gol e numeri. Non si trovano in giro attaccanti così, alla sua età. Può valere 100 milioni ma sostituirlo sarebbe complicato. Al Milan, ad esempio, non è bastato andare a prendere colui che ha segnato di più in Serie A negli ultimi tre anni per trovare finalmente un numero 9 decisivo e determinante. Personalità, incisività, grinta, leadership, capacità di fare la differenza: Icardi le ha.

Per questo l'Inter dovrebbe trovare la soluzione per il suo rinnovo e la soluzione per far parlare documenti ufficiali a cose avvenute anziché i post social di Wanda che a intervalli regolari di tempo sente l'esigenza di porsi al centro di tutto. Occasione d'oro per Marotta, il cui arrivo in nerazzurro non è stato ben visto da chi non gli perdona il passato da dirigente della Juve e certe dichiarazioni beffarde proprio contro l'Inter. A lui spetta, infatti, il compito di far vedere quanto la presenza di un professionista di lunga esperienza serva a mettere tutto e tutti al proprio posto: lecita qualunque richiesta da parte della procuratrice di un attaccante fortissimo, inaccettabile mettere in scena, di nuovo, l'ennesimo teatrino per attirare l'attenzione e voler mostrare di essere quella col coltello dalla parte del manico. Si discute negli uffici di Corso Vittorio Emanuele, non entro i 280 caratteri di Twitter.

Personalità, incisività, grinta, leadership, capacità di fare la differenza: Icardi le ha come le ha Skriniar. Altro appiglio, punto di riferimento per la difficile traversata del deserto. Vale 100 o molto di più. Probabile, quasi certo, che valga molto di più. I difensore forti sono da sempre una rarità e ancor più rari lo sono in questo periodo. Lo slovacco non ha prezzo perché oltre a essere fortissimo è stata una bellissima intuizione, è giovane e può rappresentare quello che l'Inter ha l'ambizione di diventare: un top club che i suoi top player li tiene stretti e attorno a loro costruisce.

Quelli di Icardi e Skriniar sono i rinnovi più intricati e costosi sul tavolo dei dirigenti nerazzurri. Eventuali plusvalenze le farei con chiunque altro, non con loro. Ma bisogna anche essere bravi a spegnere le sirene che potrebbero accendersi in vari punti d'Europa. Soprattutto ora che il mercato sta per riaprire le proprie porte. A maggior ragione occorrono punti fermi, in campo e dietro la scrivania: per mettersi al riparto dai Wandalismi del mercato.

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 dicembre 2018 alle 00:00
Autore: Giulia Bassi / Twitter: @giulay85
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