Rilassati, sorridenti, sereni. Freschi e riposati al punto giusto, la cosa migliore anche perché da adesso ci sarà indubbiamente da sudare, senza dubbio. Non sarà stato magari tanto scenografico e ricco di pubblico come quello, avvenuto lo stesso giorno pochi chilometri in là, del nuovo Milan di Massimiliano Allegri, ma il giorno del raduno della nuova Inter targata Walter Mazzarri ha comunque il suo significato particolare. Un po’ come tutti i raduni, si può dire: no, forse questa volta lo è un po’ di più. Perché è il raduno che, non fa mai male ricordarlo, segna l’inizio della stagione che per l’Inter deve essere quella buona per girare pagina dopo le innumerevoli traversie del passato e tornare a recitare un ruolo importante in questo campionato. L’atmosfera da primo giorno di scuola, coi sorrisi che hanno contraddistinto le facce di coloro che si rivedevano dopo molto tempo come di quelli che si affacciavano ufficialmente per la prima volta alla Pinetina, del resto, si è sciolta subito.

Tutti immediatamente al lavoro, guidati dal nuovo comandante e dai suoi fidi scudieri, tutti in elegante maglia grigia, e tutti subito di corsa, agli ordini di Giuseppe Pondrelli. Perché sarà pure il primo giorno, ma qui non c’è assolutamente da perdere tempo: subito un assaggio di corsa per i ragazzi convocati, che proseguiranno anche oggi prima della partenza per il ritiro estivo, il terzo consecutivo in quel di Pinzolo, che anche quest’anno, come da consuetudine, seguiremo da vicino coi nostri inviati. Pinzolo dove si comincerà a sudare davvero, come del resto lo stesso allenatore aveva annunciato nel giorno della presentazione ufficiale. Correre, faticare, sudare: in poche parole, il credo del tecnico di San Vincenzo, che sin da subito ha voluto chiarire questi punti. Compresi quelli dei dialoghi individuali coi giocatori della rosa, iniziati ieri: il modo scelto per chiarire sin da subito quello che l’allenatore vuole da ciascuno di loro. Responsabilizzare tutti sin dal primo giorno, la via maestra del lavoro di WM.

E’ pertanto iniziata una nuova stagione:  la stagione che tutti i tifosi auspicano, come detto, essere della grande rivoluzione, dopo due annate che più nere non si può. Una rivoluzione che comincia da Appiano, dalla nuova guida tecnica, dalla voglia dei giocatori che c’erano di tornare a fare bene e dimenticare il passato, e di quelli che sono arrivati, che da subito vorranno dimostrare di valere questa maglia e di essersi meritati questa chance così grossa. Senza dimenticare quelli che, in un modo o nell’altro, dovranno arrivare: Mazzarri avrebbe voluto già a Pinzolo la rosa completa o quasi, alla fine non sarà propriamente così. Ma il lavoro non manca, le trattative in entrata sono ben note, anche se per il momento a fare più clamore sembrano essere le uscite: salutato Dejan Stankovic, giocatore che ha lasciato un ricordo indelebile nell’Inter e viceversa, adesso le porte di Appiano sono pronte ad aprirsi per Ezequiel Schelotto, per il quale un prestito potrebbe essere l’ideale per rigenerarsi e ritornare più carico e giocarsi le sue carte di fronte a Mazzarri che per ora non lo vede nel suo progetto, e per Matias Silvestre, che sta ancora vestendo un po’ i panni del Re Tentenna.

C’è un’Inter il cui futuro balla tra Milano e l’Indonesia, e ne abbiamo parlato ampiamente; c’è un’Inter che deve ancora vedere completato il proprio mosaico; ma soprattutto, da ieri c’è un’Inter che è tornata in campo, che è tornata a faticare. Per iniziare un nuovo cammino che si spera possa portare a traguardi importanti, perché due anni così per una società con questo nome sono francamente già tanti. Un cammino lungo dieci mesi, che passerà anche dalla Germania e dagli Stati Uniti, unici bagliori internazionali dopo tantissimi anni di presenza costante nelle Coppe Europee. Un’Inter, insomma, che col primo, piccolo passo è tornata a correre. E a inseguire traguardi importanti in un viaggio lungo mille chilometri.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 09 luglio 2013 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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