L’Inter viene depredata, non c’è altro termine, di una vittoria meritata per mezzo di una decisione sconcertante, un rigore fischiato in una sorta di tempo supplementare che l’arbitro Abisso ha allungato di almeno due minuti, per poi dare vita ad una tragicomica farsa.
Al 96° D’Ambrosio intercetta un pallone in area col petto e Abisso, a pochi passi, riesce a vedere un fallo di mano. Può accadere che nella fretta un giudice di gara possa sbagliarsi, per questo il Var avrebbe una straordinaria utilità nel porre riparo, esattamente come capitato nel resto della partita, quando è intervenuto correttamente.
Il Var interviene per convalidare il pari di Vecino, quando conferma dopo più di due minuti che il centrocampista è tenuto in gioco da Vitor Hugo. Tutto sembra procedere secondo uno standard accettabile
Abisso si perde a fine primo tempo un fallo di mani di Edimilson. Il Var e Perisic lo richiamano e il già confuso arbitro si trova costretto a concedere il rigore. 
La Fiorentina segna con Biraghi ma il Var segnala un fallo su D’Ambrosio, oggettivamente difficile da vedere nell’immediato. Il Var tuttavia corregge la decisione e aiuta l’arbitro a prendere la decisione corretta.
Il pubblico si infiamma sempre di più e fa pressione, al punto da suscitare una probabile forma di emotività che trasuda prima nei giocatori, poi interviene anche nella decisione di un arbitro che allunga la partita all’eccesso, permettendo alla Fiorentina di avere il tempo per poter trovare l’eventuale gol del pareggio. 
Il pretesto arriva a tempo scaduto, con una decisione che varca i confini della realtà.
Abisso riesce a vedere un fallo di mano in ben due occasioni, in presa diretta e, richiamato al Var da Fabbri, persino con più angolazioni che gli mostrano come la sua decisione sia sbagliata. 
In quei minuti, rivedendo le immagini, c’è un sollievo di fronte all’evidenza di un tocco col petto e si attende solo la decisione che sancisca l’errore e chiuda la questione.
Abisso però fa un gesto che gela tutti da casa e regala un entusiasmo insperato ad un pubblico che allo stadio credeva di aver avuto un arbitraggio sfavorevole, fa segno che si va sul dischetto e D’Ambrosio giustamente reagisce con incredulità. 
I giocatori circondano l’arbitro che si rifugia dietro ad una irremovibilità robotica.
Il rigore viene battuto al minuto 101 e toglie all’Inter tre punti determinanti per la zona Champions. 
La partita è stata giocata con saggezza, riuscendo a contenere una squadra forte in casa e con la quale c’era una tradizione sfavorevole. Il rigore del 3-1 aveva piegato la resistenza viola e l’Inter stava amministrando il gioco, pur cadendo in qualche errore nel palleggio. il gol su punizione di Muriel ha ravvivato la squadra di Pioli ma è servita questa decisione folle per permettere alla Fiorentina di trovare il pareggio.
Il danno non è ancora calcolabile ma parliamo di una classifica che ora vede Milan e Roma a due e tre punti e il piazzamento in Champions non più così probabile.
Sullo sfondo la vicenda Icardi.  Non è confermata la voce di una sua operazione (non necessaria) che lo porterebbe a chiudere la stagione. Se così fosse sarebbe una scelta grave perciò, restando nell’attualità, c’è un problema che ancora non vede la soluzione. .. La verità è sfaccettata e si compone anche dei dissapori tra Icardi e i giocatori croati, ma resta da comprendere cosa fare con un giocatore tanto importante che manca nel momento cruciale della stagione. L’Inter è priva di un attaccante che, pur di non essere convocato, manifesta un fastidio che solo Moliere avrebbe messo in scena tanto chiassosamente. Si tratta di un calciatore che, pur pagato bene, rifiuta di scendere in campo mettendo nei guai la squadra e facendo perdere obiettivi importanti.Parliamo di altri due anni di contratto e di un’uscita dall’Inter ad un prezzo che l’Inter non troverebbe congruo se costretta a cederlo. L’assenza di Keità sta pesando in un reparto che ha rispolverato Candreva e costringe a impiegare gli stessi uomini ogni tre giorni.
Parliamo anche di una squadra che non può impiegare in coppa una parte del suo centrocampo (Gagliardini e Joao Mario), giocherà il 7 e 14 marzo gli ottavi, in mezzo alle sfide a Cagliari e Spal e a ridosso del derby in cui il Milan tenterà l’aggancio o il sorpasso ai nerazzurri. L’Inter ha vinto senza Icardi tre partite ma due di queste con il non irresistibile Rapid e alla lunga è impensabile che un giocatore si rifiuti di scendere in campo per avergli tolto una fascia, la cui importanza è stata ben modulata da Handanovic: “Non è un titolo nobiliare o un trofeo, per me è un privilegio”. L’Inter suo malgrado, ha bisogno di Icardi e anche lui suo malgrado, ha bisogno dell’Inter ma i riflettori questa volta sono puntati su un uomo che ha preso una decisione di petto, trasformandola in mano.
E’ una vicenda sportivamente grave e la squadra dovrà reagire, specie col Milan in grande forma a metà marzo, perché un ingiustizia così grande è giusto contestarla ma il modo migliore resta il campo, altrimenti è solo sterile vittimismo. 

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 febbraio 2019 alle 00:11
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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