Nata nel 1897, la Vecchia Signora ha alle spalle una storia ultracentenaria fatta di successi in Italia e in Europa. A volte però, si sa, il trascorrere degli anni e l’anzianità può portare lievi disturbi alla memoria. E’ il caso di cui mi accingo a scrivere. Di recente la Vecchia Signora ha rinnovato la grafica del proprio sito, ma continua a riportare in bacheca ben 29 scudetti. E’ ovvio che qualcosa non quadra. Giova quindi ricordare quello che fu battezzato come lo scandalo Calciopoli: ci troviamo nell’estate 2006 e la Vecchia Signora riuscì a conquistare sul campo il suo 29esimo tricolore. Purtroppo per lei, nelle settimane successive, indagini della Procura Federale della FIGC riuscirono a fare luce sui rapporti illeciti tra alcuni dirigenti sportivi ed altri rappresentanti della classe arbitrale, allo scopo di alterare i risultati di alcune stagioni calcistiche. Tra i club condannati, la principale imputata fu proprio la Vecchia Signora, costretta a retrocedere in Serie B con 9 punti di penalità (inizialmente erano 17) e a rinunciare agli ultimi due titoli. Il primo, quello della stagione calcistica 2004-2005, venne revocato del tutto, mentre quello dell’anno successivo venne assegnato all’Inter. Sottraendo quindi i due tricolori non riconosciuti a quelli che inizialmente erano 29, emerge come gli scudetti vinti dalla Vecchia Signora siano in realtà 27.

Capitolo 5 maggio, ieri. Appena un anno fa i nerazzurri di Mourinho compivano il primo passo verso la conquista del triplete, grazie alla vittoria in finale di Tim Cup contro la Roma firmata da Milito. Tuttavia, questa data non è solo sinonimo di bei ricordi, ma anche di altri amari trascorsi che hanno scalfito il cuore di tutti i tifosi interisti, e per questo l’hanno reso più forte nella sofferenza. Stiamo parlando della partita persa contro la Lazio nell’ultima giornata della stagione 2001-2002, sconfitta che costò il titolo alla squadra allora allenata da Hector Cuper. Chi non se ne rammenta può sempre andare a guardare sul sito della Vecchia Signora, che celebra con una news il 26esimo scudetto bianconero, dedicando persino un paragrafo al match dell’Olimpico e a Poborsky.

La storica rivalità tra i due club, sentitissima dalle parti di Torino, dove non sono mai stati digeriti i trionfi nerazzurri post-Calciopoli, tocca anche l’argomento delle tifoserie. Quale delle due squadre ha il maggior numero di fan? E’ il dibattito che in questi giorni si è scatenato in seguito ad un sondaggio effettuato dall’Ipr Marketing e pubblicato su Il Sole 24 Ore, che vede l’Inter primeggiare con 7,5 milioni di tifosi, rispetto ai 7 milioni bianconeri. Dura e repentina la replica della Vecchia Signora, che sempre tramite il proprio sito web confuta i dati affermando che secondo stime di Eurisko e CRA, vanterebbe 4 milioni in più di supporter rispetto ai rivali. La società di ricerca Ipr Marketing ha dovuto quindi fare un piccolo passo indietro, dichiarando che il sondaggio ha coinvolto solamente mille italiani dai 15 anni in su. Il tifo però non è una semplice questione di numeri, anche se molte volte dà i numeri. Mi riferisco, come esempio, ai frequenti cori razzisti, spesso rivolti ai giocatori di colore dell’Inter.

Se nelle scorse stagioni la vittima prescelta era Mario Balotelli, quest’anno si è deciso di dedicare un motivetto a Samuel Eto’o, multimilionario bomber nerazzurro che a detta di alcuni ultrà sarebbe stato visto ‘vendere rose nel metro’. L’ultimo episodio, il più recente, è avvenuto invece lunedì scorso, nel posticipo di campionato giocato in casa della Lazio. Durante il minuto di silenzio in memoria di Luigi Polentes, ex calciatore biancoceleste, sono stati intonati cori ingiuriosi costati alla Vecchia Signora l’ennesima multa comminatale dal giudice sportivo. Ciò che adesso voglio evidenziare è quest’eccessiva rivalità, che sfocia in comportamenti dissennati - sia da parte di società che conseguentemente delle proprie tifoserie -, quelli che ci si augura siano sostituiti da una maniera più serena di vivere il calcio, magari cercando di offrire un’immagine di prestigio e lealtà sportiva che possa essere emulata dalla propria curva, e che né i numeri né alcun sondaggio potranno mai offuscare.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 maggio 2011 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri
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