Continuano come al solito le montagne russe. Contro la Fiorentina l’Inter è tornata a scendere in picchiata ed è stata costretta a chiudere la migliore serie positiva degli ultimi due anni. Una sconfitta però che non deve demoralizzare come in altre occasioni perché sono convinto che, nonostante il risultato, anche contro i Montella’s l’Inter abbia mostrato tutti i suoi progressi, concedendo, a parte il gol, molto poco a una delle squadre più in forma del campionato.

Il problema questa volta è stato in fase offensiva, con tante, troppe occasioni sprecate, un vero peccato perché ora non si può più sbagliare e bisogna puntare tutto sull’Europa League. Anzi per vederla in positivo adesso io indirizzerei tutte le energie e gli uomini più preziosi solo e soltanto verso la doppia sfida-verità con il Wolfsburg, due partite che valgono quasi una stagione contro forse una delle più forti squadre arrivate agli ottavi di finale. Il sorteggio avrebbe potuto essere più fortunato ma è proprio dalle due sfide contro i tedeschi che potrebbe uscire quella nuova Inter che Mancini sta cercando di costruire con tanto sudore e molta fatica.

Un futuro che però al momento non sembra così roseo, le voci che infatti si stanno propagando a macchia d’olio vanno tutte nella direzione della parola “sacrificio”. Vista la situazione molto delicata del bilancio nerazzurro, gli sforzi fatti per prendere prima Mancini e poi i rinforzi di gennaio, da Brozovic a Shaqiri, come ha fatto capire molto bene il dg Fassone, potrebbero portare a un sacrificio molto doloroso per il futuro. I tempi delle vacche grasse morattiane sono ormai solo un bel ricordo e il dolore per partenze importanti penso che sia un sentimento con cui i tifosi del Biscione dovranno imparare a convivere. Il problema diventa adesso quello di capire chi sia meglio sacrificare, come nel “Gioco della torre” che piaceva tanto a Maurizio Mosca, chi buttare giù per curare un bilancio malato e permettere anche a Piero Ausilio di potersi muovere nel prossimo mercato in entrata.

Il pezzo pregiato nr.1, che porterebbe senza dubbio una plusvalenza clamorosa, è sicuramente Mauro Icardi, ma come si fa a vendere un nr. 9 che già a 22 anni riesce a segnare più di 20 gol? L’ha poi spiegato anche Mancini, se vendi Icardi devi poi spendere e tanto per un attaccante più o meno dello stesso valore. Ecco allora che in questi giorni si parla di Samir Handanovic, che vorrebbe giocare la Champions, anche se non porterebbe a plusvalenze importanti, qualche giornale scrive poi di Nagatomo e Dodò, Guarin e Juan Jesus, ma anche di Kovacic ed Hernanes. Qualcuno dovrà partire per forza, ma la soluzione più semplice mi sembra sotto gli occhi di tutti: VINCERE L’EUROPA LEAGUE.

Serve un patto per il futuro, per non buttare giù nessuno dalla torre e andare subito in Champions, alzando al cielo di Varsavia il primo trofeo dell’era Thohir. Non sarà facile ma è la soluzione più semplice, un obiettivo unico e condiviso a cui tutti adesso devono pensare, per aiutare l’Inter a rinascere.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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