Eccolo il 2012. Auguri, e che sia davvero un buon anno. Un anno che arriva dopo un periodo complicato per l'Inter, passata rapidamente dai fasti del Triplete alle brutture odierne. Un ridimensionamento non richiesto, una cura dimagrante indigesta.

Di quell'Inter, forse la più grande di sempre, ne restano tanti ricordi e poche tracce tangibili. Ne resta l'eco di successi e gloria, eppure stiamo parlando soltanto di un anno e mezzo fa. Un'eternità nel calcio di oggi, cui solo il Barcellona riesce a tener fede stagione dopo stagione. Eh già, basti considerare l'eliminazione del Manchester United dalla Champions in un girone - quello con Basilea, Benfica e Otelul Galati - paragonabile al tanto sottovalutato gruppo B dei nerazzurri.

Inutile negarcelo: un ciclo sta finendo. Sta finendo per svariati motivi, tra cui il naturale scorrere degli anni e la fisiologica mancanza della stessa 'fame' che aveva consentito di raggiungere vette inaspettate. E poi le difficoltà economiche e le scelte errate (Benitez e Gasperini, per motivi diversi, si sono rivelati inadeguati). Senza contare i numerosissimi infortuni che continuano a falcidiare la rosa. 

Un ciclo sta finendo proprio come è finito il 2011. Adesso l'importante sarà programmare il futuro, programmare il 2012 e gli anni successivi. La società si sta muovendo in questa direzione, con consapevolezza e qualche titubanza. E se c'è stata una scelta azzeccata, è stata quella di affidare la panchina a Claudio Ranieri. Come uomo e come allenatore, Ranieri si sta rivelando l'ideale per il momento contingente di squadra e dirigenza. I giocatori si stanno rivitalizzando, la società appare maggiormente serena e anche i tifosi, notoriamente snob, si stanno attaccando a questa figura pacata e che dà l'impressione di saper sempre cosa fare.

Ranieri ha esperienza, carisma e qualità individuali per emergere anche in un contesto complesso qual è il mondo a tinte nerazzurre. Il tecnico romano sta davvero ricucendo pezza dopo pezza un abito che stava diventando logoro e senza più una logica. Il finale del 2011 è stato ottimo: qualificazione al primo posto del girone in Champions e 4 vittorie consecutive in campionato. Vista l'atmosfera tipica del Capodanno, possiamo dire senza possibilità di smentita che l'Inter ha concluso come meglio non si poteva il suo personale concerto di fine anno: una Marcia di Radetzky trascinante e tonificante. Un crescendo che ha lasciato grande ottimismo e che vuole  espandersi e permeare anche il 2012. L'Inter torna a puntare in alto, stavolta sulle riecheggianti note della Marcia di Ranieri.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 gennaio 2012 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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