"E in mezzo a questo mare, cercherò di scoprire quale stella sei. Perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei" cantava il buon Lucio Dalla che ci perdoneranno i rossoblu di Bologna suoi concittadini e compagni di tifo, e Roma a cui ha dedicato la canzone, prendiamo in prestito in una notte in cui l'Inter vede tradizionali certezze e potenziali nuove luci. Nessuna sera dei miracoli per i nerazzurri, ma presente e futuro della Beneamata che sotto una luna crescente, diversa da quella della sera di Lucio, si prende la terza vittoria consecutiva e fa esplodere in un'esultanza di pura gioia Cristian Chivu e tutti i nerazzurri.

C'è tutto nell'esultanza dell'allenatore dei milanesi che come con quell'"e in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei" di Dalla, nella sera di Cagliari, ha cercato di capire che stella è la sua Inter. Una stella che non splende ancora ma che comincia a dare segni di barlumi. E a cancellare ll timore di dover canticchiare con motivi d'amarezza quel "perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei" ci pensa una combinazione che sotto il segno della certezza Lautaro e l'esplosione di Pio Esposito. Buona combinazione del tecnico romeno che parte ancora con un mix di formazione tra vecchio e nuovo che gioca un ottimo primo tempo, gioca sporco, soffre un po' nel secondo tempo, resiste e la chiude nel finale con una gioia che vale un intero popolo e non solo. "Sta dimostrando il suo valore, ci darà una grande mano quest'anno" ha detto Lautaro sulla vera stella esplosa nella sera dell'Unipol Domus sul quale il capitano a fine partita adagia un manto di protezione dai troppi 'titoli' piovuti sul ragazzo di Castellammare di Stabia che ha finalmente trovato la rete dopo le due partite precedenti senza riuscire a varcare quella 'maledetta' linea bianca e si prende comprensibilmente elogi e anche protezione.

A scrivere il miracolo non è tanto Pio, che ieri sera ha trovato solo il primo di una lunga serie di reti e soddisfazioni già preannunciate dal campo ancor prima che dalle vetrine, quanto gli Esposito, entrambi. Le emozioni della Unipol Domus sono variegate e di ogni tipo, bad e good vibes in continua alternanza e ai non bellissimi fischi di una parte della tifoseria indirizzati a Barella fa da contraltare l'emozionante terzo derby tra fratelli del campionato, altra bella notizia per il calcio italiano dopo quello dei fratelli Thuram e dei fratelli Carboni, quello di Seba e Pio. Il terzo e ancora con almeno un nerazzurro protagonista. Sebastiano, in campo dal 1', accoglie il fratello Pio che subentra a Thuram. Prima volta contro in Serie A dopo il faccia a faccia già vissuto in B nel derby ligure e l'incredibile ottovolante di pressione vissuta dall'attaccante rossoblu per il primo storico gol nella massima serie del fratellino piccolo, il gioiellino di casa che timbra l'iscrizione ad una pagina di storia nel mondo dei grandi ma per un incredibile intreccio di contingenze e scherzi del destino lo segna proprio contro la sua squadra in un momento di grande fiducia. Gioia e dolore, croce e delizia, ma perdoneranno anche i più severi dei casteddai il buon Seba se alla fine della serata ha sorriso dopo un abbraccio al piccerè di casa che ha chiuso una partita che fino a quel momento aveva vissuto una grandissima prima fase di gioco prima di un secondo tempo in cui i ragazzi di Chivu sono costretti ad incassare qualche colpo, ad abbassarsi e resistere da un ritmo, agonia, pressing e incursioni verso Pepo Martinez che trovano nel palo di Folorunsho il segnale più squillante che la partita era ad un punto tutt'altro che al sicuro. L'altro brivido risolto dal provvidenziale Federico Dimarco su Borrelli vale quanto un gol sì, ma come altro grave monito che i nerazzurri raccolgono a gran voce, come quella tirata fuori da tutti gli interisti presenti e sui divani proprio con la rete del 94 sulle spalle. 

Niente di più pericoloso di una trasferta in casa di una compagine che fino all'82esimo portava il peso di un solo gol di vantaggio che i padroni di casa hanno provato a far scricchiolare e che portava come al solito la firma di un indomabile Lautaro Martinez. Vede rosso e si infuoca, se al rosso ci si accosta il blu notte del mare di Cagliari, il Toro di Bahia Blanca ma anche di Milano si infiamma e incorna. Era il 29 settembre 2018 quando per la prima volta un ancora mezzo sconosciuto attaccante acquistato dal Racing Avellaneda segnava per la prima volta in Serie A. Da quel giorno il gol contro i sardi, specie in casa loto, è diventato per l'argentino una tradizione. Contro la squadra natale di Barella, Lautaro non è andato a segno solo cinque sulle tredici volte che Inter e Cagliari si sono incontrate in campionato, ovvero nella stagione 2020/21, in campo all'andata e al ritorno per circa venti minuti, e nel match di ritorno nella stagione del ventesimo scudetto perché squalificato. Allora, come la prima volta, il diez ferisce la squadra di casa, segna il 117esimo gol in Serie A e diventa il quinto miglior marcatore in campionato della storia dei nerazzurri superando anche Sandro Mazzola. A Cagliari non sarà stata la sera dei miracoli ma degli EsposiTor: nuove luci e tradizionali certezze.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 settembre 2025 alle 00:06
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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