Purtroppo viene difficile non considerare l’ipotesi, ma se Sneijder dovesse un giorno lasciare l’Inter, non si strapperebbe (ovviamente) i capelli. L’olandese l’ha esplicato nell’intervista a Vanity Fair: sa benissimo che un gruppo come quello nerazzurro sarà difficile trovarlo altrove, dove non ci saranno i vari Zanetti o Nagatomo - per fare gli stessi nomi citati da Wes -. Sta bene a Milano e all’Inter che per lui è come una “casa”, tutte valutazioni che non escludono affatto che alla prima chiamata del presidente Moratti non possa di corsa fare le valigie per trasferirsi a Manchester. “Andrò dove mi diranno di andare, ma sarebbe un peccato”, è il messaggio. D’altronde è così la vita del calciatore moderno, pronto a cambiare maglia da un giorno all’altro. È successo due estati fa, quando Sneijder si trovava in piscina in compagnia della moglie Yolanthe, arrivò la telefonata del Real e nel giro di poche ore i due si trovavano già a Milano, catapultati in una nuova realtà. E non è vero che Wesley voleva lasciare il Real, come ha smentito nell’intervista. Insomma, per intenderci, l’olandese non è fatto della stessa pasta di Zanetti, bandiera di una stirpe oramai in estinzione. Ed è bene per i tifosi non affezionarsi troppo alle proprie stelle.

L’ha capito Moratti che, stando a quanto assicura la stampa inglese, avrebbe dato il via libera al Manchester United, accettando l’offerta di 39 milioni di euro. Al di là delle qualità del gioiello di Utrecht, che nessuno mette in dubbio, l’Inter guadagnerebbe più del doppio di quanto ha pagato per il suo acquisto (16 milioni) nell’agosto del 2009. Una proposta allettante che, affermano in Gran Bretagna, starebbe davvero facendo riflettere il patron nerazzurro. Forse la svolta nei sentimenti di Moratti va registrata sempre in quel periodo, quando decise di cedere Ibrahimovic al Barça, in cambio di Eto’o e di 50 milioni, effettuando una delle operazioni di mercato più felici nella storia del calcio. L'anno dopo, invece, fu il turno del ribelle Balotelli, partito a suon di milioni alla volta di Manchester, sponda City. Non sono più gli anni in cui si attendeva l'esplosione di Recoba o la rinascita di Adriano, per fare due esempi. “Il mercato ormai è pazzo”, diceva Branca nei giorni scorsi, e ad un Sanchez che va al Barça per 40 milioni si potrebbe legittimamente aggiungere ed ipotizzare Wesley Sneijder che, con la stessa cifra pagata dai catalani per il cileno, passi dall’Inter allo United.

Ma la storia stavolta sembra essere ben diversa. Perché ieri lo stesso Marco Branca si è esposto in prima persona parlando dell’olandese e di Eto'o, considerati assolutamente incedibili, qualunque siano le offerte recapitate agli uffici nerazzurri. Se, come detto prima, Sneijder non è Zanetti per via dell’attaccamento alla maglia, non è neanche l’Ibra che abbiamo conosciuto un paio di anni fa, particolarmente sofferente ai 'mal di pancia'. Nel caso di Sneijder non c’è nessuna voglia da parte del giocatore di lasciare l’Inter, se non è la stessa Inter intenzionata a cederlo. Di conseguenza la società, fatte le dovute considerazioni, è conscia del fatto che il numero 10 (lo era anche Ibra) che si tiene adesso in casa è una stella di inestimabile valore. In poche parole, l’Inter non è neanche l’Udinese che lascia andare Sanchez per ripartire da un nuovo progetto e da altri protagonisti. I piani del club nerazzurro sono sempre gli stessi: vincere, su ogni fronte, partendo dal gruppo che ha già conquistato tutto nel 2010. In attesa di scoprire se anche questa volta Branca ha visto bene, con gli acquisti di Alvarez, Jonathan e Castaignos, e di sapere quali saranno gli altri colpi messi a segno, la certezza è che la nuova Inter, firmata Gasperini, riparte dai suoi vecchi e amati campioni, Eto’o, che aveva già eclissato qualunque voce lo dava in partenza, e Sneijder, talento purissimo e ineguagliabile che possiamo continuare ad ammirare con indosso i colori nerazzurri.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 luglio 2011 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri
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