Chi cerca risposte sul calciomercato dell’Inter non ne troverà fino al 1° settembre e forse anche oltre. Dopo il gong che sancirà la fine della corrente sessione estiva non è detto che si capiranno tutte le mosse dei dirigenti nerazzurri, al lavoro da mesi con ben impresse nella mente le linea guida tracciate in tempi non sospetti da Oaktree. Entrando nel dettaglio delle operazioni in entrata, si nota che i quattro acquisti appartengono al periodo antecedente all’era Cristian Chivu, arrivato come piano alternativo dopo l’assalto fallito a Cesc Fabregas. Checché ne dica Beppe Marotta, il romeno non è sempre stata la prima scelta del club per il post-Inzaghi: il divorzio traumatico dal Demone ha messo a nudo la mancanza di reattività della dirigenza di Viale della Liberazione, spiazzata dalla decisione dell'allenatore della seconda stella di trasferirsi in Arabia Saudita. La scelta della guida tecnica, tutt’altro che secondaria, è diventata da subito una telenovela con un epilogo scritto dalla prima puntata: 'no' secco e pure indispettito del Como ai vice campioni d’Europa. Un rifiuto doppiamente dannoso per l’Inter: a livello pratico, visto che il catalano era il prescelto, ma anche di immagine con i rapporti di potere ribaltati rispetto alla storia delle due società. Sfumato l’obiettivo numero uno, con Patrick Vieira che ha voluto mantenere la parola data al Genoa, l’opzione Chivu è diventata ufficiale il 9 giugno, poco prima dello sbarco negli States della squadra per il Mondiale per Club. Esperienza utile solo per i milioni incassati, alla fine della quale sono emersi pubblicamente alcuni screzi all'interno dello spogliatoio, eredità scomoda di Monaco di Baviera. Le parole di Lautaro Martinez non vanno dimenticate e nemmeno quelle di Beppe Marotta, così come il contenuto della lettera scritta da Hakan Calhanoglu in risposta al capitano e al presidente. "Il futuro? Lo vedremo" scriveva nella chiosa della lunga missiva il turco. Era il 1° luglio, poi il mercato non gli ha regalato l’opportunità di andare al Galatasaray, ed è rimasto a Milano, città nella quale ha firmato la ‘pace’ con il Toro, sbandierata sui social per tranquillizzare i tifosi. I quali, ahiloro, non sapevano che cosa li avrebbe aspettati a luglio: il sogno di acquistare Ademola Lookman, spendendo 45 milioni di euro tutti in una volta, come non capitava da tempo a queste latitudini, si è trasformata in una trattativa surreale con l’Atalanta, naufragata giusto qualche giorno fa dopo due settimane di nulla cosmico. In precedenza erano arrivate le dichiarazioni pubbliche di Luca Percassi a dare un altro colpo alla credibilità dell’Inter in questo preciso momento storico: "Il prezzo e le modalità di uscita dei giocatori  li decide la società Atalanta", le parole dell’ad della Dea. Parole a cui poi sono seguiti i fatti con il 'due di picche' calato sul tavolo delle trattative in risposta alla proposta scritta arrivata da Viale della Liberazione.

Vista la malaparata, improvvisamente, almeno a leggere i resoconti giornalistici, l’Inter ha deciso di cambiare i suoi piani destinando i soldi prima impegnati per il nigeriano su un centrocampista. Il motivo? Una scelta di campo, stando agli spifferi usciti da Appiano Gentile, pensata per andare incontro al tipo di calcio di Chivu. Deformabile a piacimento dai media vista la giovane carriera del romeno: per metà estate sembrava d’obbligo il tridente con il dribblatore, da Ferragosto è tornato di moda il modulo antico e quindi la necessità di aggiungere muscoli in mezzo. Un’idea nemmeno troppo dissennata pensando all’oggi ma soprattutto al domani. Peccato che il reparto sia in overbooking in questo momento: Piotr Zielinski è zavorrato da uno stipendio alto, mentre Davide Frattesi è sospeso tra Premier League e rinnovo. Quello più vicino all’addio sembra Kristjan Asllani che, dopo essere stato scaricato in pubblico da Piero Ausilio, potrebbe andare al Torino. Così stando le cose, in attesa di novità, potrebbe liberarsi un posto per Manu Koné o chi per lui. Sempre che il prossimo obiettivo dell’Inter non risulti costosissimo o, peggio, incedibile, come successo fatalmente fino a qui. Il contrario di quanto accade in uscita, dove il lavoro è complicato dalla politica dei parametri zero che negli anni ha portato l’età e il tetto ingaggi della rosa a lievitare. L’altra faccia di una medaglia che, comunque, di medaglie ne ha portate diverse da Antonio Conte in poi. Ora si è arrivati al dunque, al momento in cui ravvivare un ciclo che altrimenti è destinato a spegnersi. Gli zero titoli della passata stagione sono stati una sentenza fin troppo severa per quanto mostrato dalla rosa, spinta al limite psicofisico da una stagione massacrante e da un mercato non degno di una squadra campione d’Italia. Oltre al predetto Zielinski e al secondo portiere Josep Martinez, la scorsa estate arrivò Mehdi Taremi, giocatore che da due mesi sa che deve cercarsi un’altra squadra. L’altro volto nuovo è arrivato a gennaio, riscattato a giugno, e poi è stato rivenduto ad agosto: parliamo di Nicola Zalewski, passato all’Atalanta per 17 milioni di euro, un valore lievitato in maniera esponenziale in due mesi e appena due presenze in partite ufficiali al Mondiale per Club. Una plusvalenza che fa bene al bilancio, ma che fa sorgere altre domande di campo: il polacco verrà rimpiazzato? Il fatto che ci siano tanti giocatori duttili in rosa non deve ingannare perché il gioco delle coppie rischia di rompersi, se si chiedono sacrifici a giocatori che devono essere centellinati. Ora, archiviato il capitolo attaccante, sarebbe bene spostare il focus sulla difesa. Per aggiungere un elemento al reparto, non per sostituire (si è parlato soprattutto di Oumar Solet). In diversi momenti si è vociferato dei probabili addii di Yann Bisseck e Benjamin Pavard, rumors che per ora non hanno avuto seguito. Ieri, a proposito di bisbigli, la comunicazione del club del cambio del numero di maglia del francese è stata accolta da qualcuno come un indizio di mercato. L’ennesimo di un rebus irrisolvibile per chi lo racconta e per chi lo segue da semplice spettatore.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 agosto 2025 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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