Lunga intervista del Corriere dello Sport a Edin Dzeko, appena tornato in Italia nella Fiorentina dopo l'esperienza in Turchia nel Fenerbahçe di Mourinho.

Un paio di volte Spalletti mi riprese in tv riferendosi a un giudizio negativo che avevo espresso su di te. Ai tempi del City, credo... Con Mancini il rapporto non fu sempre eccezionale. Ricordo che mi disse che se non giocavi andavi in depressione. 
"In depressione no, è una parola forte, roba seria. Diciamo che non ero contento e mi arrabbiavo. All’inizio andò tutto bene, poi le cose peggiorarono perché eravamo quattro attaccanti e tutti forti. “Non può giocare sempre Dzeko”, mi diceva. Abbiamo anche discusso, ma dopo averci dormito su, tutto veniva dimenticato. Mancini non è un tipo permaloso". 
 
Dici? 
"Il nostro successo in Premier, storico, ha dato il via al ciclo del City". 
 
Solo con Inzaghi, all’Inter, sei tornato a vincere. 
"Simo è una bravissima persona, fa stare bene i ragazzi, lui dà grande libertà. Eravamo una squadra forte, io arrivai il secondo anno, ma nel primo lui proseguì il lavoro di Conte, non lo stravolse. I compagni mi dissero che Conte è un fenomeno, con lui sapevano sempre cosa fare e dove andare. Barella che partiva da 8 e s’abbassava a terzo dietro e tanto altro, erano movimenti codificati... Con Simone abbiamo alzato dei trofei, ed è stato bellissimo, ma anche vissuto un paio di giornate nere".  
 
Istanbul. 
"E Bologna, Bologna non la dimentico". 

Sezione: Rassegna / Data: Mer 20 agosto 2025 alle 11:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print