"Come si vive da campione d'Italia? Si prova soprattutto felicità, arrivare a un traguardo così importante che qui mancava da tanto tempo è sicuramente è una cosa bella. Peccato sia capitato nell'anno in cui negli stadi non ci sono i tifosi, non riesci a capire la dimensione di quello che hai ottenuto, però ci godiamo il momento". Lo ha raccontato Matias Vecino, protagonista di un'intervista del podcast 'Colpo di testa'. 

L'uruguaiano, poi, allarga il discorso a tutta la sua carriera: "Se me l'aspettavo così? Ognuno ha sempre degli obiettivi, vuole fare sempre cose importanti. È chiaro che per arrivarci la strada era lunga. Io sono arrivato alla Fiorentina da sconosciuto, non avevo neanche il passaporto italiano, è stata come una prova. Vedere il cammino fatto a dieci anni di distanza mi dà grande soddisfazione".

Nello spogliatoio nerazzurro, Vecino ha anche un ruolo di guida: "Sono uno che si avvicina molto ai ragazzi, ti guardano con rispetto e timidezza. Mi rivedo in loro; qui all'Inter adesso c'è Satriano, vedi che ha la voglia di spaccare il mondo. Ha un percorso diverso dal mio, ma arrivare in un Paese nuovo a 19 anni non è semplice".

Il discorso si sposta su una delle tradizioni tornate in voga ad Appiano Gentile, le grigliate alla Pinetina: "L'altro giorno ne ho fatto una, ho fatto l'assistente di Lautaro: è lui lo chef. Io davo una mano perché servire 50 persone non è facile".

Vecino, quindi, parla del suo primo contratto da professionista: "Ricordo tutto, è stato un po' tutto veloce. Io giocavo nell'Under 18, in prima squadra i risultati non arrivavano, hanno mandato via l'allenatore e ha preso la squadra il direttore generale delle giovanili che avevo avuto due anni prima. È arrivato in prima squadra e ha portato me e un altro ragazzo".

Si parla dei gol da Champions segnati contro Lazio e Tottenham: "In quel momento non senti niente, sei dentro la partita, sei concentrato su quello che devi fare. Mi sono emozionato di più quando ho rivisto il gol, la telecronaca, i video dei tifosi. Quando sei dentro non riesci a capire esattamente quello che succede. Con lo stadio vuoto è molto diverso, c'è un clima molto più rilassato, da allenamento praticamente. Non c'è quella pressione lì che ti procura lo stadio pieno quando devi vincere o quando stai facendo male. È difficile giocare senza pubblico, io con l'infortunio sono stato tanto tempo fuori e adesso sto giocando qualche partita, si respira un ambiente diverso. Quando sbagli è importante dimenticare subito e ripartire. Quando fai bene invece ti dà più fiducia, soprattutto all'inizio della partita, rischi di più, il corpo ti fa sentire se stai bene. Già dal riscaldamento quando mi sento libero e sento che le gambe vanno forti, so che non avrò problemi. Invece quando arrivi da 3 partite consecutive magari ci metti un po' più di tempo per entrare in partita o parti piano per poi accelerare". 

La chiusura è dedicata all'infortunio che ha condizionato inevitabilmente l'annata di Vecino: "È difficilissimo. Quest'anno è stato molto duro per me, avevo iniziato con dei problemi prima del lockdown. Poi siamo ripartiti a maggio che stavo peggio, si era creato un edema osseo. Era una cosa difficile da gestire. Ho provato a fare una terapia conservativa, sono andato a Barcellona diverse volte; mi allenavo bene per diversi giorni, poi quando forzavo di più sentivo che non andava bene. Si doveva fare qualcosa, i dottori fanno di tutto per evitare l'operazione. Nel mio caso mi hanno suturato, poi è iniziato il recupero e due mesi dopo piano piano che andavo avanti il ginocchio si gonfiava. Non avevo dolore e niente, ma il fatto che si gonfiasse era chiaro che c'era qualcosa che non andava. Sono andato a Barcellona e mi hanno detto che dovevo operarmi di nuovo, avevano paura che ci fosse un'infezione. Poi il problema era uno dei punti che mi avevano dato. Dovevo ripartire di nuovo da zero e ho detto resto qua finché non riesco ad allenarmi e sono rimasto a Barcellona da settembre a dicembre. Psicologicamente è stato difficile, soprattutto la ricaduta". 

Sezione: Copertina / Data: Mar 25 maggio 2021 alle 12:48
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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