Doveva essere solo calcio, ma sembra un gioco da tavolo. Cluedo, Indovina chi, considerati gli Imprevisti potrebbe trattarsi anche del Monopoli. Parco della Vittoria doveva essere San Siro, almeno in un giorno così, contro un avversario abbordabile. Il panno verde è solo apparentemente un campo da calcio. L'Inter si presenta alla mano più importante del gioco, quella da All in, con un tris di colpe, ma ciò che ne viene fuori è un flop. E il piatto da 3 punti se l'è aggiudicato una squadra che, di fronte ad un Inter così forte (se si trattasse solo di calcio), sembrerebbe quasi un bluff, uno di quelli a cui potrebbe credere solo una squadra in condizioni del genere: distratta, fannullona, quasi comica considerata la vicenda, capace di un harakiri sportivo e societario che danneggia classifica, motivazioni, coesione e credibilità.

Cosa hanno in comune un attaccante argentino, i suoi connazionali criminali, un rigore calciato col piattone troppo aperto e delle rane in un sacco? Ció che li accomuna è un tris di colpe: della società, del suo capitano e dei suoi tifosi. 

Parto dal presupposto che, nel momento in cui il tesserato (il capitano) di una società come l'Inter pubblica un'autobiografia, la società ha il diritto e il dovere di accertarsi che il contenuto del libro non danneggi la società stessa e tutto ciò che la riguarda: tifosi, immagine, risultati sportivi. Qualcuno all'interno della società avrebbe dovuto verificare e impedire che nel libro firmato dal suo capitano venissero impresse su carta (scripta manent) espressioni, concetti e aneddoti che avrebbero leso la società stessa. Ausilio ha detto che non era compito suo, ma qualcuno doveva accertarsi che nella stesura del libro non ci fossero certe cose, e questa è stata una leggerezza della società. 

La colpa di Icardi sta nell'aver tirato fuori gratuitamente, senza alcun motivo, un episodio passato e quasi dimenticato, rimasticando la realtà, parlando di etica, di bambini e di criminali. È vero che Mauro poche battute dopo aver usato espressioni come "Vi ammazzo" ha espressamente detto di aver sbagliato a dire e pensare ciò in un momento di scarsa lucidità, e che alla fine si è risolto tutto, e che con la Curva Nord è "sbocciato di nuovo l'amore". Ma la domanda è: perché? Che bisogno c'era di esporsi così? Mauro nel comunicato rilasciato ieri su Instagram spiega che ha fatto ciò per "ricreare il clima di quei giorni". Io credo che non ricreandolo tutti avremmo continuato a vivere lo stesso, e stamattina ci saremmo svegliati con 14 punti in classifica anziché 11, ma questa è una nota a margine dettata dal mio sesto senso.

La terza colpa è della Curva Nord. Carissimi tifosi, così come tutti avrebbero vissuto tranquillamente se Icardi non avesse ricreato il clima di quei giorni, avremmo vissuto ugualmente se non aveste tirato fuori una polemica sterile e un po' forzata, considerando che l'argentino si è praticamente scusato di quanto detto e fatto, poche righe dopo. Invece sì è arrivati a questa situazione, in cui non si riesce ad immaginare alcun epilogo positivo, a causa di una protesta che si sarebbe potuta evitare con un po' di buon senso.

E le rane in un sacco? Nelle prime pagine della sua autobiografia, Icardi scrive che un giorno, da bambino, dopo un allenamento, suo padre lo portó con sè e con un amico, di notte, a cacciare e catturare rane per poi metterle in un sacco. 
Cacciare rane, a parer mio, è inspiegabile tanto quanto lo è stato ricreare "il clima di quei giorni". Ma dei poveri anfibi non ne parla nessuno.

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 17 ottobre 2016 alle 14:06
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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