La delusione e la rabbia per un derby perso in quel modo non si è ancora placata, eppure sarebbe anche ora di concentrarci tutti sulla Roma di José Mourinho, ospite gradito domani sera al Meazza per i quarti di finale di Coppa Italia. Materiale che basta e avanza per archiviare una volta per tutte la serata storta di sabato. Invece no, oggi pomeriggio tocca assistere anche a una campagna mediatica contro Lautaro Martinez, reo di aver sputato addosso a Theo Hernandez nel pieno di uno scontro verbale verso la fine del match. Un gesto disgustoso, volgare, di quelli che meriterebbero una punizione esemplare da parte del giudice sportivo (non certo la multina rifilata a Bonucci per l'alterco fisico con Mozzillo), da condannare senza se e senza ma... se solo fosse accaduto realmente.
Già, perché prendendo spunto da un video neanche così chiaro, una fetta di tifoseria del Milan ha accusato l'argentino dell'ignobile gesto senza tuttavia che le immagini possano inchiodarlo alle sue colpe. In pratica, oltre agli insulti (sicuramente pesanti) il Toro non ha fatto altro. O, quanto meno, non c'è alcuna prova del contrario. Ergo, questo puerile tentativo di farlo squalificare mettendo la pulce nell'orecchio al giudice sportivo dovrebbe interrompersi prima possibile, magari con il supporto dei media e degli organi di informazione seri, che ignorando la sollevazione popolare di alcuni (non tutti) milanisti non le daranno alcun credito e la lasceranno morire così com'è nata, in un contesto social privo di veridicità.
In un mondo perfetto, in un giornalismo perfetto andrebbe proprio così. Invece abbondano le testate nazionali, quelle storiche e note al grande pubblico, che riportano la notizia del presunto sputo di Lautaro attribuendone l'origine ai tifosi sui social e ponendo il dubbio sul fatto che possa essere vera o no. C'è chi ha persino ipotizzato l'impiego della prova TV. Il tutto con il chiaro intento di raccattare click basati sul nulla, quando deontologia avrebbe invitato i giornalisti a sezionare il video in questione e arrivare all'inevitabile conclusione dell'infondatezza di tali accuse. Non serviva alcuno sforzo particolare, solo la verifica della notizia, un'analisi delle immagini come se ci si trovasse in sala VAR. Invece niente di tutto ciò, gli interrogativi abbondano sui siti, nei titoli, al punto che un episodio mai accaduto venga considerato possibile da chi legge.
Strategia che ci si potrebbe aspettare dal tifoso, che non ha preso alcun impegno con la propria professione e, seppur nei limiti del buon senso, può esercitare il proprio diritto di appassionato anche in modo burlesco. Ma chi dovrebbe ricercare la verità ha il dovere di farlo con ogni mezzo possibile, ripulendola da ogni dubbio e non il contrario.
E alla fine ci si rende conto del fatto che l'aspetto più disgustoso della vicenda non è lo sputo di Lautaro.
Già, perché prendendo spunto da un video neanche così chiaro, una fetta di tifoseria del Milan ha accusato l'argentino dell'ignobile gesto senza tuttavia che le immagini possano inchiodarlo alle sue colpe. In pratica, oltre agli insulti (sicuramente pesanti) il Toro non ha fatto altro. O, quanto meno, non c'è alcuna prova del contrario. Ergo, questo puerile tentativo di farlo squalificare mettendo la pulce nell'orecchio al giudice sportivo dovrebbe interrompersi prima possibile, magari con il supporto dei media e degli organi di informazione seri, che ignorando la sollevazione popolare di alcuni (non tutti) milanisti non le daranno alcun credito e la lasceranno morire così com'è nata, in un contesto social privo di veridicità.
In un mondo perfetto, in un giornalismo perfetto andrebbe proprio così. Invece abbondano le testate nazionali, quelle storiche e note al grande pubblico, che riportano la notizia del presunto sputo di Lautaro attribuendone l'origine ai tifosi sui social e ponendo il dubbio sul fatto che possa essere vera o no. C'è chi ha persino ipotizzato l'impiego della prova TV. Il tutto con il chiaro intento di raccattare click basati sul nulla, quando deontologia avrebbe invitato i giornalisti a sezionare il video in questione e arrivare all'inevitabile conclusione dell'infondatezza di tali accuse. Non serviva alcuno sforzo particolare, solo la verifica della notizia, un'analisi delle immagini come se ci si trovasse in sala VAR. Invece niente di tutto ciò, gli interrogativi abbondano sui siti, nei titoli, al punto che un episodio mai accaduto venga considerato possibile da chi legge.
Strategia che ci si potrebbe aspettare dal tifoso, che non ha preso alcun impegno con la propria professione e, seppur nei limiti del buon senso, può esercitare il proprio diritto di appassionato anche in modo burlesco. Ma chi dovrebbe ricercare la verità ha il dovere di farlo con ogni mezzo possibile, ripulendola da ogni dubbio e non il contrario.
E alla fine ci si rende conto del fatto che l'aspetto più disgustoso della vicenda non è lo sputo di Lautaro.
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