Questa sera l’Inter affrontava il Livorno nella importante trasferta del Picchi. La gara finisce 2-2, con un primo tempo ottimo dei nerazzurri. Il secondo mostra l’altra faccia della medaglia e si tratta dell’ennesima occasione buttata. 

Mazzarri punta sul 3-4-2-1 con cui aveva chiuso la sfida contro l’Udinese e vara il turnover. Davanti ad Handanovic rientra Rolando, c’è la conferma di Samuel e Juan. Sugli esterni D’Ambrosio torna a sinistra e Jonathan resta fisso nell’out opposto. In mezzo al campo due cambi, Kuzmanovic al posto di Cambiasso in cabina di regia insieme alla certezza Hernanes a fare da scudo alla difesa. Davanti Palacio e Alvarez a supporto di Mauro Icardi. 

Di Carlo se la gioca col 3-5-2 caro al tecnico avversario, schierando ben 4 ex dal primo minuto. Bardi in porta per confermarsi, Mbaye da esterno di destra (con Mesbah a spingere a sinistra), Benassi da mezz’ala al fianco di Biagianti. In attacco Belfodil cerca vendetta al fianco del bomber Paulinho. 

L’Inter parte bene, fa possesso palla con una buona circolazione, Ricky e Palacio allargano le maglie difensive amaranto e si scambiano di posizione spesso, svariando alle spalle di Maurito. Il Livorno è aggressivo per recuperare palla e ripartire con la velocità più di Paulinho che di Belfodil (bene Samuel e Rolando in copertura sul brasiliano). Juan e l’ex Porto escono spesso alti sulle due punte avversarie e impediscono la ripartenza dell’azione in modo intelligente e caparbio. Nella fase centrale di tempo maca un po’ di qualità sugli esterni, dove D’Ambrosio non spinge eccessivamente e Jonathan sbaglia parecchi appoggi, nonostante la catena di destra risulti la migliore. La perseveranza paga e i nerazzurri, complice qualche movimento incontro di Icardi che libera l’area, trovano il vantaggio: Maurito fa a sportellate sul cross di Alvarez e Hernanes, abile a inserirsi, fa il resto. La reazione degli ospiti non c’è e sempre da un cross, questa volta preciso, di Jonathan arriva il 2-0 di Palacio, tutto solo sul secondo palo (movimento profondo di D’Ambrosio che porta Mbaye in mezzo all'area). 

La ripresa vede gli stessi 22 in campo, con Alvarez bravo ad agire tra i reparti e la squadra in controllo. Nel momento migliore arriva l’1-2 di Paulinho, da schema su calcio d’angolo e con Samuel colpevole di perdere al marcatura. Di Carlo cambia la squadra con Emeghara per Belfodil e Duncan al posto di Emerson, passando a un più convincente e offensivo 4-3-1-2. Mazzarri non si fa pregare e cambia, mettendo Alvarez mezz’ala sinistra e passando al canonico 3-5-2. L’Inter si spegne, il gioco è stantio, mentre gli ospiti sono pericolosi in contropiede. Il tecnico nerazzurro prova a inserire Guarin per uno stremato Hernanes e Zanetti per un impreciso Jonathan. Mbaye salva tutto su un paio di occasioni colossali per gli ospiti e la punizione per l’Inter arriva puntuale: Guarin lancia a rete con un retropassaggio Emeghara, Samuel sbagliando non lo stende (un rosso poteva essere intelligente) e la frittata è fatta. La gara finisce senza squilli, con un pareggio.

E’ un’Inter attenta e positiva quella del primo tempo, che va a fiammate ma riesce a mettere in sicurezza il risultato. La ripresa è tutt’altra storia, Paulinho riapre la gara, ma il blackout successivo è inspiegabile. Guarin commette una ingenuità colossale, in collaborazione con un Samuel responsabile a suo modo in entrambi i gol. Mazzarri può disperarsi per gli ennesimi due punti delapidati, mentre Di Carlo si gode un gigantesco Paulinho ed è abile a crederci nella ripresa modificando l’assetto dei suoi. Forse per congelare la sfera sul 2-1 la tecnica di Kovacic, con il palleggio di Hernanes, potevano aiutare a evitare la sorpresa (come già successo). A questa squadra manca ancora molto per essere una grande e ora gioca davvero col fuoco nella corsa all’Europa. 
 

Sezione: L'angolo tattico / Data: Mar 01 aprile 2014 alle 00:45
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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