"La Juventus si è arrampicata sui propri difetti, se li è lasciati sotto i tacchi e ha affidato i suoi sogni a un ragazzo di 19 anni. L'Inter, nel frattempo, era scivolata sul crinale dei suoi pregi, ormai colorati di pallore: aveva rimontato due volte lo svantaggio con le sventole di Calhanoglu e addirittura raggiunto il vantaggio col Thuram maggiore, ma si è illusa che il dominio e la superiorità potessero esprimersi attraverso il possesso della palla e del territorio". E così la squadra di Chivu ha incassato la seconda sconfitta di fila "e di nuovo con lo stupore di chi non sa bene perché, ma deve cominciare a capirlo". Questa la sinossi dell'ottovolante andato in scena ieri sera all'Allianz Stadium tra Juventus e Inter fatta da Repubblica nell'edizione odierna che a proposito della squadra milanese aggiunge: "Alla reazione della Juve non ha saputo reagire e la Juve ha vinto perché lo ha voluto: sarà banale ma in questo folle 4-3 la differenza è stata lì".

Implacabile l'analisi del quotidiano romano che senza mezzi termini fa calare un pesante quanto fedele verdetto sul'Inter che "ha dato l'idea di una squadra già sfinita o persino finita, bisogna avere il coraggio di cominciare a ragionarci su". La resistenza è data dalla presenza di giocatori di grande qualità che non bastano più ad "per essere forti". Espressione fedele di ciò ne è la rimonta della Juventus, arrivata in otto minuti, rimonta nata "dalla combinazione di due fattori: l'improvvisa paura di vincere che ha attanagliato la Juve, e i cambi di Chivu, che ha tolto in un colpo solo i due calciatori migliori che ha", quantomeno nel pomeriggio di Torino, dove le anime più spente sembrano Barella e Lautaro. "È però tutta la vecchia guardia ad apparire smunta: sa trattare il pallone, ma lo fa con l'anima spenta", aggiunge Repubblica che non salva quasi nessuno dei senatori di una Inter lontana anni luce da quella che ci si aspettava e che proprio sulla vecchia guardia fa aprire qualche riflessione: il cambio di Calhanoglu stesso, migliore in campo, sarà il preludio di ragionamenti di svecchiamento e prove sulle quali Chivu sta cominciando a ragionare? Alla fine comunque il gol di Adzic, che piega le mani a Sommer, è la metafora a tutto: "L'Inter c'è, ci arriva, ma non ha più la durezza di chi non si fa scalfire".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 14 settembre 2025 alle 12:45
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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