La Repubblica pubblica oggi una lunga intervista al presidente della FedercalcioGabriele Gravina, alla vigilia di Italia-Macedonia del Nord, semifinale dei playoff di qualificazione a Qatar 2022. Tra le domande sul momento cruciale per la nazionale, spiccano anche quelle sul futuro della Serie A e su quello personale di Gravina, che nega di essere intenzionato a dimettersi in caso di mancato accesso ai Mondiali. "Solo un folle lega la politica al risultato sportivo. Io sono stato eletto un anno fa, abbiamo vinto l’Europeo, ho una maggioranza solida e un ampio consenso. Non esiste l’istituto della sfiducia, se mi facessi da parte per andare al voto probabilmente verrei rieletto". Lo stesso, secondo Gravina, vale per Mancini. "Ha perso una partita su 40", riassume il massimo dirigente.

Anche la A, come detto, non se la passa benissimo. "Guardate il risultato del calcio italiano nelle competizioni europee. Se la Juve perde 3-0 con la settima spagnola c’è un motivo. Se tutte escono prima dei quarti in Champions c’è un motivo".

I contrasti con la Lega sono noti, tra i vari motivi di scontro c'è quello riguardante le licenze. "Se la A non comincia ad adeguare il proprio modus operandi a logiche aziendali vere, avrà un risveglio violento quando sarà la Uefa, con la commissione che ho l’onore di presiedere, a inserire indicatori rigidi per giocare le coppe, dal 2024/25. Se alcuni indicatori economici mi dicono che il sistema è in una condizione di prefallibilità, io devo intervenire. Come la difendo la Serie A? Lasciandola fallire o creando i presupposti per una gestione virtuosa? La mia preoccupazione coincide con quella di Fifa, Uefa e tante altre federazioni. Non capisco le reazioni scomposte, invece di fornire possibili soluzioni. Ho chiesto di introdurre altri tre indici di controllo, su solvibilità, stabilità e controllo costi. Tra due o tre anni, per partecipare ai campionati non si potrà spendere più di una certa soglia. E bisognerà aver pagato tutti i debiti".

Un'altra proposta riguarda le plusvalenze: "Sul piano sportivo, potremmo arrivare a considerare solo il saldo attivo delle operazioni: se fai lo scambio di figurine, non hai un vantaggio". Infine si parla del caos Superlega e della paventata esclusione della Juventus. "Quel contratto è un’ipotesi progettuale. Se diventasse realtà, la Juventus sarebbe fuori dal campionato italiano. La Superlega è la risposta sbagliata a un’esigenza reale. Sento parlare di una Serie A come la Premier. Ma la federazione inglese ha una quota della Premier con la golden share e il diritto di veto su tutto".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 23 marzo 2022 alle 09:52
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print