Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Andrea Schianchi ha analizzato la conferenza stampa di ieri di Walter Mazzarri e aperto alcuni scenari possibili per il futuro del tecnico nerazzurro sulla panchina dell'Inter. "L’Inter di domani, nelle idee di Mazzarri, nascerà da una rivoluzione. Si proverà la difesa a 4, si tenterà di percorrere una strada nuova per riaccendere l’entusiasmo di un popolo che, dopo l’epoca Mourinho, poco ha gioito. Perché, diciamolo chiaramente, al di là del passaporto per l’Europa League, nel campionato che si è appena concluso la squadra nerazzurra non ha incantato. Mazzarri sostiene che il livello del gioco della sua Inter è stato buono e che, con la Fiorentina, la sua squadra è quella che ha vissuto più tempo nella metà campo avversaria: discorsi legittimi, per carità, ma l’estetica è un’altra cosa... I fischi di San Siro, nella notte dell’addio di Zanetti, sono ancora nelle orecchie di Mazzarri e, qualunque fosse il motivo della contestazione, raccontano un disagio, non certo un momento di allegria. Dire che i tifosi interisti sono soddisfatti dopo aver chiuso il torneo al quinto posto, senza mai essere in lotta né per lo scudetto né per la zona Champions, equivale a chiudere gli occhi di fronte alla realtà. E difatti Mazzarri, questo disagio, lo ha percepito tanto che, a costo di andare contro il percorso tattico della sua carriera, sta pensando di invertire rotta. Se l’ultimo campionato fosse stato un successo, che bisogno ci sarebbe di cambiare? La domanda da porsi, adesso, è: basterà passare dalla difesa a 3 alla difesa a 4 per vedere un’Inter spettacolare e vincente? La storia del calcio insegna che non sono gli schemi o i moduli a regalare emozioni, ma l’atteggiamento e le qualità dei giocatori unite alla tattica decisa dall’allenatore. Spieghiamo meglio: se un tecnico schiera la difesa a 4, ma poi chiede ai suoi di stare abbottonati, di non sbilanciarsi, di attaccare poco e con pochi uomini, a quale spettacolo pensate di assistere? La scommessa di Mazzarri è spostare il baricentro in avanti, mettere centrocampisti dai piedi buoni e dalle idee chiare e non puntare tutto sul contropiede: Kovacic, tanto per intenderci, di questa rivoluzione sarà la bandiera. La speranza dei tifosi nerazzurri è che l’esperimento riesca e che la soluzione per mandare in gol Palacio o Icardi non debba sempre venire dai lanci lunghi dei difensori o dalle scorribande degli esterni. Pretendere che Mazzarri si trasformi in Guardiola è assurdo e non sarebbe nemmeno giusto. Il tiqui-taca non fa parte del suo bagaglio, e poi non è detto che il tiqui-taca sia l’unica strada per la vittoria: tutt’altro. Mazzarri, a Napoli, ha raggiunto ottimi risultati e ha anche divertito la gente. Aveva Cavani, Lavezzi e Hamsik, questo è vero, ma non è che all’Inter ci siano dei brocchi: il materiale umano per aumentare la qualità del gioco non manca. L’importante, adesso, è che lui si sia dichiarato disponibile al cambiamento: sa, in cuor suo, di avere concluso una stagione non esaltante e sa anche di dover svoltare per convincere definitivamente la nuova proprietà. Ha ragione il presidente Thohir a considerare, quello che comincerà, l’anno zero dell’Inter dopo il grande terremoto societario. Anche Mazzarri, da un quadro più stabile della situazione, trarrà vantaggi. Cosa fondamentale, se davvero si procederà con la rivoluzione tattica, sarà appoggiare l’allenatore in ogni scelta, aiutarlo, consigliarlo, non lasciarlo mai solo. Perché un uomo solo, soprattutto se al comando, è sempre esposto al vento e alla tempesta".

Sezione: News / Data: Ven 23 maggio 2014 alle 03:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print