FcInterNews.it ha seguito sin dall'inizio la parabola sportiva italiana di Jaime Serrano: prim'ancora che arrivasse nel nostro paese, quand'ancora giocava in Spagna, nelle fila delle Asturie, e si vociferava di un'Inter interessata, abbiamo sempre scritto di lui. Ci siamo occupati, all'inizio, delle voci di mercato, poi delle presunte trattative, infine della conclusione positiva delle stesse: poi, è stato il turno del primi profili, delle prime foto del ragazzo in viaggio a Milano.
È passato quasi un anno e mezzo da allora e oggi siamo in grado di ricostruire, attraverso le sue parole, e la sua testimonianza, tutti i passaggi della sua storia. Prima di partire per questo piccolo viaggio, una breve profilo dello stesso Serrano: classe '93, esterno destro e sinistro, sia alto che basso, ottima corsa, tocco morbido e buon controllo di palla, fisicamente strutturato per un ragazzo della sua età. Partiamo con questa nuova puntata della rubrica La meglio gioventù.
Jaime, riavvolgiamo il nastro dall'inizio: a te la parola.
"Giocavo nella formazione delle Asturie e affrontammo la Comunità Valenciana (fatto il dovuto paragone, come se in Italia la Lombardia giocasse contro il Piemonte, ndr): Pierluigi Casiraghi, responsabile dell'area ricerca e selezione del settore giovanile nerazzurro, venne a vedere questa partita: si trovava lì per osservare due ragazzi che giocavano nella Comunità e, nel corso di quella partita, notò il sottoscritto e chiese di me ai dirigenti delle squadra".
Queste informazioni quando le hai apprese?
"Qualche tempo dopo".
Quando si giocò questa partita?
"Aprile 2009".
Cosa successe dopo?
"L'agenzia che mi segue, di comune accordo con la società, informò mio padre dell'interesse dell'Inter ed ebbe inizio la trattativa".
Procediamo.
"I colloqui andarono avanti per un po', sino a quando - siamo nel giugno 2009 - sono venuto per un paio di giorni a Milano per mettere nero su bianco: erano presenti lo stesso Casiraghi e anche Piero Ausilio, il direttore sportivo nerazzurro".
Tutto fatto dunque: a luglio comincia il ritiro con la Primavera di mister Pea.
"Sì è così: ma sorgono subito problemi legati al mio tesseramento. L'Inter decide così di mandarmi al Varese, in prestito secco, per tutta la stagione scorsa".
Come sono stati i primi tempi?
"Non è stato facile: era la prima volta che uscivo da casa per tanto tempo e, dunque, mi mancavano i miei famigliari e i miei amici".
La svolta quando arriva?
"Prima di Natale scorso, quasi un anno fa: il mio tesseramento va a buon fine e, da un punto di vista burocratico, tutto si sistema".
Arriva l'esordio con la Primavera del Varese.
"Sì, mister Mangia (attuale allenatore del Palermo, ndr), mi manda in campo".
Cosa ha rappresentato il mister rosanero per te?
"Devo molto a lui: è stato un allenatore che mi ha dato tanto, sotto tutti i punti di vista, umano e professionale. Ma si è comportato bene con tutti i ragazzi lo scorso anno, ed è per questo che abbiamo fatto tanta strada, non solo in campionato, ma anche nei play-off, perdendo solo in finale".
Qual è il tuo score della passata stagione?
"Poco più di una decina di presenze e un gol".
Segnato contro chi?
"(Ride...)".
Ho capito.
"Sì, proprio contro l'Inter".
In estate cosa succede?
"Dopo essere stato in Spagna con la mia famiglia, a inizio luglio pensavo di rientrare a Milano e di allenarmi con l'Inter, ma così non è stato. Ero un po' dispiaciuto, ma alla fine anche contento di rimanere a Varese - questa volta in comproprietà - perché è un posto dove mi sono trovato bene e mi sono sentito accolto da tutti".
Com'è cominciata questa stagione?
"Bene: avevo fatto 3 presenze, ma poi mi sono fatto male: mi sono strappato tre settimane fa e tra due settimane dovrei essere pronto per tornare in campo. Il peggio è passato e ora sto gradualmente riprendendo gli allenamenti via via più impegnativi sia con la squadra che da un punto di vista atletico e personale".
Quali sono le tue caratteristiche tattiche?
"Nasco esterno destro basso, Casiraghi - in quella famosa partita - mi ha visto e mi ha scelto vedendomi giocare in quel ruolo. Mister Mangia, però, lo scorso anno mi ha spostato più avanti e, in pratica, ho fatto l'ala destra: ma ho giocato anche lungo tutto la fascia sinistra. Mi trovo meglio a destra, nel difendere: a sinistra, invece, riesco ad attaccare con più efficacia".
Mantieni i contatti con qualche rappresentante dell'Inter?
"Sì, mi sento spesso con Alberto Celario, responsabile organizzativo del settore giovanile".
Lì a Varese vivi da solo?
"No, sono in un convitto organizzato dalla società: sto bene, anche perché non solo il solo straniero, ma ci sono anche ragazzi di altre nazionalità".
Come vedi il tuo futuro prossimo?
"A giugno 2012 vedremo cosa succederà, ora non saprei proprio cosa dire: sono in compartecipazione tra Inter e Varese e decideranno le due società. Sono qui e aspetto fiducioso, facendo del mio meglio...".
Vai mai a Milano a vedere l'Inter?
"Sì, spesso: sono stato a vedere l'amichevole Inter-Chiasso ed ho salutato un po' di gente".
Qual è il giocatore a cui ti ispiri?
"Il mio modello è Maicon".
Ma per quale squadra tifi in Spagna?
"Real Madrid: è il giocatore che più mi piace tra i Blancos è Sergio Ramos".
Quali sono le persone che ti senti ti ringrazia per la carriera che hai avuto sino a questo momento?
"Per essere arrivato in Italia e all'Inter, Pierluigi Casiraghi; per gli insegnamento tecnico/tattici, mister Devis Mangia".
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(Si ringrazia, per la disponibilità e la collaborazione, il Responsabile Comunicazione e Stampa, Michele Marocco e il Responsabile del Settore Giovanile dell'A.S. Varese 1910, Giorgio Scapini).
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