Chissà cosa avrebbe detto Gianni Brera, se avesse potuto vedere che pieghe ha preso, negli ultimi anni, il confronto tra Inter e Juventus. Chissà se si sarebbe meravigliato, il mitico 'Gioann', l'uomo che fra tanti soprannomi coniò per la sfida tra nerazzurri e bianconeri l'appellativo di 'derby d'Italia', della 'tracimazione' di questa rivalità avvenuta negli ultimi anni anche fuori dal campo di gioco, con gli ultimi sviluppi polemici arrivati proprio nemmeno troppe ore fa, con la polemica a distanza su quello scudetto senza pace del 2006 che la Juve vinse sul campo, per poi vederselo revocato a seguito dei fatti di Calciopoli e riassegnato ai nerazzurri, e per il quale nella Torino bianconera stanno ora più che mai lottando vivamente affinché venga 'contro-revocato' al club di Corso Vittorio Emanuele. Chissà se si sarebbe meravigliato, oppure se, col suo stile intramontabile (anche questo termine neologismo nato dalla sua fantasia, ndr), avrebbe fatto capire che probabilmente sì, c'era da aspettarsi un'evoluzione così 'traumatica'.

C'è da dire che le ultime vicende del calcio nostrano hanno ridato giustizia alla sua definizione di 'derby d'Italia': si dibatteva sulla legittimità di tale termine, se era più giusto assegnarlo alla sfida tra le squadre che non sono mai state in Serie B o all'incontro tra i club più scudettati: bene, se la prima soluzione è decaduta nel 2006, quando la Juve subì, per definizione di Ivan Ramiro Cordoba, l'handicap della retrocessione d'ufficio tra i cadetti, la seconda adesso calza a pennello, visto che lo scorso anno l'Inter ha operato il sorpasso nel numero dei tricolori vinti ai danni del Milan. E allora, che sia una volta per tutte 'Derby d'Italia': con la sua storia, i tanti campioni che ne sono stati protagonisti, le gioie, i dolori e anche i tanti veleni che hanno contraddistinto questa sfida, a partire da quella gara del 1961 a Torino, quando dopo un'invasione di campo fu data partita vinta all'Inter di Herrera e poi decretato il 're-match', con l'Inter che per protesta schierò la squadra dei ragazzi (con Sandro Mazzola) e fu trafitta per 9-1. E poi, il '98, Ceccarini, il rigore di Iuliano su Ronaldo, il clamoroso harakiri del 5 maggio, fino a Calciopoli, ai passaggi in nerazzurro di Vieira e Ibrahimovic, fino alle dichiarazioni pungenti quando non addirittura 'avvelenate' che anche nelle ultime ore continuano a viaggiare sull'asse Milano-Torino. 

Difficile spiegare nel dettaglio cosa sia Inter-Juve, per il nostro calcio, servirebbe troppo spazio: per cui, mi limiterò a dire che Inter-Juve è un'epopea, una 'saga' lunga e ricca di colpi di scena come una soap opera, che domani sera vedrà scriversi un nuovo, sicuramente intenso, capitolo. Preceduto, ed è bene ricordarlo, da due inviti importanti, quelli dei due presidenti, Moratti e Agnelli: a prescindere dal contorno dell'una o dell'altra dichiarazione, dalle eventuali 'stoccatine' palesi o latenti, si invita tutti alla calma, a concentrarsi esclusivamente sulla gara di domenica. La speranza è che questo appello sia accolto, che Inter-Juve faccia notizia solo per le giocate dei suoi protagonisti sul rettangolo verde, e che il resto venga tenuto fuori dai cancelli. Forse è difficile, ma bisogna provarci: perché Inter-Juve, nonostante tutto, è prima di ogni cosa uno spettacolo calcistico.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 02 ottobre 2010 alle 17:51
Autore: Christian Liotta
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