Ieri l'Inter è tornata al successo in trasferta, e nel day after Claudio Ranieri è tranquillo. "Questa è la vittoria dalla volontà  e dell'umiltà - ha affermato il tecnico nerazzurro - contro una squadra che da undici partite segnava sempre, ad eccezione della gara persa con la Juventus in casa. Era difficilissimo penetrare il muro del Siena che ha dimostrato di essere una macchina quasi perfetta. Trovare il varco giusto all'89′ lo può  fare solo una squadra che vuole ottenere il risultato fino all'ultimo. Quando sono arrivato si faceva molta critica sul calo della squadra nell'ultima mezz'ora, ieri ne e' stata la controprova. Il Siena ha giocato in Coppa Italia, ma contro di noi ha schierato undici giocatori 'nuovi', mentre noi siamo reduci dalla trasferta in Turchia ed un ritorno alle sei del mattino. Abbiamo fatto possesso di palla perché non potevamo andare all'arrembaggio scriteriato per l'organizzazione del Siena e colgo l'occasione per fare i complimenti a Sannino, che è un esordiente ma molto preparato. A meno che non hai una stella in stato di grazia, devi soffrire per scardinare un sistema del genere".

Sulla situazione fisica e psicologica della squadra nerazzurra dopo un avvio difficile: "Adesso per la condizione fisica ci stiamo riprendendo e riusciamo a tenere bene anche contro squadre 'provinciali'. Sono preoccupato per l'aspetto mentale, c'e' stato un cambio di allenatore, e non si riesce mai a capire, quando va giù l'autostima, quanto la squadra riesce a sostenere il peso psicologicamente. In Champions abbiamo perso col Cska Mosca e poi ci siamo andati a giocare il girone e siamo arrivati primi. Certo, se facciamo il paragone con l'Inter del 'triplete', siamo un po' ingenerosi con questi ragazzi. Ci sono anni in cui va tutto bene ed altri in cui questo non è possibile".

Sui prossimi obiettivi per risalire la china in classifica: "Prima di questo dobbiamo continuare a vincere da qui alla pausa natalizia. Dobbiamo affrontare l'Udinese, una meraviglia del calcio italiano. Se continiuamo a vincere, possiamo pensare al dopo e guardare alle gare successive. Solo così possiamo avvicinarci a quelle davanti, sempre che le prime rallentino e non continuino a vincere come ora".

Sul suo ruolo da allenatore, che è sempre stato quello di 'normalizzare' gli ambienti in cui è andato, il tecnico spiega che "sono andato al Cagliari e siamo arrivati in A dalla C, al Napoli sono arrivato dopo il periodo di Maradona, poi alla Fiorentina abbiamo vinto il campionato di B e siamo tornati in A, al Valencia nessuno sapeva cosa voleva dire vincere ed abbiamo ottenuto trofei importanti, al Chelsea non c'era Abramovich, che ho conosciuto solo un anno, ed è stato comprato dal russo solamente grazie alla nostra qualificazione in Champions League. Evidentamente è il mio 'karma', il mio modo di essere. Ora c'è questa esperienza con l'Inter, dove sono convinto che Mourinho non ha spremuto tutti i giocatori perche', lavorandoci tutti i giorni, non vedo una squadra che ha mollato. La voglia di vincere c'è e questo è molto bello per un allenatore. Mi hanno chiamato il 'normalizzatore', a me questo ruolo piace, ha tanto fascino. L'esperienza semplice non mi piace, questo ruolo ha un certo peso notevole. Sono contento di esser stato scelto da una squadra ed un club come l'Inter".

Sulle possibilità di poter lottare per lo scudetto: "L'Inter è da scudetto, ma si pone il punto interrogativo solo perchè è una squadra che viene da annate eccezionali. Io vedo la voglia di questi ragazzi che è quella giusta. Devo, per forza di cose, finchè la matematica non mi condanna, credere di poter lottare per lo scudetto. Noi vogliamo arrivare in cima con le altre per lottare per lo scudetto, ma devono rallentare loro, altrimenti non ci si può  fare. Agguingiamo che ho avuto Maicon per 2-3 partite, Sneijder per pochissime".

Sugli infortuni dei big e l'impatto dei giovani: "Sneijder ha avuto uno stiramento dovuto ad una vecchia cicatrice muscolare. Non so se riuscirà a recuperare prima della sosta natalizia. Se lo avevo fatto allenare giocando, stavolta gli voglio concedere qualche giorno di riposo per recuperare lavorando. Sono assenze che pesano, perché nei momenti più difficili ci devono portare fuori dalle sabbie mobili i campioni ed i calciatori con esperienza. Rischio di bruciare qualche giovane, ma gioco forza vuole che il loro inserimento sia necessario e, per fortuna, in queste ultime partite stanno dando una grossa mano. Una volta che riavrò tutti gli effettivi, vedremo se potrò mettere in campo il modulo che ha concesso all'Inter di centrare il triplete".

Milan-Juventus, chi è più forte? "E' difficile da dire - prosegue l'allenatore nerazzurro - Il Milan lo conosciamo dall'anno scorso, ed ora si sta riprendendo. La Juventus, dopo aver speso tanti soldi ed aver passato il purgatorio, si è riavvicinata. Noi vogliamo provare pero' a lottare con loro. Tavolo della pace? Si chiama tavolo della pace, vediamo se si sotterrano le asce di guerra... se è il tavolo della pace, ci sarà la parola fine a questa brutta faccenda italiana".

Chiosa finale sul mercato. "Parlando col presidente ed i nostri operatori di mercato, ho chiesto di valutare benissimo la rosa a disposizione. Se poi ci sarà bisogno di acquistare qualcosa, sono certo che il presidente non si tirerà indietro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 novembre 2011 alle 10:28 / Fonte: Radio Anch'io lo Sport
Autore: Riccardo Gatto
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