La settimana che porta al Derby d'Italia non è mai facile. Quest’anno per l’Inter di Antonio Conte si sono aggiunte una serie di difficoltà ulteriori: l’essere reduci da un periodo altalenante, con l’inciampo finale della sconfitta dell’Olimpico. La caterva di infortuni che si stanno susseguendo, imperterriti. La paura del Coronavirus, che ha fermato la gara di settimana scorsa con la Sampdoria e ha costretto a giocare l’Europa League e – ufficialmente – anche la stessa gara di domenica contro la Juventus a porte chiuse. Insomma, tempi duri in casa Inter. In tutto questo, c’era da guadagnarsi la qualificazione agli ottavi di Europa League, tenendo testa ad un Ludogorets presentatosi a Milano con voglia di provare a fare l’impresa.

RITMO – E’ il titolo di una delle canzoni che in radio si sono sentite di più, quest’inverno: a San Siro, tuttavia, di ritmo se n’è visto ben poco. Qualche fiamma ogni tanto, qualche lampo individuale ma l’intenzione della squadra di Conte è chiara: gestire questi novanta minuti per poi concentrarsi sulla data segnata in rosso sul calendario di tutti i tifosi nerazzurri. Conte continua a sperimentare e propone una difesa a quattro in cui comandano Godin e Ranocchia, con Moses alto a destra ed Eriksen che parte largo a sinistra in una sorta di 4-4-2. Il danese ha libertà di accentrarsi e di fare movimenti ibridi per smarcarsi. L’impressione è che il danese abbia capito cosa Conte vuole da lui, adesso è solo una questione di eseguire con i tempi giusti e trovare il proprio contesto all’interno dell’orchestra interista. Ogni volta che tocca il pallone succede qualcosa: è raro, prezioso per un giocatore. La sensazione è che lo stesso Eriksen ce la stia mettendo tutta per azzerare il tempo d’inserimento e convincere Conte a dargli un’altra possibilità dal primo minuto, in Serie A.

CHANCE – Un altro giocatore che sta facendo di tutto per modellare il tempo e recuperare i mesi persi è Alexis Sanchez. Il 7 è una furia, corre molto e rende il gioco più armonioso. La palla con cui trova Lukaku per il gollonzo del 2-1 è l’esempio di cosa può fare un Alexis inserito nel gioco di Conte: nella ripresa, quando tutti calano, lui si propone, cerca di dare respiro alla manovra, prova a essere pericoloso e colpisce una traversa che grida vendetta. Rispetto a un mese fa, quando si è visto arrancare contro la Fiorentina in Coppa Italia, è un altro giocatore. Adesso ha la possibilità di far male alle difese avversarie in campionato, lì dove l’Inter ha necessità totale del suo cambio di passo. Sanchez ed Eriksen: il destino di questa stagione passa dalla ferocia con cui i due asset dell’Inter riusciranno a scuotere l’orologio e a trovare il loro momento.

LA STRADA – Ora che una delle tappe più faticose (perlomeno a livello di chilometri da percorrere fra andata e ritorno) è stata sorpassata, inizia una lunga corsa ad ostacoli che l’Inter proverà ad onorare fino in fondo. Conte ha messo in chiaro quali sono i diktat della stagione ed è difficile pensare che, almeno fino a degli ipotetici quarti di finale, il tecnico interista si farà tentare dal doppio impegno – senza dimenticare la semifinale di Coppa Italia di settimana prossima. Agli ottavi l’Inter potrebbe pescare qualsiasi tipo di abbinamento, vista la quantità di squadre ancora in giico: dalla suggestione affascinante del Manchester United al Lask, primo nella Bundesliga austrica che ha battuto l’AZ Alkmaar. Senza dimenticare la Roma, per uno scontro tutto all’italiana. Comunque vada domenica, l’obiettivo grosso resta fare risultato in campionato, lì dove il triello con Juventus e Lazio sta per entrare nel vivo. Ma Conte odia perdere, in qualsiasi competizioni e contro qualsiasi squadra. E con lui tutta l’Inter. La corsa continua.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 28 febbraio 2020 alle 08:15
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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