La madre di tutte le partite di fine stagione. Non fosse stato per la prodezza di Eto’o, probabilmente anche il primo tempo si sarebbe svolto come la ripresa, a ritmi blandi, quasi soporiferi, con l’esaltazione del possesso palla fine a sé stesso. Nulla di strano, era più che prevedibile che Napoli e Inter non si sarebbero fatte male e, per quanto la rete di Zuniga sia stata casuale e last minute, appare difficile credere che i partenopei, in un modo o nell’altro, non avrebbero trovato il pareggio. Sfida valevole solo per le statistiche e per sancire le posizioni finali del campionato di entrambe le squadre, un secondo e terzo posto dal sapore diverso, perché se l’Inter può ritenersi soddisfatta con riserva, in casa azzurra la festa a fine match testimonia la gioia per un piazzamento Champions storico, 21 anni dopo. Complimenti al Napoli, meritevole del gradino più basso del podio, ma brava anche la squadra di Leonardo, che da gennaio ha scalato la classifica in modo impressionante sfiorando il sorpasso al Milan, e da domani ricomincerà a preparare la finale di Tim Cup di fine mese contro il Palermo.
TREGUA Sì, MA NON PASSIVA - Inevitabile porsi però una domanda: se, sull’1-0 nerazzurro, Maicon avesse raddoppiato invece di colpire il palo a De Sanctis battuto, oppure se Milito non avesse trovato una traiettoria sul suo diagonale ne primo tempo e avesse firmato il 2-0, come si sarebbe svolto il secondo tempo? E se il portiere partenopeo non si fosse esaltato, a inizio ripresa, sul sinistro del Principe, davvero la festa Champions dei padroni di casa non avrebbe rischiato di tramutarsi in profonda delusione? Non c’è una risposta a questi interrogativi, ma le occasioni create dall’Inter testimoniano come i nerazzurri non siano stati affatto passivi, accettando le regole locali per non disturbare le celebrazioni del Napoli, anzi. Dopo il gol di Eto’o, due-tre occasioni ghiotte ci sono state, peccato che dietro sia mancata troppo spesso la concentrazione, a intermittenza come le luci di un albero di Natale. In altre parole, non è che dl centrocampo in giù i nerazzurri avessero il sangue agli occhi, ma come pretenderlo in un ambiente del genere?
DA UN SAMUEL… ALL’ALTRO - Tanti sorrisi a fine partita, ma di certo i più contenti, sponda Inter, sono stati i due Samuel: Eto’o e Walter. Il primo, in una serata in cui l’obiettivo personale era a portata di mano, ha timbrato il cartellino per la 35esima volta in questa stagione, superando Ronaldo e arrivando a un passo dal suo record con il Barcellona (36 reti). Contro il Catania e a Roma il 29 maggio avrà due chance per eguagliarsi e, magari, superarsi. Parentesi: magnifico il suo gol, al 15’, un autentico fulmine a ciel sereno per De Sanctis e tutto il San Paolo. Tracciante terra-aria da fermo, da applausi. Al 77’, poi, è arrivato il momento di The Wall, Walter Samuel: in un contesto a dir poco amichevole, Leonardo ha voluto concedergli il tanto atteso ritorno in campo circa 6 mesi dopo il grave infortunio al ginocchio (Inter-Brescia, 6 novembre 2010). Tutti i compagni, quelli in panchina e quelli in campo, gli hanno concesso una passerella battendo rumorosamente le mani, segno di grande affetto nei confronti dell’argentino, colui che è più mancato a questa Inter. D’ora in avanti, dunque, Leo potrà disporre di un nuovo, grandissimo acquisto.
RISPARMIO ENERGETICO - Ci si sarebbe attesi un uso più scientifico del turn over da parte dell’allenatore nerazzurro, che però ha preferito affidarsi ai ‘soliti’. Fortunatamente, le energie messe sul rettangolo di gioco non sono state dissanguanti, tant’è che in certi momenti pareva di assistere a una sessione di torello ad Appiano Gentile. Giusto per capirsi meglio, con tali ritmi persino Thiago Motta sembrava un velocista. Inutile negare che per gli amanti dello spettacolo sia stata una serata persa, ma considerata la situazione, il contesto di festa e l’assoluta volontà di non danneggiarsi era inevitabile assistere a un match così. Nulla di scandaloso, dunque, non ci saranno di certo altre squadre che si lamenteranno dell’armistizio tra Napoli e Inter, ormai certe del proprio piazzamento in classifica. Per i nerazzurri si tratta di un aspetto positivo, perché una partita del genere, a una giornata dal termine, con un obiettivo in ballo avrebbe potuto richiedere un grosso impegno a danno del ‘risparmio energetico’ in vista della gara secca di Tim Cup. Pericolo scongiurato e tutti sani e salvi a Milano, in attesa della passerella di fine campionato domenica contro il Catania.
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