E adesso cosa accadrà? Troppi gli indizi che portano Samuel Eto’o lontano dall’Inter, oggi il bomber camerunese è davvero a un passo dall’Anzhi, per quanto la complessità dell’operazione inviti ad avere un po’ di pazienza. Però la a disponibilità della società nerazzurra a trattare è sintomatica. Si è passati dall’incedibilità di qualche settimana fa (“Eto’o non ha prezzo”, parole e musica di Massimo Moratti) a un accordo ormai prossimo sulla base di poco più di 20 milioni. Cifra ridicola di fronte al rifiuto persino di 50 ipotetici milioni prospettati al numero uno di Corso Vittorio Emanuele, il quale ha definito ‘intelligente’ la proposta dell’Anzhi appena due giorni fa. Qualcosa è cambiato, insomma. Qualcosa tra l’Inter ed Eto’o si è rotta, al di là della pessima prova di Pechino. Le parti non sono mai state così distanti e le belle frasi che solo poco tempo fa si scambiavano a vicenda sono un pallido ricordo. Manca solo un annuncio e il club si libererà di un campionissimo ancora in grado di dare tanto, ma anche di un pesantissimo ingaggio, il più elevato nella rosa nerazzurra, che grava enormemente sul bilancio.
Dopo Ibrahimovic e Balotelli, sarà dunque Eto’o la prossima vittima del Fair Play Finanziario nerazzurro, bisogna ormai farsene una ragione. Un temporale d’agosto, di quelli improvvisi che non t’aspetti e ti rovina la giornata e i programmi. Ma come si muoverà l’Inter adesso per sostituire adeguatamente il camerunese? Inevitabile che con un buco nell’undici titolare, una maglia numero 9 da assegnare e oltre 20 milioni appena incassati le speculazioni di mercato intorno alla società aumentino vertiginosamente. Inevitabile anche che la dirigenza debba agire per non trovarsi impreparata all’avvio del campionato. Che rinforzi stiano per arrivare appare ovvio, ma bisogna capire quale sarà l’erede del Re Leone, un compito durissimo per chiunque. Scontato che si tratterà di un calciatore adattabile alle strategie tattiche di Gasperini, che Eto’o non ha mai digerito realmente.
A tal proposito, torna in mente una recente frase di Aurelio De Laurentiis, amico di Moratti, il quale ha reso nota la confessione del collega: “Ho preso un giocatore”, senza tuttavia rivelarne il nome. Quanto basta per far salire l’acquolina in bocca a tifosi e media. Paradossalmente, quella frase escluderebbe l’idea che possa trattarsi di un partenopeo, quindi niente da fare per Lavezzi. Ma conoscendo il personaggio DeLa, potrebbe essere un messaggio criptato e cinematografico finalizzato ad aprire la strada alla partenza del Pocho direzione Milano. Tra i due presidenti c’è totale sintonia e tempo fa Paolillo non aveva escluso eventuali operazioni tra Inter e Napoli. E se fosse uno scambio di attaccanti la trattativa da segnare con la matita rossa? Lavezzi all’Inter, Pandev al Napoli, con assenso dei due giocatori e reciproca soddisfazione. Il macedone non troverebbe spazio in nerazzurro e accetterebbe volentieri, con il consenso di Mazzarri, un passaggio in azzurro. L’argentino non è più in ottimi rapporti con i vertici partenopei e l’idea di raggiungere tanti connazionali a Milano lo affascina. Inoltre, è l’ideale per il tridente di Gasperini.
Fantacalcio? No di certo, e i sopra citati dettagli lo confermano. Resta però lo scoglio economico. Da una parte Pandev dovrebbe ridursi un ingaggio troppo pesante per il Napoli, dall’altra De Laurentiis dovrebbe abbassare le sue richieste. Il Pocho ha una clausola rescissoria di 31 milioni, che l’inserimento di Pandev nell’operazione potrebbe ridurre. Ma l’Inter si aspetta un altro sconto, l’ideale sarebbe cedere il macedone e accompagnarlo da una decina di milioni di euro, non di più. Accordo non certo irraggiungibile, dunque. Se davvero arrivasse Lavezzi, la rosa nerazzurra parlerebbe sempre più argentino, e siamo sempre in attesa di capire quali siano le reali intenzioni del club nei confronti di Tevez.
Qualora gli ultimi giorni di mercato costringessero il Manchester City a prestare l’Apache rinviando di un anno l’inizio del pagamento, ipotizzare un tridente tutto albiceleste con Lavezzi, Tevez e Milito non sarebbe assurdo. Roba da leccarsi i baffi, insomma, anche perché in panchina ci sarebbe un certo Alvarez, anche lui argentino, pronto a prendere il posto di uno dei tre connazionali. Viva il tango nerazzurro.
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